lunedì 20 luglio 2015 - Pressenza - International Press Agency

Testimonianza dalla Grecia: "Il Mostro, l’Europa, la Grecia e l’azione opportuna"

di Mara Repa

Il 62% dei greci che hanno votato, ha scelto il “No” al referendum del 5 luglio. “No” all’austerità proposta dalla Troika in quel momento. Quando gli è stato chiesto se il “no” apriva la possibilità di un’altra valuta, il Primo Ministo è stato chiaro sul fatto che non era questo il caso; un “no” avrebbe rafforzato i negoziati all’interno dell’Eurozona. Quando gli è stato chiesto se esisteva un piano B, ha risposto che non c’era e che saremmo rimasti nell’euro.

Così il 62% dei greci che hanno votato sapeva che stavano votando per l’euro. Stavano votando contro un programma di austerità senza possibilità di sviluppo e di progresso. Sapevano anche che non c’era un piano B. Poi ci sono stati mormorii e minacce, pii desideri, terrorismo, punti di vista di economisti, ma niente di ufficiale o che si addossasse qualche responsabilità. Non è così che si va al voto.

Così il 62% dei votanti ha mandato in battaglia il suo Premier con le armi dell’Espressione Democratica e della Giustizia per gli esseri umani. Nelle sue dichiarazioni, nelle interviste e anche nel discorso al Parlamento Europeo, Tsipras ha continuato a parlare della Democrazia e della Giustizia per gli esseri umani. Nell’articolo intitolato “Momento della verità per l’Europa”, comparso sul New York Times il 27 giugno, Paul Krugman ha scritto: “Primo, se vince il referendum, il governo greco sarà rafforzato dalla legittimazione democratica, che ancora credo conti in Europa (e se non è così, allora abbiamo bisogno di saperlo).

Se non è così, allora abbiamo bisogno di saperlo. Adesso lo sappiamo. E così vai in battaglia con le tue armi idealistiche e incontri il Mostro. In una battaglia puoi vincere o perdere.

Sei stato sconfitto. Ovviamente ti arrendi. Scegli di farlo all’interno dell’euro perché non hai il mandato del tuo popolo per fare altrimenti. Il 62% non ha votato per un cambio di valuta. E non è mi stato preparato un piano B. E nessun’altra potenza ha offerto un aiuto.

Date le circostanze, abbiamo giocato alla roulette russa. E abbiamo perso.

Abbiamo guadagnato molto:

  1. Consapevolezza di cosa significhi essere un popolo, per lo più, politicamente indifferente da decenni e cosa accade quando continui a lasciare il tuo destino nelle mani di persone che sai che ti tradiranno e scegli ancora di dimenticartene.
  2. Abbiamo visto ciò che siamo pronti a perdere per la nostra dignità (o se siamo pronti a perdere qualcosa…).
  3. L’Europa non ha niente a che vedere con la democrazia.
  4. Il Mostro può avere facce macroeconomiche e macropolitiche (il Nord sul Sud dell’Europa, il salvataggio della Deutsche Bank che è a rischio di collasso, addossare la colpa dell’instabilità dell’Europa alla crisi greca, abbattere questo e ogni altro possibile tentativo della Sinistra in Europa ora e in futuro, e così via), ma ha anche una faccia microeconomica e micropolitica (un 40% dei greci che hanno votato "Sì" si rende conto della lenta morte che i vari Memorandum hanno imposto eppure li sostengono, per interesse o per paura; il sistema dei mass media privati con l’incredibile, criminale propaganda che per anni ha falsificato gli eventi; una gran parte del potere politico greco appoggia Bruxelles, che a sua volta appoggia i suoi interessi (!) e chi se ne importa del paese…).
  5. I parallelismi senza alcuno studio sono pericolosi: l’Argentina e l’Islanda avevano già la loro valuta e non facevano parte di un’unione economica che per anni gli ha imposto quello che dovevano produrre o quello che dovevano smettere di produrre. Avevano debiti di diversa entità e una differente capacità produttiva. Il 60% del prestito tedesco che è stato cancellato e le favorevoli condizioni di pagamento della parte restante, decisi nel 1953 alla Conferenza di Londra, sono arrivati nel momento in cui il paese era distrutto in seguito a due guerre e gli USA volevano avere le loro basi in una terra amica nel cuore dell’Europa, vicino alla Russia (erano i tempi della guerra fredda). Quella “terra amica” doveva essere un paese forte (il Mostro non fa regali…).
  6. Per quanto riguarda la dracma, l’idea dell’uscita dalla schiavitù europea è più che una tentazione, ma nessuno studio o programma serio in questa direzione è mai stato sviluppato. Le opinioni di importanti economisti sono più che rispettabili, ma c’è bisogno di uno studio specifico sull’economia greca e non di indicazioni e modelli generici. Cominciamo a lavorare.

Ci siamo guadagnati questa saggezza. E stiamo camminando per le strade del nostro paese con le ali tagliate e la testa al suo posto per comprendere appieno lo stupro.

Sotto shock. Sentendoci soli e senza protezione. Da noi stessi e dagli altri. Verrà il giorno in cui gli amici europei smetteranno di dire: “Prima o poi faremo la vostra fine, vedrai” (e questo non lo voglio vedere). E diranno invece: “Uno dei nostri paesi è in pericolo, facciamo qualcosa insieme”.

Abbiamo bisogno di unità interna e sociale. Abbiamo bisogno di compassione e solidarietà.

Non è questione di euro o di dracma; è qualcosa di molto più profondo, in noi e nel profondo degli occhi delle altre persone, quello che batterà il Mostro, in qualunque circostanza economica. L’essere umano potrebbe non essere ancora pronto.

“Non opporti a una grande forza. Retrocedi finché non si indebolisce, quindi avanza con risoluzione”. – Il Messaggio di Silo




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