sabato 13 agosto 2016 - soloparolesparse

The Town That Dreaded Sundown – La città che aveva paura

The Town That Dreaded Sundown (La città che aveva paura) è un buon horroraccio sui temi più che classici dell’assassino che ritorna anni dopo e ricrea la situazione della serie di efferati delitti.


Alfonso Gomez-Rejon organizza il film come seguito dell’omonima pelliola del 1976 di Charles Pierce giocando su cose viste e riviste (e portate all’ennesima potenza da Wes Cravwn con la sua serie di Scream.

Siamo a Texarkansa, cittadina a metà tra Texas e Arkansas, con due sindaci, due sceriffi, la perfetta esemplificazione del doppio. 60 anni prima in città un assassino mascherato (il fantasma) ha mietuto le sue vittime tra le giovani coppie, fino a venire ucciso (forse).

Ma il terrore in città è tornato nel 1976, quando su quei fatti viene girato un film (vi ricorda niente), che poi viene proiettato tutti gli anni la notte di Halloween.

Oggi, proprio durante la notte delle streghe, qualcuno torna a vestire i panni del fantasma e ad uccidere giovani coppie appartate.

Viene risparmiata solo Jamie, che ha il compito di raccontare cosa ha visto e riportare il fantasma agli onori delle cronache.


La ragazza però, una ottima Addison Timlin, vuole vederci chiaro e comincia ad indagare.

La storia con il dovuto ingarbugliamento, gli eventi del passato che si fondono con quelli del presente e con il film che sta in mezzo. Poi un po’, di tensione, nessuna remora a giocare con il sangue e con la fantasia quando si tratta di uccidere, e la giusta dose di sesso.

Gomez-Rejon ci mette tutto quello che serve a fare un bel film, compreso l’ambiente particolare, la periferia americana, le vecchie credenze, l’ignoranza, la superstizione, le gelosie. Un paio di belle ragazze e un assassino con il volto coperto.

Vi serve altro?

Eventualmente potreste apprezzare un paio di sequene nei campi di grano, una sulle rotaie della ferrovia e naturalmente quella nel motel lungo la strada. Insomma, c’è proprio tutto e i risultati sono degni, senza eccellere…




Lasciare un commento