martedì 16 agosto 2022 - Antonio Mazzeo

Ucraina: Direttissimo Sigonella – Mar Nero

Vola, individua, spia e spara. E’ il “gioiello” di guerra della Marina militare degli Stati Uniti d’America a cui è stato dato il nome del dio del mare e delle catastrofi dei terremoti e dei maremoti. 

E’ il pattugliatore multi missione P-8A “Poseidon”, realizzato dall’holding industriale aerospaziale Boeing per la lotta antisommergibile ed antinave e per le attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Il velivolo è stato consegnato nel 2014 e dal settembre 2016 opera stabilmente dalla grande base militare siciliana di Sigonella sotto il comando e il controllo di un distaccamento del Patrol Squadron 45 di US Navy appositamente trasferito in Sicilia da Jacksonville, Florida.

“Sigonella consente lo schieramento dei P-8A in uno scacchiere geostrategico che comprende il Mediterraneo, l’Africa settentrionale e l’Europa orientale a supporto del Comando delle forze armate USA in Europa e nel continente africano”, spiega il Pentagono. Per i nuovi pattugliatori sono state ampliate a NAS Sigonella le aree di parcheggio e le piste ed è stato realizzato un maxi-hangar con annesso centro di manutenzione del costo di 26,5 milioni di dollari, inaugurato ufficialmente a metà gennaio 2022. “Progettato per ospitare simultaneamente due P-8A Poseidon, l’hangar di 56.000 piedi quadrati offre uno spazio per gli squadroni aerei trasferiti a rotazione e per le operazioni della Commander Task Force 67 di US Navy”, spiega il Dipartimento della Difesa. “Lo scorso anno, la parte dell’hangar già completata, è stata utilizzata come luogo di transito per i cittadini afgani evacuati prima del loro trasferimento definitivo in altri paesi”.

Insieme ai droni “Global Hawk” di US Navy e AGS NATO – anch’essi con quartier generale Sigonella – i pattugliatori “Poseidon” hanno assunto un ruolo chiave nelle operazioni militari di Washington e dell’Alleanza Atlantica a sostegno del governo di Kiev contro l’occupazione russa di ampie regioni ucraine. Una specie di occhioe orecchio non poi tanto segreto contro le manovre dell’esercito di Mosca e una sorta di consigliere-guida della controffensiva delle forze armate ucraine che ha già consentito di ottenere sul campo rilevanti e sanguinosi “successi” sugli avversari.

Droni e pattugliatori decollano da Sigonella verso l’Europa orientale e il Mar Nero con frequenza ormai quotidiana e lo fanno da molto prima dell’invasione russa del 24 febbraio. Un servizio dell’emittente statunitense CNN andato in onda il 16 febbraio ha riferito di un incontro ravvicinato nel cieli del Mediterraneo tra alcuni cacciabombardieri russi Sukhoi SU-35 e un P-8 “Poseidon” proveniente dallo scalo siciliano. “Non sono state fornite informazioni dal Pentagono sul punto esatto in cui è avvenuto l’incontro, ma le manovre aeree dei russi sono state definite pericolose e scarsamente professionali”, riferiva la CNN. Con lo scoppio della guerra e l’escalation militare di USA, NATO e UE in Est Europa, gli analisti indipendenti di ItaMilRadar hanno documentato la crescita progressiva delle operazioni dei velivoli-spia, con e senza pilota, in Mar Nero e ai confini con Ucraina, Russia e Bielorussia e nel Mediterraneo orientale in prossimità del porto di Tartus, Siria, utilizzato per le soste tecniche della flotta militare russa.

