venerdì 18 marzo 2022 - Damiano Mazzotti

Un ambasciatore in Cina

Alberto Bradanini è un ex ambasciatore che ha descritto in modo magistrale l’incredibile ascesa mondiale della Cina (Sandro Teti Editore, 2022, 344 pagine, euro 18).

Fino al 1820 la Cina era decisamente prospera, poi ha avuto un cedimento fino a circa gli anni 2000. Ora si può dire che la Cina ha assunto il controllo economico del pianeta. Ma a livello finanziario è ancora tutto da decidere (personalmente non ritengo i numeri cinesi molto affidabili).

Sicuramente la “Proprietà privata e libera iniziativa, giudicate cruciali per generare ricchezza, vengono gradualmente liberate dai vincoli pregressi, sebbene costantemente monitorate affinché rispondano alle finalità definite dall’alto. La proprietà della terra resta pubblica, anche se il suo possesso passa di mano con modalità non dissimili da quelle capitalistiche” (p. 31).

Molto probabilmente “Per la Repubblica Popolare la priorità è costituita dalla stabilità politica, presupposto necessario del potere della classe di Stato, costituita dal Partito, dall’amministrazione burocratica e dalle aziende pubbliche. La solidità e la compattezza di tale gerarchia sono legate alla capacità di generare benessere attraverso la crescita economica, la cui precondizione internazionale è costituita dalla pace” (p. 28). Ma le cose sono profondamente cambiate.

Non è un mistero che “La radice della nuova Guerra fredda dichiarata dagli Stati Uniti alla Repubblica Popolare Cinese deve rinvenirsi nella struttura politico-ideologica di un capitalismo onnivoro centrato sull’immenso potere di corporazioni private che non intendono piegarsi ad alcuna limitazione (da p. 27). Però attualmente le cose sono cambiate notevolmente.

Come disse Gernet, un famoso sinologo francese, quando si discute dei cinesi bisogna fare molta attenzione a quattro cose: “conclusioni precipitose, predeterminazione arbitraria, ostinatezza ed egoismo” (p. 29). La Cina è diventata uno dei padroni di questo mondo, ma questo nuovo mondo è ben diverso dal mondo in cui tutti noi abbiamo vissuto e lavorato in tutti questi anni.

Per quanto riguarda “Il successo del commercio cinese è certamente il risultato dei suoi bassi costi di produzione, legittimi beninteso, ma anche di distorsioni, dumping, violazioni della proprietà intellettuale, danni all’ambiente, illegittime barriere d’accesso e altro ancora” (p. 170). Dopotutto anche “Il fattore G (Germania ha un peso determinante nelle relazioni Ue-Cina. Berlino lavora a una precisa strategia nazionale d’integrazione industriale con la Cina, senza alcun riguardo per una prospettiva europea comune, piegando l’Unione Europea ai suoi progetti nazionalisti” (p. 172).

In effetti la “libertà di circolazione di merci e servizi quale motore di crescita e sviluppo per tutti non è altro che il capitolo di una mitologia costruita a tavolino. Nell’Ue, ad esempio, la libertà di circolazione esclude il settore terziario (che costituisce il 74 per cento del Pil europeo), che è tuttora regolato dalle legislazioni dei singoli paesi membri, mentre gli scandalosi paradisi fiscali esistenti a diversa gradazione in svariati paesi Ue continuano a prosperare con il tacito consenso delle ipocrite oligarchie nordiche” (p. 94).

Nel nostro mondo esistono i proprietari dei media e i rettori delle università, “le cui carriere devono piegarsi alla logica dell’intercessione mediatica e ai potentati underground (massonerie, gruppi transnazionali, Bilderberg, G30, Trilaterale, ambienti finanziari, tutti legati al potere corporativo della Grande Finanza)” (citato a p. 32). Purtroppo molte di queste persone hanno gli stessi gusti e a molte di loro piace comandare. Attualmente in Cina i proprietari delle grandi aziende “non accettano facilmente di piegarsi alle disposizioni di funzionari di Partito, di solito incompetenti ed esterni al settore di business nel quale vorrebbero intromettersi” (p. 73).

