lunedì 10 aprile 2017 - Fabio Barbera

Syusy Blady: I miei viaggi raccontano tutta un’altra storia

Salve Syusy, ci eravamo lasciati su Agoravox a parlare dei Misteri per Caso raccontati nel tuo precedente libro e all'interno dell'omonima trasmissione, adesso hai deciso di dare un seguito a quella narrazione con questo nuovo volume intitolato "I miei viaggi raccontano tutta un'altra storia". Cosa approfondiremo stavolta sfogliandone le pagine?

Intanto la cosa fondamentale ed innovativa è che ho aggiunto delle osservazioni, del vissuto, delle cose che ho visto ed approfondito nel tempo e che meritavano di essere raccontate; questo si presenta come un libro interattivo: ogni argomento ha dei link multimediali, il giro del mondo in ottanta video (anzi di più), che si possono vedere andando su una pagina web raggiungibili attraverso i riferimenti tracciati a fondo libro. E' un viaggio nel viaggio. Quindi, mentre si legge, si può andare a vedere ciò che io racconto. Ottanta video son tanti, vuol dire anche ottanta destinazioni, ottanta argomenti che si possono approfondire, non solamente leggendo, ma anche ascoltando, vedendo, esplorando. L'idea è un po' quella di mettere sul campo la mia esperienza del mondo fatta sul campo e riportata attraverso una quantità nutrita di dati, filmati, informazioni, aneddoti, prove. Un materiale sicuramente interessante messo a disposizione di chi la vuole seguire.

 

Anche stavolta hai scelto come spalla narrante Patrizio Roversi - che nel frattempo prosegue la sua avventura bucolica a Lineaverde -, da anni condividete la passione per i viaggi, oltre che un tratto di strada sentimentale assieme e una figlia, che tipo di interlocutore è Patrizio?

 Caspita, definirlo come interlocutore? Interessante approccio. Direi che è un interlocutore dubbioso ma intelligente, capace di seguire un filo logico con sufficente ironia per avere ritmo e lucidità per comprendere dove voglio arrivare quando lo invito a seguire le tracce che uniscono aneddoti, luoghi, viaggi, simboli ed esperienze. Lui è sempre abbastanza cinico, anzi.. direi più scettico. Lo prendo come fosse un lettore che si pone dinanzi all'argomento in modo distante e che, man mano che si approfindisce, riesce a trovare le vie per interessarsi. E' un tentantivo continuo, spasmodico, anche divertente, di insinuargli il dubbio. Infatti, alla fine del libro (e della nostra chiacchierata) io gli dico di aver tentato di installargli un dubbio, lui replica: "ma come, installato si dice di un programma sul computer, fors'anche di un virus", è così: ho cercato di installargli il virus della conoscenza, della volontà di rileggere la storia, di provare un altro punto di vista, di andare al di là di ciò che si conosce.

Il dubbio come motore di tutto, viaggiare per insinuare il dubbio che qualcosa può essere raccontato, visto e vissuto da un altro punto di vista è sicuramente un approccio incisivo. A proposito, come mai avete affidato molti dei vostri viaggi e dei formati ad essi legati al Caso e perché la C in maiuscolo?

Il Caso con la C maiuscola identifica il Fato. Tempo fa scrissi un editoriale dove definivo C-A-S-O come agglomerato di significati, tra i quali troviamo la capacità di creare occasioni, opportunità per scoprire viaggiando.

Il tuo è un modo di viaggiare sano e mai banale: ti affidi al desiderio di scoperta, all'approfondimento, alla curiosità. Hai spinto spesso anche la volontà di viaggiare in modo sostenibile attraverso iniziative come "I viaggi senza benzina", "gli slow tour" e ultimamente con I Verdi attraverso i panel per un turismo responsabile e un contatto diretto con l'ambiente?

Viaggiare può essere fatto anche in modo sbagliato, dannoso, farlo in modo da apportare squilibri agli ecosistemi, danneggiando e distruggendo il pianeta per adattarlo alle proprie abitudini. Bisogna sempre tentare di viaggiare in modo curioso, con un'attenzione particolare ai posti dove si va, inserirsi nei tessuti sociali provando ad apportare benessere, informarsi, immergersi, per portare poi a casa non solo delle impressioni ma anche consapevolezza. Per esempio recentemente sono andata in Sud Africa, intanto per curiosità: volevo andare a conoscere Michael Tellinger, un ricercatore che ha studiato e analizzato strane strutture nella parte nord del Sud Africa che potrebbero rivelare una storia diversa dell'umanità; quindi sono andata spinta dalla volontà di approfondire, sono andata anche con la curiosità di esplorare il territorio e non per ultimo con una curiosità ambientale: mi sono imbattuta in un triste e allarmante problema, quello del bracconaggio. Pensavo fosse un problema limitato, già risolto, invece è un problema enorme che veramente sta minacciando delle specie (come il rinoceronte) e distruggendo un ecosistema. Quindi è stato un viaggio di consapevolezza, quando sono tornata ho tentato in tutti i modi di parlare di questo, informare, sensibilizzare; un turista responsabile e consapevole serve a se stesso e serve agli altri.