E un “Poseidon” ha avuto un ruolo importantissimo in quella che ad oggi, per il valore politico-simbolico ma soprattutto per le sue drammatiche conseguenze in termini di vite umane, rappresenta una delle azioni di guerra più significative: l’affondamento dell’incrociatore russo Moskvaa largo di Odessa, mercoledì 13 aprile, presumibilmente dopo essere stato colpito dai militari ucraini con uno o più missilianti-nave. Sono ancora fittissimi i misteri sulle dinamiche e sulle unità protagoniste dell’attacco, così come è ancora ignoto il numero delle vittime. E’ tuttavia certo che l’operazione militare contro la nave ammiraglia russa nel Mar Nero è stata “monitorata” e registrata a poche miglia di distanza da un Boeing P-8A di US Navy decollato dalla stazione aeronavale di Sigonella. Il 12 aprile, ItaMilRadar ha pubblicato un breve post segnalando che “per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, stiamo tracciando una missione di un Boeing P-8A di US Navy sul Mar Nero”.

Incontri ravvicinati sulla pelle della gente

“Da quando è iniziata la guerra non ci sono state missioni di sorveglianza sul Mar Nero da parte di velivoli con pilota e questo tipo di operazioni sono state lasciate ai droni”, aggiungeva ItaMilRadar. “Oggi, tuttavia, un Poseidon di Sigonella sta svolgendo una missione di pattugliamento a largo delle coste della Romania e della Bulgaria, E’ interessante notare che l’aereo è giunto a 20 km dall’isola del Serpente (Snake Island), attualmente occupata dalla Marina russa, pur rimanendo nello spazio aereo rumeno. Questo è certamente l’incontro più ravvicinato sin dall’inizio della guerra tra un velivolo NATO e le truppe russe direttamente coinvolte nel conflitto. Va anche sottolineato che il P-8A ha spento il transponder ADS-B mentre stava volando sul mare”.

Un articolo comparso il 20 aprile sull’autorevole quotidiano londinese The Times, prontamente ripreso dal francese Le Figaro ha fornito una descrizione delle evoluzioni aeree del pattugliatore “Poseidon” prima e durante l’attacco contro l’incrociatore lanciamissili russo. “Un Boeing P8 era a meno di 100 miglia dal Moskva il giorno che l’incrociatore russo ha subito un danneggiamento catastrofico”, esordisce The Times. “Si crede che centinaia di marinai siano morti quando l’unità ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata colpita da almeno un missile ucraino anti-nave Neptune. Il suo affondamento ha drammaticamente ridotto la probabilità di un assalto anfibio su Odessa e ha inferto un colpo all’operatività della Russia nel Mar Nero”.

Il quotidiano londinese ha ricostruito dettagliatamente il volo del pattugliatore marittimo di US Navy sin dal decollo dallo scalo siciliano. “Il 13 aprile, un P8, identificato con il codice AE681B, ha lasciato la base aeronavale USA di Sigonella, per dirigersi verso il Mar Nero”, rivela The Times. “Esso è stato tracciato per la prima volta in volo sul Mediterraneo alle ore 13.32 (fuso orario di Kiev). I dati forniti da FlightRadar24mostrano che il P8 ha sorvolato i Balcani e la Bulgaria, per poi raggiungere la costa rumena sul Mar Nero nelle prime ore del pomeriggio”.

“Il velivolo è stato localizzato per l’ultima volta mentre volava sulla città di Valea Nucarilor in Romania, a circa 12 miglia dalla frontiera con l’Ucraina, alle ore 15.27”, prosegue il quotidiano. “A quel punto il P8 era a meno di un centinaio di miglia da dove è stato colpito l’incrociatore Moskva. All’ora in cui è scomparso ai monitor di FlightRadar24, il P8 si era abbassato in volo da un’altitudine di 29.000 piedi a 11.900 (da 8.840 a 3.627 metri, nda)”. Sempre secondo The Times, nelle successive tre ore è stato impossibile per i radar tracciare la rotta del pattugliatore di US Navy. “Alla fine esso è riapparso alle ore 18.23, mentre volava sulla costa del Mar Nero in prossimità della città di Casimcea in Romania, a circa 37 miglia dalla sua ultima posizione documentata”, spiega la testata. “Dopo 19 minuti, il P8 ha spento ancora una volta il suo transponder, per riapparire 42 minuti più tardi vicino Abrud, nella Romania meridionale, alle ore 19.24, per poi rientrare alla base di Sigonella. Il primo report noto su quanto stava accadendo al Moskva risale alle ore 20.42, quando un volontario ucraino con legami con i militari ha postato un messaggio su Facebook. Alle 22.31 il governatore ucraino di Odessa ha fornito la prima conferma ufficiale sullo strike”.

