lunedì 21 febbraio 2022 - Attilio Runello

Un altro ministro che non saluta la Von der Leyen

A Bruxelles all'incontro fra Unione Europea e rappresentanti dell'Unione africana il ministro degli Esteri dell'Uganda ha portato il proprio saluto al presidente del Consiglio Michel e al presidente di turno Macron baipassando la Von der Leyen. 
Solo dopo gli evidenti cenni di Macron si è rivolto alla Von der Leyen con un inchino e quasi scusandosi.

Dopo il Sofagate ad Ankara in Turchia è la seconda volta che la Von der Leyen viene messa in una situazione di imbarazzo.

L'Uganda è un paese politicamente non molto diverso dalla Bielorussia, con il presidente eletto al sesto mandato dopo una repressione dell'opposizione non certo delle più violente ma sufficiente a garantire al presidente uscente la vittoria.

L'opposizione condotta da un celebre e giovane rapper non ha mancato di denunciare brogli sul piano nazionale e internazionale.

E'un paese dove l'omosessualità è punita con l'ergastolo. Ma sta facendo passi in avanti. Prima era punita con la pena di morte.

Ha ottimi rapporti commerciali con la Cina e insieme ad altri paesi africani dell'area ha facilitazioni nell'esportare nell'Unione europea prodotti dell'agricoltura e della pesca.

Nonostante tutto si tratta di uno dei paesi più stabili dell'Africa, dove solo l'anno scorso ci sono stati quattro colpi di stato e in molti paesi il terrorismo islamico miete vittime.

Che cosa ha a che fare tutto questo con il ritardato saluto del ministro degli Esteri alla Von der Leyen? Forse nulla, ma è nota l'insistenza dell'Unione europea sul rispetto dei diritti umani con i paesi con cui ha rapporti commerciali. Forse la Von der Leyen li aveva sottolineati troppo?

Possiamo solo fare speculazioni. L'esecutivo in Uganda ha dieci donne nominate dal presidente Musoveni. Non si può certo parlare di retaggi misogini in questo paese africano. Inoltre il Parlamento è costituito da 303 membri che vengono eletti in 111 distretti. In ogni distretto deve essere eletta una donna. Una sorta di quote rosa.

Un altro aspetto da prendere in considerazione è la possibile disponibilità del paese insieme al Burundi ad accogliere migranti giunti in Danimarca e, a presto, anche nel Regno Unito, dove verrebbero avviate pratiche di richiesta di asilo. Il progetto è stato avviato dalla Danimarca e non è certo benvisto dall'Unione europea.

Foto European Parliament/Flickr




Lasciare un commento