lunedì 8 giugno 2015 - Francesco Grano

The Thin Blue Line: "End of Watch – Tolleranza zero"

In occasione dell'uscita nelle sale italiane di Fury, il war movie di David Ayer, riscopriamo lo splendido poliziesco del regista statunitense girato due anni e mezzo fa.

 

 

A South Central (Los Angeles) gli agenti di pattuglia del L.A.P.D. Mike Zavala (Michael Peña) e Brian Taylor (Jake Gyllenhaal) svolgono il loro lavoro con dedizione ed efficienza. Il più intraprendente, Brian, con l’ausilio di una videocamera filma i loro pattugliamenti e interventi per un progetto del corso di legge che frequenta, così da poter far conoscere il lavoro degli uomini in blu. Partner nel mestiere e grandi amici nella vita, in servizio i due si coprono vicendevolmente le spalle perché svolgere il proprio compito di tutori della legge, in un dei quartieri più rischiosi e violenti dell’intera città degli angeli, significa essere facili bersagli a rischio di morte.

Non sono eroi Brian e Mike, né tantomeno cercano glorie ma dinnanzi al pericolo, a cittadini indifesi e di fronte al crimine i due poliziotti non si tirano di certo indietro. A loro importa solo di adempiere al proprio dovere di proteggere e servire il prossimo e, una volta terminato il turno, tornare a casa dalle loro famiglie. Divisi tra il lavoro, l’affetto per i propri cari e gesti di vero coraggio, Mike e Brian, ben presto, portano alla luce un grosso traffico di droga ed esseri umani finendo – così – nella black list di pericolosi narcotrafficanti.

David Ayer è uno specialista nel raccontare storie poliziesche e di criminalità e, soprattutto, nel mostrare quel lato sporco e oscuro della città di Los Angeles: lo ha già dimostrato con la sceneggiatura di Training Day (id., 2001) e con i suoi Harsh Times – I giorni dell’odio (Harsh Times, 2005) e La notte non aspetta (Street Kings, 2008). Con End of Watch – Tolleranza zero (End of Watch, 2012) il regista statunitense dà nuovamente conferma delle sue capacità di saper districarsi – egregiamente – in uno dei generi tra i più famosi e più apprezzati: il poliziesco. Ayer abbandona l’impianto “classicistico” del genere optando per uno stile più realistico e immersivo. Con un uso massiccio della steadicam e del found footage (da qui l’idea del personaggio di Brian che riprende le sue giornate lavorative), End of Watch permette allo spettatore di immergersi, completamente, nelle vite dei due poliziotti. Ogni azione, ogni sequenza dell’intero film è come se fosse vissuta, per davvero, di fianco ai due protagonisti. Tramite questo taglio da mockumentary Ayer non si fa scrupoli a consegnare la crudezza e – perché no? – anche l’orrore di fronte al quale Brian e Mike si trovano ogni giorno. È un poliziesco duro, violento e realista End of Watch, un film embedded tra i poliziotti di L.A., vicino a quella «[…] sottile linea blu» fatta di uomini e donne in uniforme che, ogni giorno sulle strade e nei quartieri più “caldi” e malfamati, difendono i deboli e gli innocenti dal crimine e dalle sue nefandezze. C’è da dire che la scelta di girare in stile finto documentario non è votata, semplicemente ed esclusivamente, all’aspetto estetico/innovativo dell’intero film ma funge da espediente per calare lo spettatore nelle vite private dei due agenti: non sono pochi i momenti (spesso all’interno dell’auto di pattuglia o durante brevi pause di servizio) in cui Brian e Mike parlano dei loro progetti, dei loro sogni, delle persone che amano. Così come non mancano occasioni di felicità, come un matrimonio o la nascita di un figlio, attimi questi che, seppur per breve tempo, aiutano a staccare la spina dal duro lavoro di strada. Introspettivamente (ma con delicatezza) Ayer approfitta di brevi digressioni per far emergere le debolezze e le paure che i due ligi poliziotti portano ognuno dentro di sé. Né eroi, quindi, né tantomeno “supereroi” ma semplici uomini che, dietro al distintivo, celano un cuore pulsante che può sanguinare, può pensare e altresì essere ferito o peggio.

Innovativo e mai banale, adrenalinico e capace di suscitare forti momenti di tensione, End of Watch è riuscito a portare una ventata di freschezza all’interno dei tòpoi del poliziesco. Un esperimento, una prova, una mise en scène fotorealistica sulla vita di chi, con coraggio e senza esitazione, combatte il crimine e le sue ramificazioni sulle strade.




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