La disinformazione italiana

Amelia Smith, analista statunitense indipendente, ha spiegato a The Times che la presenza del P8 in vicinanza dell’unità russa “era inusuale, ma non del tutto fuori dall’ordinario”. “L’analista ha anche detto che in quella giornata c’è stato un numero leggermente maggiore di velivoli USA che hanno sorvolato le coste del Mar Nero”, aggiunge The Times. “Il Segretario della Difesa USA, Lloyd Austin, ha ammesso questo mese che gli Stati Uniti stanno fornendo intelligence ai militari ucraini nella regione del Donbass, la prima ammissione pubblica che sono state condivise informazioni classificate con Kiev”. A conclusione, il quotidiano inglese si sofferma sulle caratteristiche tecniche del pattugliatore. “Il Boeing P8 Poseidon è il più sofisticato velivolo dell’arsenale USA per individuare i sottomarini e le unità da guerra di superficie; esso utilizza sonoboe contro le unità nemiche e può essere equipaggiato pure con sofisticati radar APY-10”, scrive The Times. “Anche se le sue capacità operative sono secretate, è parere degli esperti che un P8 può mappare con i radar un’area di 10.000 metri quadri da una distanza di più di 220 miglia, è ciò significa che il Moskva poteva essere tracciato perfettamente il giorno del suo affondamento”.

Il quotidiano francese Le Figaro si è spinto ancora oltre rivelando un particolare assai inquietante: “Il P8 Poseidon è pure armato con missili antinave AGM-84 Harpoon e siluri Mark 54. Sono simili ai sistemi impiegati a bordo del velivolo equivalente francese ATL2, utilizzato con il gruppo aeronavale da febbraio ad aprile 2022 (nel Mediterraneo orientale, nda), guidato dalla portaerei Clémenceau”. In verità altri analisti militari hanno scartato l’ipotesi che i missili che hanno colpito la nave russa siano partiti dal pattugliatore USA. Secondo uno dei massimi esperti di intelligence e questioni militari, l’ex vice-sottosegretario alla difesa statunitense Stephen Bryen “non esiste alcuna evidenza che il P-8A abbia lanciato qualsiasi dispositivo d’arma”. Se ciò fosse accaduto, aggiunge Bryen in un lungo articolo apparso su Asia Times, “sarebbe stata superata una linea assai sensibile e ciò avrebbe spinto gli USA direttamente alla guerra in Ucraina senza l’autorizzazione del Congresso o della Presidenza”. “Certo, ogni cosa è possibile”, commenta in conclusione. “Sicuramente, se il P-8A era lì, inseguendo le navi e i sottomarini russi, non avrebbe non potuto testare i differenti sistemi presenti a bordo contro le maggiori unità da guerra della Marina russa. Il P-8A ha una sofisticata suite di contromisure elettroniche AN/ALR-55 realizzata da BAE Systems. Questi sono sistemi nuovi di zecca e se si trovano sui pattugliatori P-8 che operano nell’arena del Mar Nero, dovrebbero essere stati installati lo scorso anno o anche nell’ultimo paio di mesi. Molto di ciò che l’ALR-55 può fare è sottoposto a segreto, ma si sa che è capace di disturbare i radar nemici o, possibilmente, di annullarne i segnali. Tuttavia è teoricamente possibile che se il P-8A di US Navy era connesso in tempo reale o quasi agli operatori ucraini del Neptune, esso potrebbe aver oscurato e annullato i sistemi radar a bordo delle navi russe. Ci sono pochi dubbi che il P-8A non si sia coordinato con gli ucraini, forse direttamente o attraverso connessioni satellitari, o possibilmente dopo il passaggio tra le forze USA e NATO e poi a quelle ucraine”. In un servizio pubblicato il 5 maggio dal New York Timessono state citate fonti ufficiali statunitensi e ucraine che avrebbero riferito anche di una possibile “distrazione” del Moskvacon un drone “Bayraktar” di produzione turca ma in possesso delle forze armate di Kiev.

