mercoledì 17 agosto 2022 - Davide Morelli

Sull’espressione artistica

Secondo alcuni l'artista ad esempio è tale quando nella sua soggettività si rispecchiano il pubblico o i critici, cioè quando nel suo modo di sentire e di pensare gli altri si riconoscono. Dire che un artista arriva alla gente volgarmente significa affermare che le persone riescono a cogliere l'unicità o quantomeno l'originalità del suo modo di esprimersi. 

Quando ciò avviene le persone si emozionano. In tutto ciò l'oggettività c'entrerebbe davvero ben poco secondo questa scuola di pensiero. Nell'arte non ci sarebbero regole oggettive né tantomeno riscontri oggettivi per valutarla. Questi intellettuali ricordano sempre che Platone criticava Omero e chiedeva ironicamente cosa avesse mai fatto di utile per l'umanità. Ricordano sempre che Adam Smith ne "La ricchezza delle nazioni" considerava tutti gli artisti degli assistiti perché senza mecenati a quei tempi non sarebbero stati autosufficienti. Al giorno d'oggi si potrebbe affermare che l'artista è nessuno senza pubblico. Ma c'è anche chi sostiene l'oggettività di ogni giudizio critico, basato su dei criteri estetici. Ogni artista è riconosciuto quando il suo stile è inconfondibile, quando grazie alla sua visione del mondo originale dà un apporto significativo alla cultura. Potremmo dire di più a riguardo, ovvero che lo stile di un artista è espressione unica e inconfondibile della sua visione del mondo. Di solito ogni artista, degno di tale nome, è un intellettuale, cioè una persona che pensa con la propria testa riguardo al mondo attuale, una persona che cerca di farsi una sua idea precisa della realtà circostante. 

Per ogni artista lo stile dovrebbe essere un compromesso tra l'inconscio e la consapevolezza dei suoi mezzi espressivi. Ci sono stati artisti che erano tutti "inconscio" e altri che studiavano razionalmente a tavolino e nei minimi dettagli ogni loro opera. Però, al di là delle eccezioni, anche chi sembra agire senza raziocinio spesso giunge alla fase creativa dopo una lunga fase di gestazione. Ogni artista di solito medita, contempla e pensa prima di creare. Lo stile dovrebbe quindi scaturire da un mix tra fantasie, istinti e razionalità. Ogni arte dovrebbe manifestare che l'essere umano non è un accidente ma il culmine della creazione. Tutto ciò possibilmente non dovrebbe essere più filtrato da nessuna prepotenza ideologica (ci si ricordi del concetto di arte degenerata concepito dai nazisti) né da nessun culto della personalità.

Fatte queste premesse non penso che nessuno potrà mai rispondere se gli artisti nascono tali oppure diventano tali e neanche quale sia mai la funzione sociale dell'arte. Forse l'arte non serve a migliorare l'uomo ma solo pochissimi uomini. Migliaia di guerre sono state combattute su questo pianeta e l'arte non è mai riuscita a combatterle, a prevenirle, a debellarle. C'è anche chi sostiene che la poesia ad esempio sia come la colomba di Kant che non potrebbe volare senza la resistenza dell'aria, ovvero la sofferenza (di qualsiasi tipo). Con questo non voglio dire che il dolore o per esempio la guerra abbiano un risvolto positivo. La guerra è solo orrore. La guerra è sempre una sciagura enorme. Forse comunque l'arte non fa progredire l'umanità se è vero che all'incirca ogni minuto su questo pianeta muore di fame un essere umano. Eppure in qualche modo chi la esercita così come chi ne fruisce non può che sentirsi più sollevato spiritualmente. Ciò nonostante l'arte esiste da quando esiste l'uomo. Non erano forse espressioni artistiche i graffiti degli uomini nelle caverne, che rappresentavano scene di caccia? Può forse l'arte oggi dirci qualcosa di più sull'uomo? Se prima aveva qualche funzione sociale oggi non l'ha forse esaurita? Che sia forse un palliativo o un enorme effetto placebo? Che cosa chiediamo all'arte se non la capacità di emozionarci, di farci riflettere e di farci vivere per brevi tratti vite immaginarie? L'arte dovrebbe rappresentare l'essere umano, che è biologia, storia, condizioni socio-economiche e pensiero. Ma in fondo questo non è già abbastanza? Perché chiedere di più?

 




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