Al cinema hai deciso di approfondire la storia di Matilde di Canossa, come mai questa figura ha attirato la tua attenzione?

Intanto perché i due registi, Marco Melluso e Diego Schiavo, me l'hanno proposta. Matilde di Canossa è un personaggio molto importante intanto per la mia terra e poi perché è una donna sola che ha governato mezza Italia e che alla fine è stata messa al centro del conflitto tra papato e impero, fulcro della nostra storia. A scuola ce l'hanno sempre raccontata in modo piatto, come una palla incredibile, quando invece si tratta di vicende interessanti, che andavano raccontate in modo divertente. Ci abbiamo provato realizzando una docu-commedy che merita. Trovate le sale dove poterlo vedere sulla pagina della Signora Matilde.

Viaggiare è un segnale di pace”, me lo diceva qualche tempo fa in un'analoga chiacchierata proprio Patrizio. E' più che mai attuale: alla luce del quadro geopolitico attuale è ancora possibile farlo?

E' un grosso problema. Io sono andata otto anni fa, forse dieci, in Siria e ho visto una Siria che non si vedrà più; è una cosa sconvolgente, ci sono tantissimi luoghi che proprio sono cambiati sotto i nostri occhi, alcuni con grossissimi problemi di conflitti. Viene da piangere a pensare quanto le guerre stiano distruggendo tutto. Non ho parole, faccio veramente fatica a sopportarlo, non comprendo cosa spinga a distruggere luoghi, identità e culture. Cosa c'è sotto.

 

Territori mutati nel tempo, resi inaccessibili dalle tensioni politiche e sociali, altre distrutte dall'incuria, da una mancanza di reazione ai cataclismi e da una cattiva gestione. Il viaggio è interrotto anche da quello?

Sì, eventi naturali come i terremoti da noi vengono gestiti male: per dirne una, Norcia - ad esempio - non è più la stessa.
 

Parlando di religioni, con la spinta al conflitto, viene da pensare a quanto hai scritto tu sulla logica del fallo (destinata a fallire), raccontavi che il divino nella storia dell'umanità non mirava al controllo sociale e prima era coniugato al femminile. Religioni meno conflittuali, prive di tensioni, con un forte istinto materno e matriarcale, destinato più a custodire che ad imporre e distruggere. Prima dei monoteismi dio era donna?

Ne ho studiato e approfondito parecchio, secondo studiosi e ricercatori, secondo simboli e tracce sparse per il mondo, il divino nasce con una valenza femminile. Basta chiedere agli aborigeni australiani o studiare i simboli come il serpente arcobaleno, nella nostra storia poi basta vedere quelle che erano le dee madri del paleolitico e nel neolitico. La creazione è femminile, poi però viene sostituita da un dio padre, con la barba e che parla con l'eco.. insomma, non c'entra molto con il senso della natura e del diverso.

 

Tornerai a girare l'Italia "in viaggio con la zia"?

Il viaggio con la zia non proseguirà in tv, curiosamente - nonostante il successo che ha avuto la trasmissione - la Rai non ha rinnovato per una seconda stagione. Torneremo con le repliche durante l'estate. Ma abbiamo un sito dove il viaggio tra gli interstizi di un'Italia interessante, da visitare a piedi, da assaggiare, da studiare tra arti e misteri, continua: è Italia slow tour. E' una pagina che parla inglese e che racconta l'italia anche ai turisti che provengono da fuori. Ci sono centinaia di filmati sul nostro territorio vasto e ricco di spunti interessanti.

Intanto non si arrestano le attività dei Turisti per Caso e dei Velisti per Caso: c'è il periodico e con il sito Internet (che ha anche una nutrita pagina social su Facebook, Twitter e YouTube) riuscite a congiungere le esperienze di tutti e fare rete. Continui ad essere crossmediale. Tornando al libro, ci fai un esempio degli argomenti che hai trattato e che si collegano a link, dati, mappe e filmati?

Beh, per esempio se uno vuole vedere come una serie di templi, monoliti, monumenti siano in realtà costruiti su un progetto che vuole rispecchiare le costellazioni riproducendone una mappa in terra, io glielo mostro, tu puoi vedere quello che ho visto io. Questo, secondo me, è molto importante, permette di accompagnare il lettore nei miei viaggi, nelle scoperte, nelle narrazioni. Offrire una risposta alle tante persone che incuriosite vogliono condividere le esperienze che ho fatto e che, senza quella crossmedialità, rimarrebbero solo un racconto. Vi propongo semplicemente di viaggiare con me, c'è tanto da scoprire.

Sfoglieremo con interesse le pagine del tuo nuovo libro, sarà come viaggiare assieme. Prevedi delle presentazioni in giro per l'Italia? Alla prossima chiacchierata!

 

Al prossimo viaggio!

 

Leggi anche

- La rivoluzione del Coniglio. Da Radio2, intervista ad Antonello Dose.

- Dall'università segnali di pace. Da RomaTre, intervista a Massimiliano Fiorucci.

- Bambini e migrazioni. Da Unicef, intervista a Giacomo Guerrera.

 
 



Lasciare un commento