venerdì 31 luglio 2009 - Damiano Mazzotti

Un Paese fatto di paesi, vecchi, poveri e depressi

Il libro “Ex Italia. Viaggio nel Paese che non sa più chi è” (www.bcdeditore.it, 2009) è il racconto “radiografico” e superlativo di un viaggio intenso e struggente, attraverso tutte le Regioni d’Italia.

Il giornalista Giampaolo Visetti (inviato di Repubblica) ha affrontato una vasta esplorazione antropologica contemporanea che svela le impietose trasformazioni sociali italiane che si stanno intersecando con i cambiamenti imposti dalla globalizzazione economica. Ed emerge il solito fatto generale: nonostante tutti i problemi, gli italiani mantengono l’identità locale (comunale, provinciale e regionale) come prioritaria rispetto a quella nazionale. Tranne quelli che fuggono saggiamente all’estero, perché ora in Italia l’idea di futuro è circoscritta all’individuo, impegnato a difendersi dalla realtà che lo circonda e la democrazia non è un sistema di garanzia delle libertà, ma è diventata un sistema di caste che vogliono difendere le loro capacità di consumo (Visetti).

Comunque, siccome l’autore ha deciso di fare un collage quasi fotografico dell’Italia, focalizzando l’attenzione su un particolare tema regionale, pure io seguirò il suo esempio.

Liguria. È la regione con il maggiore invecchiamento della popolazione. Ogni anno muoiono il doppio degli esseri umani che nascono. Per ogni bambino sotto i 14 anni ci sono sei vecchi oltre i 70. Le badanti superano i metalmeccanici e 45 famiglie su cento non hanno figli. I matrimoni tra settantenni e giovani badanti superano quelli tra i ragazzi. “Si torna al sano matrimonio d’interesse. L’amore coniugale è un’invenzione del Novecento, ci si è sempre sposati per necessità” (Maurizio Maggiani). È questa l’implacabile proiezione futura del destino di tutta l’Italia.

Piemonte. Qui si esamina la dittatura dei centri commerciali e della grande distribuzione. Troppi negozi aprono e chiudono in meno di quattro mesi. I grandi cartelli stabiliscono i prodotti che si possono vendere e il loro prezzo (spesso ricattando i vari produttori). Inoltre la speculazione edilizia dei centri commerciali si divora il territorio. E la politica non dà nessuna risposta. Insomma: “Prezzi alti e stipendi bassi? Cazzi vostri”. È “la fine del trentennio consumista in Italia” (p. 32).

Valle D’Aosta. Il racconto-inchiesta si concentra sul turismo pilotato dalle mani pubbliche, che monopolizza il territorio e arriva addirittura a costruire gli alberghi. Inoltre l’intero arco alpino con il sistema delle seconde case viene utilizzato come lavatrice per i “capitali sporchi” (p. 45). Quindi la Valle d’Aosta è una regione molto pulita, piena di turisti e di soldi sporchi, e con i bilanci degli impianti sciistici in rosso (anche se hanno alte ricadute economiche). Il tutto in mano a 20 persone.

Lombardia. La problematica presa in esame riguarda l’agricoltura senza contadini (ostaggio della finanza). E qui la crisi è vera: gente che muore a 36 anni. I suicidi sono aumentati del 32 per cento negli ultimi due anni. Nella catena commerciale ci sono troppi passaggi, tutti devono guadagnare e lo scarto è del 30 per cento. Esplode il prezzo al consumo e crolla quello riservato agli agricoltori. Purtroppo la gente non ha più i soldi per pagare il cibo sano (e quindi vivrà una vecchiaia piena di sofferenze). Si controlla il cibo italiano e al supermercato importiamo tutte le porcherie di questo sporco mondo (non oso pensare a quando i cinesi entreranno a pieno titolo nel settore agricolo).

