venerdì 23 agosto 2019 - Zag(c)

Taglio dei parlamentari: questa legge fa bene ai cittadini o alla partitocrazia?

Ora il taglio dei parlamentari è diventato della massima urgenza, anche prima della legge finanziaria. 


Che poi non vi è traccia di questo capitolo né nel contratto di governo, né nei programmi del M5S. Questo è un vecchio sogno sia di Berlusconi, che di Renzi tentato sia nel 2006 sia nel 2016. Vediamo come mai.
Si dice che risparmieremmo 500 milioni. E se invece dimezzassimo con una leggina da quattro soldi, i compensi ai Parlamentari? Insieme ai rimborsi solo con presentazione di fattura o ricevuta di ritorno? O meglio ancora se pagassimo i Parlamentari attraverso la presentazione del mod 730 o mod 101? Altro che 500 milioni risparmieremmo.

Il doppio sicuramente, e avremmo una maggiore entrata di IVA, meno evasione fiscale, e sopratutto il Parlamentare non con vitalizio, ne come mestiere. E la pensione. Pari pari come un normale iscritto all'INPS! 

Ma il taglio dei Parlamentari comporta ( altro la motivazione dei 500 milioni di risparmio) allontanerebbe le elezioni come minimo al 2020 e dunque la conservazione dei 15mila euro al mese, per i Parlamentari attuali. 

Una volta approvata, dopo il referendum, avremmo un rappresentante, un deputato ogni 96mila abitanti e un senatore ogni 192mila. Passando a un deputato ogni 152mila abitanti. Lo 0,7 per ogni 100 mila abitanti fra la più bassa percentuale di rappresentatività in Europa. Che non sono solo numeri, ma indice di democrazia. 

Ed è questo il vero motivo della riforma. Avvantaggerebbe non le comunità elettive, ma la partitocrazia e renderebbe l'apparato partitocratico ancora più influente nelle istituzioni e nella vita del Paese. Il Parlamentare, dunque come burocrate del partito nominato dal leader di Partito. Ecco perché si ha fretta, per renderla effettiva fin dalla prossima elezione. 
Questa legge fa bene ai cittadini o alla burocrazia partitocratica?




Lasciare un commento