Da Sigonella direttamente sul Mar Nero

Le operazioni dei pattugliatori “Poseidon” sono proseguite anche nei giorni successivi all’affondamento della nave ammiraglia. ItaMilRadar ne ha documentato una il 15 aprile sul Mediterraneo orientale e un’altra ancora il giorno successivo. “Nel pomeriggio abbiamo tracciato una nuova missione sul Mar Nero di un USN Boeing P-8A partito da NAS Sigonella”, recita il report del 16 aprile. “Dopo una lunga sospensione (sin dall’inizio della guerra in Ucraina), nell’ultimo paio di giorni abbiamo registrato diverse nuove missioni dei Poseidon a largo delle coste bulgare e rumene (la prima il 12 aprile). Coincidenza (o no?), le missioni sono state riesumate appena prima dell’affondamento dell’incrociatore Moskva. Molto probabilmente essi stanno monitorando la situazione nel Mar Nero di fronte ad Odessa per comprendere le intenzioni della flotta russa riguardo a un possibile sbarco vicino la città ucraina”.

Nella mattinata del 19 aprile ItaMilRadarha tracciato il decollo da Sigonella di un pattugliatore ATR P-72A dell’Aeronautica Militare italiana poi direttosi in missione nel mar Ionio e, subito dopo, di un Boeing P-8A di US Navy che ha raggiunto il Mar Nero per poi rientrare in serata nella base siciliana. “Durante il volo sul Mar Nero l’aereo ha spento il transponder ma possiamo affermare con certezza che la missione si è svolta di fronte alla Romania e alla Bulgaria, in una zona (specialmente quella settentrionale) che è ad appena un paio di miglia di distanza dall’area delle operazioni della flotta della Marina russa”. Un “Poseidon” ha operato nel Mediterraneo orientale pure tutta la giornata del 20 aprile, a breve distanza da un pattugliatore marittimo Lockheed CP-140 “Aurora” dell’Aeronautica militare del Canada, anch’esso decollato da Sigonella. E poi ancora il 24 aprile per l’ennesima missione top secret in Mar Nero (con il transponder spento per sfuggire al controllo radar) e nella serata di giorno 26, contemporaneamente a un’operazione vicina al confine occidentale dell’Ucraina di un drone “Global Hawk” dell’US Air Force (nome in codice Forte10) anch’esso decollato da NAS Sigonella.

Mentre in Italia nessuna grande rete televisiva né tanto meno un quotidiano di tiratura nazionale ha provato ad approfondire la vicenda relativa all’affondamento del Moskva e al ruolo assunto dal “Poseidon” decollato dalla Sicilia, il 5 maggio due importanti emittenti Tv degli Stati Uniti hanno fornito ulteriori dettagli sull’azione di guerra consumatasi in mare a metà aprile. La CNN ha riferito che “sono stati gli Stati Uniti a fornire le informazioni di intelligence che hanno aiutato a colpire l’incrociatore russo”. “Un funzionario statunitense – che ha parlato in forma anonima – ha affermato che l’Ucraina da sola ha deciso di prendere di mira e affondare l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, usando i propri missili anti-nave”, ha aggiunto la CNN. “Tuttavia, visti i continui attacchi della Russia dal mare verso la costa ucraina, gli Stati Uniti hanno fornito una serie di informazioni, compresa l’ubicazione delle navi”.