“I parlamentari espressi dagli agricoltori sono passati in pochi anni da 90 a 2… I contadini, che erano la civiltà dell’equilibrio, presto saranno la leva di una rivoluzione” (Roberto Borroni, presidente di Agrisviluppo). Gli uffici UE governano il 99 per cento dell’agricoltura e noi non abbiamo i tecnici capaci di tradurre le direttive (Elisabetta Poloni, presidente Cia di Mantova). “L’energia alimentare è la nuova arma di scambio nella lotta per il potere globale” (Fabio Spazzini, orticoltore).

Trentino. Procede purtroppo l’involuzione ambientalista nelle Alpi. “L’iper-specializzazione economica dell’industria della neve (simile a quella Valdostana), spazza via le piccole aziende agricole e piega le medie al modello padano… il biologico viene ostacolato con ogni mezzo, trionfa un iperigienismo comico. Tutto deve essere sterile… mentre tonnellate di concimi chimici, mangimi tossici e alimenti sconvolti dai conservanti ottengono incentivi” (Laura Zanetti, presidente dei pastori e dei malghesi). E siccome le leggi in Italia sono fatte da avvocati e da cretini ancora “non si capisce perché i prodotti tipici artigianali, non possono essere somministrati fuori dal luogo di produzione” (Francesco Franzoi, produttore di formaggi).

Sud Tirolo. Qui si parla della mutazione del centralismo federalista. Il ministro Calderoli è andato a Falzes, “nel maso di Luis Durnwalder, unico governatore contadino dell’Europa occidentale a essere democraticamente al potere da 35 anni e ha stretto un patto. Roma promette di non toccare i fondi che consentono al Sudtirolo di essere la provincia più ricca d’Italia” (Visetti). E così i tirolesi del Sud fanno gli italiani anche se per molti di loro “l’Alto Adige non è Italia” (Eva Klotz). Luis Durnwalder guadagna 25.600 euro al mese, la cancelliera tedesca Angela Merkel solo 19.300. 

Veneto. Il protagonista del capitolo è il veloce impoverimento di chi ha sostituito Dio con il denaro. Alle mense della Caritas c’è una fila sempre più lunga di impiegati, operai, commesse, ecc. E uno dei cancri del sistema economico in crisi sono le agenzie interinali. “Dovrebbero assumere, trattenere l’1 per cento dello stipendio, garantire la paga nei periodi di mobilità. Nessuno applica la legge… Si trattengono fino al 15 per cento della paga, se finisci a spasso non coprono nulla”.

Friuli-Venezia Giulia. Il tema regionale riguarda l’alcolismo. Troppo spesso ci dimentichiamo che “In Italia la droga ogni anno uccide meno di mille persone, mentre l’alcool ne miete 34.000. La metà di incidenti stradali, infortuni sul lavoro e domestici, è riconducibile al bicchiere” (Francesco Piani, responsabile del Sert Medio Friuli).

Emilia-Romagna. La discussione prende in esame il tradimento del mondo giovanile. I giovani talenti vengono continuamente trascurati. Come Marco Mazzoni, 23 anni, fondatore del mensile studentesco BlogMag, che ha 27 edizioni locali e oltre 2 milioni di lettori nelle scuole di tutta Italia (la versione online è www.blogmag.it). Anche Alessandro Cavalli dell’Istituto Iard (www.iard.it, www.postpoll.it), conferma la disillusione giovanile e le molteplici problematiche: solo lo 0,1 degli under 35 sono al potere in Italia, mentre in Germania sono il 14 per cento e in Cina ben il 29. Più tristi questi fatti: il 50 per cento usa abitualmente droghe e 8 su 10 ricorrono a psicofarmaci.

