mercoledì 1 dicembre 2010 - Silvia Key

Terremoto studentesco

Ieri è stata approvata alla camera la riforma del ministro Gelmini sull’Università; decine di proteste in programma nei prossimi giorni.

La città si è svegliata presto stamattina, scossa da quello che può essere definito un "terremoto studentesco" che sta scuotendo l'Italia da Nord a Sud in ogni ateneo del Paese.

Quando si tratta di protestare per un bene comune, infatti, non esistono distinzioni territoriali; si è tutti uniti per una causa ritenuta giusta, ma soprattutto essenziale per garantire un futuro a chi si sta impegnando per costruirsene uno. Ci si riunisce in piazza "per difendere i diritti che la Costituzione Italiana ci garantisce" si sente dire stamattina nella sede centrale dell'Università statale di Milano da un'anonima voce che esce con forza da un megafono. "Ci stanno togliendo il futuro" e ancora "Togliete alla politica non alla cultura". Questi sono solo alcuni degli slogan esposti nelle decine di striscioni che colorano Milano stamattina. La neve e il maltempo non fermano una voce che ha intenzione di farsi sentire.

Non si può non notare la tensione che aleggia per le strade della città, quando si vedono gruppi di decine di poliziotti in tenuta anti-sommossa che girano per Milano cercando di mantenere l'ordine. Eppure nella giornata di oggi si aspettano nuovi scontri e innumerevoli manifestazioni in ogni città. L'obiettivo degli studenti in questo momento è quello di far valere i propri diritti, di far capire a chi governa il Paese che questa riforma non è condivisa da una gran parte della popolazione studentesca a cui la riforma stessa è rivolta.

Così la protesta studentesca si unisce a quella dei ricercatori che va avanti già da parecchi giorni. Ieri alcuni professori hanno occupato il tetto della sede di Bicocca e oggi anche lì le proteste continuano. Già ieri sono state bloccate alcune stazioni dei treni ed è stato fermato il traffico in molte zone della città che sono rimaste "paralizzate" a lungo. 

Questo è come un risveglio di persone che si stavano allontanando sempre di più dalla politica credendo che non riguardasse la vita di tutti noi; questa riforma ci ha aiutato a capire che non è così.




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