“Dopo aver avvistato una nave da guerra russa nel Mar Nero, Kiev ha chiamato i suoi contatti americani per avere conferma che si trattasse del Moskva”, aggiunge l’emittente. “Gli Stati Uniti hanno confermato che era l’incrociatore e hanno fornito informazioni sulla sua posizione. Non è chiaro se gli USA sapessero che l’Ucraina avrebbe attaccato e non sono stati coinvolti nella decisione, hanno sottolineano le fonti militari”. Le rivelazioni della CNN sono state prontamente smentite dal portavoce del Pentagono, John Kirby. “Non abbiamo fornito all’Ucraina informazioni specifiche per affondare l’incrociatore russo Moskva”, ha dichiarato il funzionario alla CNN. “Non siamo stati coinvolti nella decisione degli ucraini di colpire l’imbarcazione o nell’operazione che hanno effettuato. Non eravamo a conoscenza dell’intenzione dell’Ucraina di colpire la nave (…) Gli ucraini hanno le loro capacità di intelligence per tracciare e colpire imbarcazioni russe come hanno fatto in questo caso”.

Sempre il 5 maggio anche l’NBC riportava quanto dichiarato da “alcune fonti ufficiali secretate”: “L’intelligence statunitense ha aiutato l’Ucraina ad affondare l’ammiraglia russa Moskva, dicono i funzionari”, riportava l’emittente televisiva. “L’attacco è avvenuto dopo che le forze armate ucraine hanno chiesto informazioni agli americani sull’unità in navigazione nel Mar Nero a sud di Odessa, hanno spiegato gli ufficiali USA ad NBC News. Gli statunitensi l’hanno identificata nel Moskva, hanno dichiarato gli ufficiali, e li hanno aiutati a confermare la sua localizzazione, dopo il quale gli ucraini hanno mirato alla nave. Gli USA non sapevano al momento che l’Ucraina stava per colpire il Moskva, hanno aggiunto, e non sono stati coinvolti nella decisione di colpirlaL’intelligence navale viene scambiata con gli ucraini per aiutarli nella difesa contro gli attacchi delle navi russe, hanno aggiunto gli ufficiali. Il ruolo USA nell’affondamento non era stato ammesso in precedenza. Ma NBC News aveva documentato il mese scorso come l’intelligence americana scambiata con l’Ucraina fosse stata strumentale nei successi riportati dall’Ucraina fino ad oggi, incluso l’aiuto agli ucraini per prendere di mira le forze armate russe ed evitare i suoi attacchi. Gli ufficiali statunitensi hanno espresso preoccupazione che le prove sullo scambio di intelligence USA con l’Ucraina possano far arrabbiare Putin e provocare una risposta imprevedibile. La politica odierna statunitense proibisce espressamente lo scambio di intelligence per colpire in modo letale i leader civili e militari russi, hanno spiegato ai due ufficiali statunitensi che hanno voluto rispondere a NBC News. Nei primi giorni di conflitto, il Moskva è stato protagonista di ciò che è divenuto un incidente iconico quando i militari a bordo ordinarono di arrendersi alle guardie di frontiere ucraine presenti a Snake Island. Nave da guerra russa, vaffan.., risposero le guardie”.

Il vaffanculo urlato contro l’incrociatore russo è divenuto uno degli immancabili ingredienti chiave della macchina da propaganda di guerra del governo di Kiev. Quando l’1 aprile 2022 attraversammo con la Carovana della Pace Stop The Warla frontiera tra Polonia e Ucraina diretti a Leopoli, ci trovammo di fronte un cartellone gigante con al centro la siluette della cittadella del Cremlino disegnata a mo’ di nave da guerra, piegata su un fianco, mentre affonda in un lago di sangue. Sopra, a caratteri cubitali, in cirillico, Mosca vaffanculo!!! Cartelloni simili per demonizzare, dissacrare e disumanizzare un’intera città, un popolo, una lingua, una storia, una cultura, riempivano le piazze del centro storico di Leopoli, patrimonio dell’umanità. Un manifesto-icona per fomentare odio e intolleranza, altro che legittima resistenza alla brutale aggressione dell’esercito di Putin. Tragicamente profetico.

 Articolo pubblicato in Le Siciliane/Casablanca, n. 77 luglio – agosto 2022. 

 




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