Toscana. Qui si racconta la lenta morte del decrepito mondo della cultura italiana. Molti musei e palazzi sono chiusi per restauro, altri per ferie, e molti altri sono aperti solo per poche ore. Nei prossimi tre anni ci saranno tagli ministeriali per 1 miliardo di euro. Musei, teatri, biblioteche, centri di ricerca e scuole non riusciranno a pagare le bollette, né il personale (Giorgio Bonsanti, docente di storia e tecnica del restauro). In Toscana ci sono 615 musei, uno ogni 6 mila abitanti. Oggigiorno “la storia dell’arte è solo un pretesto per il turismo e per le speculazioni immobiliari” (Aldo Schiavone, rettore dell’Istituto Superiore di Scienze Umane, www.sumitalia.it ).

Umbria. Il tema regionale riguarda la ricerca incerta della spiritualità perduta. Qui è in aumento il turismo religioso. Però è anche la regione in cui si abortisce, si divorzia e ci si massaggia di più (per risolvere molti mali basterebbe riscoprire la spiritualità rappresentata dalla passione per gli altri).

Marche. Qui si descrive l’agonia dell’artigianato. “Contro questa crisi servirebbe quanto, purtroppo, è stato distrutto: le cose fatte bene” (Carlo Carboni, sociologo). L’età media degli artigiani è di 62 anni e nella regione c’è il record europeo di stranieri artigiani. I marchigiani sono troppo ricchi per usare le mani (Mariangela Paradisi, economista) e i giovani seguono il mito accademico di massa… Il mercato, all’Italia chiede le inimitabili cose fatte a mano… Tutti impiegati, manager, intellettuali, bancari… in sostanza, inutili (Renato Novelli, storico). Purtroppo “le scuole professionali, invece di formare all’élite dei mestieri, sono state ridotte a un ricovero per falliti. Così, in pochi anni, l’Italia ha bruciato la cultura più intima della sua vocazione. Creare con le mani richiede anni di osservazione e una vita di pratica. La politica delle ideologie non lo ha capito e si ostina, cinicamente, a ripetere gli stessi errori” (Sandro Toberi, cartaio). I soliti politici deficienti…

Abruzzo. Il problema fondamentale è l’eccessivo sfruttamento del mare. Inoltre “Migliaia di licenze passano nelle mani di pochi investitori finanziari… Nessuno cala sacchi (reti) con maglie da quattro centimetri, per risparmiare i pesci piccoli. “Se non usi quelle illegali da uno, ormai torni vuoto” (M. D., retista). Alla fine “in mare non resta quasi niente. Così si pesca sempre di più. Uno sforzo insostenibile, garantito da pescatori ignoranti, grossisti irresponsabili e politici corrotti” (Giuseppe Gasparroni, armatore). Per i biologi l’Adriatico vive un periodo di “equilibrio mutante”. Di 700 specie pescate se ne sfruttano solo 60, in tavola se ne consumano 20 e il resto si butta.

Molise. Un dato: nel mare Adriatico sette imbarcati su dieci sono immigrati pagati in nero. “Il Sud è una distesa dove vale una sola regola: chi arriva prima ed è più grosso fa ciò che vuole e si prende tutto” (Mario Camplone, comandante di peschereccio). In Italia il mercato viene fatto da pochi grossisti… “I grossisti sono controllati dalle banche e ricattano i pescatori, a cui anticipano o prestano i soldi per pagare i debiti. Le società sono in mano a investitori stranieri, spagnoli, giapponesi e dell’Europa orientale, che posseggono il monopolio delle importazioni… Il pesce importato costa meno e rende di più, taglia i prezzi del pescato nazionale, strozza i piccoli e soddisfa industrie e banchi della grande distribuzione. La politica si paga i costi elettorali e finge di rispondere alle pressioni atlantiche della UE. Uno scambio: licenza di distruggere per licenza di speculare” (Luciano, commerciante). Risultati: le alici da 50 centesimi arrivano a Milano a 16 euro.

