lunedì 22 agosto 2011 - Professional Consumer

Tra le parti sociali non ci sono i consumatori a discutere della crisi

Nell’incontro tra Governo e “parti sociali” per scacciare la crisi si recita a soggetto.

Personaggi ed interpreti:

Il Governo, quello governato dai diktat europei per governare il debito e la crescita.

La Confindustria, quelli che mal governano i fattori della produzione; che producono troppo, retribuiscono poco.

I Sindacati, quelli che rappresentano chi lavora per produrre e che non riceve redditi sufficienti per acquistare quanto prodotto.

Le Associazioni bancarie, quelle che hanno messo il credito per surrogare quei redditi insufficienti e fare il debito fino allo sboom e che non hanno più credito per fare altro debito.

Già, tutti insieme appassionatamente. Proprio quelli che non hanno governato la crescita, dicono il già detto, rivendicano ragioni, distribuiscono torti.

Ci sono tutti su quel palcoscenico tranne i Consumatori e le loro ragioni.

Sì, i Consumatori, proprio quelli che per statuto di ruolo occupano il centro della scena economica; quelli che acquistano trasformando il valore delle merci in ricchezza, che consumando l’acquistato forniscono l’input per far nuovamente produrre dando continuità al ciclo e sostanza alla crescita.

Già, proprio quelli che, disponendo di reddito adeguato, garantiscono i 2/3 di quella crescita e, quando inadeguato, confezionano la decrescita: si svaluta il valore delle merci, si brucia ricchezza, si riduce l’occupazione, pure il prelievo fiscale, aumenta il debito. Si riduce insomma la produttività del sistema economico.

Già, quella produttività che si declama sulla bocca di tutti; pure dei Professional Consumer inascoltati.

Danno loro un consiglio a Lor Signori: se, perché non si vende, si teme di investire nella nuova produzione i lauti profitti sottraendoli alla crescita, li si investa per smaltire quanto prodotto.

Date da spendere a chi acquista, acquisteranno tutto; occorrerà nuovamente produrre.

La produttività delle imprese andrà alle stelle, ci sarà nuova occupazione, nuovi redditi, nuova crescita, un maggiore prelievo fiscale; si ridurrà il debito.




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