sabato 1 settembre 2012 - David Asìni

Telegiornali che devastano e non informano

Pillola rossa o pillola blu? Mentre ci pensate, accendete la tv e cercate un tg qualsiasi.

Scorrono i titoli di testa, l'inquadratura si accentra, la speaker ci saluta, pare tutto in ordine; tanti piccoli particolari disegneranno un progetto preciso: vogliono parlare al bambino che è in voi; vogliono che regrediate.

Perché? Per rendervi inoffensivi. Come ci riescono? Con il tono ed il linguaggio adatti.

Il mezzo è suscitare la vostra emotività prima, e degli interessi giocosi poi, entrambe prerogative che non servono per capire quello che, in realtà, sta succedendo.

La maggior parte dei fatti raccontati negli spazi dedicati all'informazione riguarda ormai la cronaca, meglio se sanguinaria: un delitto passionale, una rapina finita male, una disgrazia. Chi non si sente coinvolto da una tragedia, con tanto di immagini di parenti straziati, particolari "splatter" e riferimenti commoventi? "Avrebbe compiuto 18 anni il prossimo maggio", oppure "si trovava lì per caso", ad esempio. Il tono è drammatico, toccante. Resta un fatto: l'interesse del pubblico è conoscere e approfondire temi generali, o commuoversi per fatti privati che sono, statisticamente, comuni?

Altra tecnica ormai consueta è la polarizzazione dei contrasti in buoni e cattivi; l'effetto desiderato (e perfettamente riuscito) è far sì che lo spettatore, automaticamente, sia impegnato a schierarsi piuttosto che a conoscere e capire la vera natura della disputa. "L'Iran sfida la comunità internazionale", sottointende già le ragioni di uno contro le ragioni di tutti, tra cui le nostre. Contestualmente scorreranno delle immagini di gente che inneggia verso il cielo con un mitra: ce l'hanno proprio con noi. Non troverete le argomentazioni iraniane in nessuna parte del servizio, se non sotto forma di slogan, che accentuerà ancora di più l'impressione di scontro.

Analogamente si agisce per le manifestazioni, a meno che non siano organizzate da interlocutori graditi e collusi al sistema: "Manifestazione anti-tav, imponenti le misure di sicurezza", racconterà una voce allarmata; è implicito che tale manifestazione sia pericolosa, tanto è vero che abbisogna di misure "imponenti", in uso per "la sicurezza". Tutto il servizio verterà sui (falsi) problemi di ordine pubblico e delle ragioni del contendere, e dei contendenti, resterà ben poca traccia.

Le periferie delle grandi metropoli del Sud Italia appaiono spesso nel loro degrado ambientale, e con i problemi di criminalità e di disoccupazione giovanile; tutto i resoconti sono sovrastati da un alone di dispiacere e di impotenza; i toni della giornalista denotano rammarico. Non c'è alcuna traccia delle ragioni del dissesto e delle possibili soluzioni, ma noi non ce ne accorgiamo: siamo troppo occupati a compatirli. Stesse dinamiche per i paesi del terzo mondo; le immagini di malnutrizione ci devastano, e non ci sfiora neppure l'idea che le corporation siano lì a saccheggiare con il beneplacito delle istituzioni e la benedizione del Wto; parte del bottino giungerà anche da noi, magari sotto le graziose spoglie di cioccolatino.

Non so se avete mai avuto a che fare con un (bravo) assicuratore; a un certo punto, vi chiederà: "Preferisce la polizza da 150 euro o quella da 200?". E' una domanda, certo, ma inclusiva del fatto che possiate scegliere solo tra quello che piace a lui.

I tg usano lo stesso gioco, sempre, ogni giorno.

"Come si affronta la crisi?" è la domanda ai due politici, uno di destra e uno di sinistra. Tutti e due suggeriranno un paio di cose, apparentemente contrastanti, e nessuno vi dirà che lo stato incassa i soldi della Svezia, e vi restituisce i servizi della Bulgaria; non vi diranno neppure che dopo la pseudo-polemica televisiva andranno allegramente a pranzo insieme, come due attori alla fine dello spettacolo.

Infine, quando risulta impossibile non parlare di un fatto importante per la vita dei cittadini, lo si "sovraespone": lo si connota cioè di tali e tante informazioni, per la maggior parte inutili, da rendere impossibile da capire quale sia il punto centrale, divenuto ormai una specie di rebus mediatico. Ce lo chiarirà alla fine, un immancabile "esperto", che con toni paterni ci "aiutera'" a uscire dalla confusione cui siamo stati indotti; meno male che c'è lui a spiegarci le cose.

Questa è la parte che riguarda l'evocazione della vostra parte infantile, che risulterà sollecitata al punto giusto, tanto da rendervi inoffensivi. Ora però, ci vuole lo zuccherino, altrimenti non tornerete.

La cronaca rosa e le notizie "frivole" hanno uno spazio sempre più ampio in tutti i tg; in alcuni è arrivato a superare il 50% del tempo totale. Dilagano notizie su mostre canine e fiere della caciotta; si suscita golosità, si ammicca all'erotismo con chiappette andanti, si mostra l'amore con un senso di superficialità che rassicura. Si riempe lo spazio con non-notizie che hanno il solo sopo di intorpidirci la mente: la finale della Champions, il guiness dei primati, il computer più veloce del mondo. Dopo aver solleticato la nostra emotività, la si tranquillizza con facezie di ogni genere, in una sorta di ninna-nanna mediatica.

Come dice Sartori: "Sostenere che la cittadinanza nell'era elettronica è caratterizzata dalla possibilità di accedere a infinite informazioni sarebbe sostenere che la cittadinanza nel capitalismo consente a tutti di essere capitalisti".

Traslando, non possiamo essere tutti ricchi, come non a tutti è consentito conoscere tutte le notizie più rilevanti; anche quando non si possono omettere, le notizie si possono deviare, manipolare, e finanche declamare velocemente a mo' di filastrocca tanto da nasconderne il senso.

Non vi vedo convinti, né spaventati; bene, urge la controprova. Conoscevate il nome del giudice Barillaro? Sapevate come è morto? No? Andatevi ad informare, e riflettete se era vostro interesse saperlo o no.

La facoltà di conoscere e diffondere le informazioni è nelle mani di ristretti gruppi di potere; che uso ne fanno? E la "qualità" delle notizie in nostro possesso, influenza le nostre scelte di cittadini e di consumatori? La mission è mantenere lo "status quo" a livello locale e mondiale, assecondando una condizione di miseria morale nell'occidente e di miseria materiale nei paesi del terzo mondo.

Che ci piaccia o no, subiamo, ogni giorno, gli effetti devastanti della non-informazione; magari, il prossimo tg, guardatelo con occhio diverso. Gli servite infantili, vi vogliono bambini; queste sono tutte cose che, un uomo, non potrebbe mai tollerare.




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