domenica 12 luglio 2015 - Angelo Cerciello

The Divergent Series: Insurgent. Il film parla del contrasto tra distopia e utopia

The Divergent SeriesInsurgent è un film del 2015 di Robert Schwentke, con protagonista Shailene Woodley nella parte di Tris. Il film è la continuazione diDivergent. Dopo l’insurrezione Tris e Four sono fuori le mura della città. Essi sono nel villaggio dei facenti parte della fazione degli Amity.

Jeanine Matthews è convinta che, per mantenere stabile la loro società costituita dalle fazioni, la soluzione risieda in un’antica scatola che può essere aperta solo da un Divergent in grado di superare tutti i test, uno per ogni fazione. La scatola è stata custodita per molto tempo dai genitori di Tris. Successivamente nel film Tris viene di sua spontanea volontà al cospetto di Jeanine: la ragazza è stata costretta a farlo perché Jeanine altrimenti avrebbe ucciso delle persone innocenti.

Tris si sottopone alle diverse simulazioni. Ella è collegata tramite dei cavi ad un sistema computerizzato e vive le prove come delle realtà virtuali, come una sorta di videogames, come era stato anche per le simulazioni del film Divergent. La ragazza è immersa in dei mondi irreali e surreali allo stesso tempo e viene messa alla prova: un esempio, come simulazione per la fazione dei Dauntless la ragazza deve mettere in salvo la madre da una “casa volante” in fiamme.

Il film parla metaforicamente di teoria della simulazione, presente anche in altri film come Resident Evil: Retribution, la saga di MatrixIl tredicesimo piano etc., teoria della simulazione secondo la quale degli esseri intelligenti possono creare una realtà simulata nella quale far vivere gli esseri umani inconsapevoli di tutto ciò.

Tris riesce a superare tutte le simulazioni e riesce infine ad aprire la scatola e rivelarne il messaggio contenuto che poi viene reso pubblico. Si scopre allora che la città di Chicago non è l’ultimo avamposto della civiltà, ma un ambiente creato a priori per l’esistenza degli esseri umani, un ambiente orientato ad un esperimento di società; l’esistenza dei Divergent, secondo il messaggio, attesta che le persone sono pronte per vivere nel mondo esterno. Quando il video viene diffuso, tutti i cittadini appartenenti alle cinque fazioni si dirigono verso la barriera che delimita i confini della città. Come dice Tris, i Divergent non sono il problema, come spesso si era fatto credere nel film precedente: essi rappresentano la soluzione per una società in perfetto equilibrio. Essi sono una guida per l’intera umanità.

Quindi c’è una contrapposizione fra utopia e distopia, tra mondo esistente prima e quello che si ottiene alla fine del film. Il mondo utopico che vediamo alla fine del film è utopico per il fatto che ancora non è stato sperimentato e messo alla prova, è un mondo ideale e vergine, un’idea astratta che ancora deve essere dimostrata. Il mondo utopico che vediamo alla fine del film è un’idea contenuta in un messaggio vecchio 200 anni. Invece il “mondo di Jeanine”, se così si può definire, è andato avanti per decenni seppure con degli intoppi sporadici, un modello di società suddivisa in fazioni perfettamente equilibrato, che però escludeva delle minoranze tra cui i Divergent.

Allo stesso tempo il "mondo di Jeanine" è un mondo distopico perchè esprime controllo, repressione e mancanza assoluta di libertà.

Encomiabile la prova di recitazione di Shailene Woodley, ancora una volta un’eroina che prende su di sé il peso dell’intero film nonostante i protagonisti secondari. L’attrice da corpo e sostanza a Tris: l’attrice trasmette rabbia, passione, misericordia, pietà e tanti altri sentimenti ed emozioni. Tris, tra l’altro, rappresenta la salvatrice e allo stesso tempo l’individuo perfetto, sotto tanti aspetti, un individuo unico capace di racchiudere in sé le caratteristiche di tutte le fazioni del mondo distopico visto sia in questo film che in quello precedente.




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