sabato 15 settembre 2012 - Giovanni Greto

The African Mouthbow

Curato dal musicista e compositore Maya A. Mulamasi, autore/esecutore delle tracce 11, 12 e 13, in poco più di un’ora il CD vuol essere un’introduzione agli archi musicali che utilizzano come risuonatore la bocca.

I 24 esempi provengono principalmente dal Malawi, uno Stato dell’Africa sud orientale che si affaccia sull’Oceano Indiano. Sono stati tutti registrati sul campo con lo scopo, afferma il curatore, “di dare una visione della tipologia e delle tecniche per suonare differenti archi a bocca”.

L’uso della bocca umana come cassa di risonanza variabile è infatti una tecnica africana che risale a parecchie migliaia di anni addietro. Gli archi in questione hanno tutti un doppio scopo, cacciare e suonare, forse per conciliare il cacciatore con l’ambiente. Oltre all’arco, nei brani troviamo una serie di strumenti tipici come i sonagli e la Kora, oltre ad avvertire un uso particolare della voce.

Spesso si tratta di frammenti molto brevi, contraddistinti da una ripetitività ossessiva. Altri ci conquistano per il ritmo in 6/8, adottato e sviluppato nel jazz come tempo "afro". E' interessante ed importante, inoltre, che tali documenti vengano registrati, perché non utilizzano alcun tipo di notazione e la loro trasmissione, essendo basata esclusivamente sulla memorizzazione, subisce ad ogni esecuzione delle modifiche e degli sviluppi.

E’ un disco da ascoltare più volte, senza timore di lasciarsi ipnotizzare, non ponendosi barriere all’ascolto, in maniera da poter apprezzare le infinite sfumature. Ottima la qualità delle registrazioni, che ben evidenziano come il concetto di suono in Africa sia molto diverso da quello diffuso in Occidente, preferendo che esso sia complesso e ricco di frizioni e risonanze, piuttosto che privilegiarne la purezza o la semplicità.




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