mercoledì 14 gennaio 2015 - angelo umana

Transamerica, di Duncan Tucker

Transamerica, di Duncan Tucker, USA 2005. E’ curioso che la chirurgia possa curare un malessere mentale. Stanley, che ha il nuovo nome di Sabrina, ha schifo per il suo pene, una parte del suo corpo che non può buttare via come non può buttar via la vita di Stanley, che era la sua. Vuole sottoporsi all’operazione di cambio sesso e per questo si fa assistere dall’assistente di un “Centre for psychological well being”, che la aiuti a dissipare i suoi dubbi.

Un ulteriore dubbio nasce dall’apprendere che ha un figlio, mai conosciuto, concepito in gioventù con una compagna di college ormai morta. Questo è il 17enne Toby, recluso nel carcere minorile perché batteva il marciapiede: avrebbe ambizioni, come quella di fare l’attore mentre, dice, "I tossici vivono alla giornata, non hanno ambizioni". Sabrina si presenta a lui come volontaria di qualche compagnia religiosa di soccorso, lui sa solo che suo padre era un mezzo indiano e non l’ha mai conosciuto.

Inizia un “on the road”, accompagnato da buona musica, tra questi due sconosciuti che per ragioni diverse devono andare in qualche posto, alla scoperta dell’America… profonda. Per tutti Sabrina è una donna, solo una bambina di otto anni le chiede se è maschio o femmina. Una sosta Sabrina la fa presso il domicilio dove Toby ha vissuto prima della detenzione e da dove era fuggito, ma “lei” non conosce il passato del ragazzo: c’è un incontro turbolento col patrigno che lo violentava. Un’altra sosta è presso la perbenista e ricca madre di Stanley-Sabrina che è incantata dall’abbracciare un nipote ma molto delusa dal figlio per quel desiderio di diventare donna e per i suoi dieci anni di college e non un titolo di studio, attribuisce stolidamente tutto questo al disturbo genetico del figlio, anima perduta che chiede un aiuto disperato, perché non sei venuto in chiesa da piccolo.

Questo incontro ha messo in crisi Sabrina, già non pensava di essere padre, tantomeno si sente ora tagliata per fare la madre – sono un pessimo esempio - pure se l’affetto per quel ragazzo la anima. Qualcosa del genere, un figlio ritrovato e un viaggio nell’America, era il tema del film con Bill Murray, Broken Flowers. Transamerica ha il coraggio di mostrare i punti di vista di una persona che vuole cambiar sesso: "So delle cose che voi persone a sesso unico neanche immaginate… un corpo forse in corso d’opera… condizione esistenziale evoluta … se una volta mi guardassero e vedessero me." L’operazione non sarà come ritrovare il paradiso, proprio perché la chirurgia non può curare uno stato mentale, ma Sabrina ha ritrovato un figlio.

E’ un film di non poco valore, per via dell’attrice protagonista Felicity Huffmann (43enne all’epoca del film) e per i premi ricevuti. “Winner” al Berlin Film Festival e al San Francisco Frameline Festival e proiettato nelle selezioni ufficiali dei festival di Los Angeles, Chicago, Toronto: “por si fuera poco”, dicono gli spagnoli, se fosse poco.




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