giovedì 25 luglio 2019 - Gerardo Lisco

Tangentopoli: via giudiziaria per il cambiamento del sistema politico

Parlare di Francesco Saverio Borrelli significa riflettere su Tangentopoli. In molti si esaltano ritenendola una stagione di moralizzazione della vita pubblica italiana. La mia impressione è che quella stagione di inchieste giudiziarie è stata in primo luogo solo una costruzione mediatica finalizzata all’annientamento politico della “repubblica dei partiti”. 

La moralizzazione della vita pubblica italiana non c'entra nulla. I fatti vanno sempre inquadrati in un contesto più ampio. Quanti ricordano il Presidente della Liguria Teardo e l’inchiesta su un giro di tangenti che lo portò in carcere o le inchieste condotte dal sostituto procuratore di Trento Carlo Palermo? Credo pochi o nessuno.

Tutti ricordano Tangentopoli eppure lo scandalo che coinvolse Teardo solo qualche anno prima, rileggendo gli articoli di giornale dell’epoca, poteva dar corso ad una serie di inchieste giudiziarie che avrebbero aperto scenari inediti. Stessa cosa potremmo dire delle inchieste condotte da Carlo Palermo. Sostituto procuratore a Trento Carlo Palermo aveva avviato un filone di indagini che interessava un traffico di armi e droga che coinvolgeva agenti dei servizi segreti affiliati alla P2. A seguito di un esposto al CSM dell’allora Presidente del Consiglio Craxi, il quale si era sentito chiamare indebitamente in causa dalle indagini, Carlo Palermo chiese di essere trasferito in Sicilia, a Trapani, dove solo per un puro caso si salvò da un attentato dinamitardo. Si salvò perchè nel momento dell'esplosione tra la sua auto e l'ordigno esplosivo si inserì l'auto di una mamma che portava i suoi due figli a scuola. La donna e i suoi due figli morirono nell’esplosione, in quella che è passata alla storia come Strage di Pizzolungo, mentre Carlo Palermo rimase ferito.

L’aver dato una scorsa agli articoli di giornale che trattarono entrambe le inchieste, siamo a metà degli anni 80, l’idea che mi sono fatto sulle inchieste di “Mani pulite” mi spinge ad ipotizzare altro. Tangentopoli non ha nulla a che vedere con la moralizzazione della vita politica italiana. Quanti ricordano l'ing. Papi e il compagno Greganti? L'ing. Papi fu uno dei tanti imprenditori, non fu l’unico, che si autodenunciò mettendo a nudo il sistema delle tangenti attraverso le quali il capitalismo italiano finanziava la repubblica dei partiti e quindi il sistema democratico italiano per impedire che in Italia potessero andare al governo forze politiche capaci di riformare il sistema economico e politico italiano. Tangentopoli scoppiò quando era ormai chiaro che il pericolo sovietico era scomparso e di fronte alla Globalizzazione il capitalismo italiano non aveva più interesse a finanziare il sistema politico della Repubblica dei partiti per tutelarsi.

La globalizzazione si apprestava a rompere gli equilibri tra economia e politica facendo pendere l'ago della bilancio a favore dell'economia. La repubblica dei partiti era diventata per il sistema economico solo un costo di gran lunga superiore ai benefici. Il capitalismo nazionale capì di non avere più bisogno della protezione dei partiti politici, ma di aver bisogno di una politica destrutturata e asservita.

La fine dei partiti politici della prima repubblica aprì un vuoto che venne occupato inizialmente da Forza Italia, Lega e Alleanza Nazionale. Il capitalismo italiano legato alla globalizzazione ritenne inaffidabile il centrodestra guidato da Berlusconi; esso individuò nel centro sinistra, nel ceto politico di provenienza PCI non coinvolto grazie a Greganti nelle inchieste legate a Tangentopoli, il soggetto politico funzionale alla riforma in senso neoliberale ed europeista dell'Italia. I padri de l'Ulivo sono Andreatta, il padre del divorzio della Banca d'Italia dal Tesoro, Prodi il padre delle privatizzazioni, Ciampi presidente della Banca d'Italia, i dirigenti PCI berlingueriani passati dalla fede nel comunismo a quella nel neoliberalismo; tutti costoro diventarono i garanti politici della trasformazione in senso neoliberale del nostro Paese.

Non so quanto la Procura di Milano fosse consapevole dello scontro che si stava consumando in quegli anni tra politica ed economia. Tangentopoli c'è stata perché gli imprenditori italiani hanno ritenuto che finanziare i partiti politici dell'epoca fosse diventato solo un inutile costo. La moralizzazione della vita politica c'entra poco o nulla con Tangentopoli che fu solo lotta delle elites economiche e finanziarie contro il ceto politico per la conquista dell’egemonia.




Lasciare un commento