Campania. Visetti racconta la disperata ripresa dell’emigrazione per sfuggire a un Sud abbandonato e abbandonante. I poveri che partono ogni notte dalla Campania verso il Nord guadagnano 20 euro al giorno in nero (meno degli immigrati africani). La povertà è diventata un’eredità tra generazioni” (Giovanni Laino, Associazione Quartieri Spagnoli). “Solo la criminalità ha soldi da investire e lavoro da offrire. La regione si trasforma in una holding camorristica” (Gaetano Romano, Caritas). E nessuno capisce “che siamo prossimi all’esplosione” (Alex Zanotelli, missionario). I disoccupati sono intorno al 40 per cento e la dispersione scolastica raggiunge il 45 per cento. “Questo accanimento particolare contro i poveri, con l’arma dell’istruzione negata è il via libera pubblico alla criminalità” (Marco Rossi Doria, maestro di strada). Ma perché nessuno promuove il fatto che nel 2009 esiste la pillola, il preservativo e la sterilizzazione, per evitare di far fare una vita da schiavi e da cani di strada a degli eventuali figli? E basta tirare in ballo Gesù e la tradizione della religione quando la tecnologia propone cose mai esistite prima…

Puglia. Qui si parla della crisi della famiglia e ci sono troppi casi umani di cui è meglio non parlare. Non si può invece tacere il dato di fatto che siamo la nazione europea (tolto l’Est), con più minori abbandonati (Maria Grazia Bacco, direttrice dell’associazione Nostra Famiglia). E insieme alla Grecia siamo l’unico paese europeo senza un piano di lotta contro la povertà. Tra Brindisi e Foggia i vigili urbani abbandonano i bambini nel territorio del Comune vicino (p. 167). I minorenni non votano… C’è chi ha proposto l’idea di attivare corsi prematrimoniali per insegnare la genitorialità e la scienza delle relazioni (Rosalinda Cassibba, Università di Bari). Però a certi soggetti problematici (tossicodipendenti, criminali, mafiosi) andrebbe proibito di fare danni attraverso la sterilizzazione.

Basilicata. È la terra più abbandonata dove la rapacità del potere non lascia scampo alle persone semplici. Ed è “la regione italiana dove negli ultimi due anni ha chiuso il maggior numero di imprese, con il record di posti di lavoro perduti, di emigrati e di crollo demografico del Sud”.

Calabria. L’etnocidio: qui la demolizione dell’istruzione ha provocato la desertificazione dei paesi.

Sicilia. I problemi dell’immigrazione e del razzismo sono diffusissimi e il malaffare è la regola.

Sardegna. L’inchiesta descrive la distruzione del territorio e i progetti di asservimento di interi settori della popolazione (pastori e agricoltori). Il mare e il formaggio appartengono ai soliti noti.

Lazio. Qui si sintetizzano e si amplificano i mali del declino italiano e della xenofobia. Il risultato è anche questo: è una delle regioni con il tasso più elevato di insoluti (cioè di mancati pagamenti).

Da tutto ciò nasce la difficoltà dell’Italia di diffondere il sentimento civico e di avere dei principi d’autorità chiari, il che impedisce al Paese di diventare una vera Nazione, “pur mantenendo la sua molteplicità. Perché di fronte al mondo che incombe un “Paese di paesi” può reggere il confronto. Ma una galassia di “paesi senza un Paese proprio no. Un Paese stressato da mille tensioni locali diventa – resta – un “paesino”. E rischia di soccombere” (Ilvo Diamanti, Prefazione, p. 13).

Dunque l’unica Italia possibile sarebbe l’Italia unita dalle diversità (Carlo Azeglio Ciampi). Ma “opporsi a qualsiasi cambiamento è il vizio fatale del Sud” (Vito Teti, antropologo).

P. S. I professori universitari dovrebbero imparare a scrivere i libri da giornalisti come Giampaolo Visetti, che è riuscito ad esprimersi sempre in modo chiaro e preciso nonostante i numerosi concetti espressi e tutte le informazioni raccolte (ha fatto tutto questo in poco più di 200 pagine).




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