In ultima analisi dalla lettura di questo saggio molto interessante emerge che forse non esiste una grande differenza tra il presidente della Cina di oggi e uno degli ultimi imperatori della Cina. In ogni caso tutti noi abbiamo “la responsabilità morale di assistere gli altri e migliorare sé stessi, poiché tutti hanno il dovere di contribuire all’edificazione di una società migliore” (Confucio e Bradadini, p. 36). Del resto è quasi certo che “non potresti non essere interessato alla guerra, ma è la guerra che s’interessa a te” (Lev Trockij, p. 97).

 

Alberto Bradanini si è laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma e inizia la carriere diplomatica nel 1975. Nel corso della sua vita è stato console generale d’Italia a Hong Kong, ambasciatore d’Italia in Iran e ambasciatore d’Italia in Cina dal 2013 al 2015. Ora è il presidente del Centro studi sulla Cina contemporanea: http://cscc.it. Per ottenere ulteriori informazioni abbastanza aggiornate: https://www.lafionda.org/author/bradanini.

Andrea Cavazzuti è un grande fotografo e un artista che ci ha lasciato molte foto molto rappresentative della Cina. Si è laureato in Lingua e letteratura cinese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. In questo grande testo le foto sono in un certo modo semplicemente basilari.

 

Nota aforistica – Di solito “il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione della conoscenza” (Stephen Hawking); Natura madre di tutte le cose (in un tempio cinese); Agire è facile, conoscere, e ancor più capire, è difficile (Confucio). Aggiunta accademica e non solo: https://www.laurent-mucchielli.org. Dopotutto della Cina si sanno davvero poche cose reali e veramente certificabili; questa lettura mi è sembrata davvero edificante e realistica. In effetti “Lo studio della storia insegna che non esistono eterni vincitori o eterni perdenti” (Ramachandra Guha). In altre parole “I fatti non cessano di esistere solo perché noi li ignoriamo” (Aldous Huxley). Dopotutto “gli investimenti cinesi in Europa sono solo il 5 per cento di quelli totali, 200 miliardi rispetto ai 1800 americani” (p. 171) e “Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non vediamo tutti lo stesso orizzonte” (Konrad Adenauer).

Nota aforistica rinforzata – “La politica estera americana è il parco giochi del complesso militare-industriale” (Frank Zappa, p. 133); “La libertà di commercio non è un principio, ma solo un espediente” (Benjamin Disraeli), p. 141); “La felicità ci rende gentili, le prove ci rendono forti, i dolori ci rendono umani, i fallimenti ci rendono umili. Solo la volontà ci fa avanzare” (Anonimo); “Ai crocevia più importanti della nostra esistenza non vi è mai alcuna segnaletica” (Hemingway); “Investire con successo significa anticipare le anticipazioni degli altri” (John Maynard Keynes); “Pubblico, aggettivo trascurabile nei programmi di governo” (Ambrose Bierce); “L’esperto è una persona che ha fatto tutti gli errori possibili immaginabili in un campo ristretto” (Niels Bohr); “L’odio è una trappola, ci lega troppo all’avversario” (Milan Kundera); “Governare vuol dire scegliere bene i funzionari” (Sima Qian, storico); “Se il mondo fosse come dovrebbe, non avrei desiderio di cambiarlo” (Confucio, p. 147; in uno dei migliori libri della mia vita).

Nota finale – Lascio un paio di film (Ukraine on fire) di Oliver Stone ai veri appassionati di cinema: https://www.youtube.com/watch?v=93695fYe0KU; https://www.youtube.com/watch?v=Bzc1Ot5-q5I&t=2s (Revealing Ukraine, 2019, di Igor Lopatonok, executive producer Oliver Stone). Aggiunta italiana: https://www.youtube.com/watch?v=lESUhaM5D1I (Michetti di Roma su Radioradio.it). E per finire parliamo di USA: https://www.nogeoingegneria.com/effetti/politicaeconomia/il-grande-gioco-di-washington-di-rainer-rupp

 




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