giovedì 3 giugno 2010 - Oceanus Atlanticus

Sul mare urge un cambio di rotta

Sul mare urge un cambio di rotta

Nel mondo da tempo la situazione dei marittimi è sempre più deleteria: affaticamento, stress, solitudine, lontananza e contatti sporadici con le famiglie, criminalizzazione, pirateria, abbandono degli equipaggi da parte degli armatori, lavoro precario, nuove schiavitù, aumento degli incidenti la fanno da padroni.

In queste condizioni, non vediamo come si possa chiedere ai giovani di intraprendere la professione marittima.

A livello internazionale esiste la tendenza da parte della Gente di Mare a voler abbandonare il mare.

Anche per quest’ultimo motivo l’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) ha voluto dedicare il 2010 alla Gente di Mare; ma la semplice dedica di un anno non sembra una soluzione: alla Gente di Mare non appare come soluzione ai mali che l’attanagliano.

Per capire l’ enorme importanza sociale di questo problema bisogna considerare che il 90% delle merci, nel mondo, viaggia via mare, che una globalizzazione di mercato per potersi sviluppare ha bisogno di un continuo movimento di merci e quindi continuamente di nuove navi; e se l’uomo abbandona il mare le navi chi le guiderà, chi le governerà?

Per questo necessitano: un cambiamento di rotta sul sistema di vita sulle navi, una maggior protezione verso gli equipaggi, una riduzione dell’ internazionalizzazione degli equipaggi, una riduzione della pressione della criminalizzazione che è stata la famosa goccia che, nel far traboccare il vaso, ha innescato la fuga dal mare, ed inoltre urgono sia un umanesimo marittimo, grazie al quale l’uomo, sul mare, riprenda la sua importanza rispetto agli interessi economici e a tutto quanto lo circonda che un aumento del prestigio sociale della professione marittima.




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