venerdì 19 luglio 2013 - Professional Consumer

Tutto torna, occorre impiegare il profitto

La crisi! La crisi sta qui, lo rileva l'Istat: nel 2012 la spesa media mensile per famiglia è stata pari a 2.419 euro, in ribasso del 2,8% rispetto all'anno precedente, precisando che la spesa è fortemente diminuita anche in termini reali. 

La caduta della spesa media mensile registrato nel 2012, pari al -2,8%, risulta la più forte dall'inizio delle nuove serie storiche dell'Istat, avviate nel 1997. Si taglia soprattutto a tavola, proprio dove si sprecava il 30% dell'acquistato, insomma meno spesa.

Se tanto mi dà tanto, meno spesa pure tra le Imprese dice ancora l'Istat: nel primo trimestre 2013 il tasso di investimento è sceso al 19,5%, con una diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2012. Era al 23% nel primo trimestre 2008.

La spesa pubblica poi, quella che “se tocchi i fili muori”, si tenta di ridurla senza se e senza ma per ridurre il debito!

Il Pil, che della spesa aggregata si nutre, così s'ammoscia. Quest'anno i previsori prevedono -1,9%; negli anni passati è andata pure peggio. Quando tutto questo si mostra, si mostra pure altro: eh sì, tutto torna.

La quota di profitto delle società non finanziarie, spiega l'Istat, si è attestata al 38,3%, con una diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,8 punti percentuali nel confronto con il corrispondente trimestre del 2012.

Fiuu: era al 44, 3% nel primo trimestre 2008.

Orbene, se le quote di quel profitto che si va così riducendo (-6% in cinque anni) fossero state investite per ridurre il prezzo delle merci, si sarebbe potuto ottenere da un lato un aumento della capacità competitiva, rifocillando dall'altro la capacità di spesa delle famiglie; si sarebbero fatte spese in conto capitale, che invece ristagnano; con il prelievo fiscale rifocillata la spesa pubblica: tutti, insomma, insieme a fare il Pil.

Giust'appunto, si sarebbero potute allocare meglio quelle risorse di ricchezza che invece ancor oggi bruciano al sole di una calda estate. Nulla è perduto però, restano ancora 38 colpi in canna. Si potrà continuare a sparare alla luna; qualche colpo si potrà sparare pure alla crisi.

 




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