domenica 10 maggio 2020 - angelo umana

Survival family, di Shinobu Yaguchi

Che scherzo ci ha combinato questo Shinobu Yaguchi, regista del film giapponese del 2016 Survival Family! Che presa in giro ci ha giocato, da vedere – grazie a myMovies - proprio in un periodo di chiusura in casa a causa del corona-virus, in cui vien da pensare a cosa è veramente necessario, “basico” per la sopravvivenza: il cibo da una agricoltura anche poco attrezzata e pesce buono direttamente da pesca familiare, l'aria buona, gli animali e la natura, la luce dal sole e al massimo dalle candele, l'acqua dalla pioggia, il fuoco …del resto gli uomini delle caverne riuscivano ad accenderlo. Niente più auto né aerei o supertreni, solo una vaporiera a carbone e qualche bicicletta, anche rubata. Emerge pure l'aggressività delle persone nella lotta per la vita, le invettive contro l'autorità che sempre ha colpa (un riferimento attuale al “governo ladro” nel mondo è casuale).


In una Tokyo supertecnologica una mattina gli abitanti si svegliarono senza più corrente elettrica, senza più comunicazione telefonica né wi-fi, computer e smartphone irrimediabilmente spenti, 10 o più piani di scale da percorrere con la sola forza delle gambe e il fiato. Tutto ciò che sembra irrinunciabile a noi moderni, venne a mancare di colpo. Neanche più i soldi furono necessari, non si trovava cibo nemmeno offrendo un Rolex e le chiavi di una Maserati, e la negoziante rispondeva non so che farmene dei soldi (non c'è più nulla di comprabile). Le derrate alimentari si esaurirono presto e nessun mezzo di trasporto più le consegnava. La Survival Family protagonista, due genitori e due ragazzi adolescenti, se l'è cavata fuggendo verso i suoceri in montagna che vivono solo di pesca e ortaggi... in bicicletta, un viaggio impossibile – in parte in autostrada con una marea di gente in fuga a piedi - durato tre mesi e costato esperienze tragicomiche innumerevoli. Tra queste quella del papà nutritosi di cibo per gatti e acqua di fiume con diarrea successiva, e acqua distillata di batterie utile per bere. I quattro si sentiranno definire “inutili” da un agricoltore che se la ride, in cambio di nutrimento li metterà a macellare i suoi maiali, provvidenziali, offrendo loro poi di trasferirsi nella sua tenuta e darsi alla vita agricola.


Nella casa dei suoceri riscopriranno il gusto di un pomodoro vero, il suono mattutino della sveglia antica. Che faremo se tutto ciò ci succederà davvero, che faremmo? Cosa avverrebbe se la nostra “trappola del lusso” o delle comodità sparisse? E quando avremo consumato tutti gli strumenti che la modernità ci dà? Scopriremo che non si può mangiare il denaro, si diceva in un altro film, Il grande spirito con Sergio Rubini e Rocco Papaleo. Un film carino, godibile, adatto alle quarantene, da vedere magari con un proiettore a manovella. Meno sobrio del tutto è che un cane, mentre i proprietari abbandonano il loro appartamento, resti chiuso prigioniero in casa, e che la survived family torni alla vita tecnologica di prima quando il blackout è terminato.




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