The Palace
Bel film ubriacante e preoccupante di Polanski, presentato da certa stampa come un cinepanettone, categoria italiana volgare alla quale non appartiene. Fà piuttosto pensare al recente L'ordine del tempo della signora Cavani, cosa ci resta del tempo che abbiamo ancora da vivere, come impiegarlo e come viverlo e sia Polanski sia la Cavani hanno un lungo e sapiente vissuto, tale da indicarci un po' di saggezza.
Preoccupante per come i signori ospiti dell'hotel di Gstaad sulle Alpi (affittato dalla troupe per girare il film) fanno mostra di vivere, tesi al consumo e ad ostentare ricchezze accumulate e da accumulare, se avranno ancora tempo. Botulino e plastica chirurgica a chili su certi corpi, vestiti e macchinoni che più di cattivo gusto non si può. E' il momento di vivere il Capodanno del 2000, qualcuno esprime timori ventilati che qualcosa di terribile possa avvenire, un millennium bug disastroso dopo il quale non resterà niente. Tanti importantoni e riccastri internazionali vanno a trovarsi là a mostrare la loro “fama”, o fame di divertimento: hanno prenotato per esserci! Ordinano alle maestranze dell'albergo ogni loro pretesa, espongono con cattivo gusto la loro presunta importanza. Il maitre dell'albergo, o maestro di cerimonie, facilita, tranquillizza, apparentemente soddisfa tutti i desideri dello showing-off di costoro. Interessanti e storici gli inserti televisivi di Eltsin che si dimette e di Putin che assume il potere che “i cittadini gli hanno dato” (così almeno dice, la “nomenklatura” non la cita).
Una società in disfacimento, per l'ora fatidica di mezzanotte si praticano con la musica i “trenini che non vanno da nessuna parte” (per citare una frase de La grande Bellezza di Paolo Sorrentino). Un capodanno truculento che fa molto pensare alla crociera che si svolse in Triangle of sadness di Ruben Östlund: prima le feste e le pose che coprono tutti i difetti umani e poi il disastro, il naufragio, la morte verso cui sembrano correre.