martedì 30 ottobre 2012 - Antonella Policastrese

Storie di donna: Adele Cambria

Adele Cambria è la giornalista e scrittrice che ha attraversato la storia, a partire da quel lontano 1956, anno in cui approdò a "Il Giorno", allora diretto da Baldacci. Il suo coraggio o meglio la sua" incoscienza" sta nell’aver lasciato Reggio Calabria, sua città d’origine che però le stava stretta, per dar spazio ai suoi sogni giovanili, come la passione per la scrittura che le ha permesso, da donna, di non arrendersi mai, rimanendo sempre fedele a se stessa, ai suoi valori, ai suoi principi. Da “irriducibile” come la stessa Cambria ama definirsi, non esitò a dimettersi allorché “Il Giorno” cambiò linea editoriale. Non avendo mai piegato la testa non poteva che fare altrimenti Adele Cambria, lasciandosi la porta di quella redazione alle spalle.

Nel suo libro "Nove dimissioni e mezzo", descrive con dovizia di particolari quegli anni legati all'antifascismo, periodi di politica becera e codina, in cui l'ipocrisia era imperante e una donna non poteva alzare la voce più di tanto, la divisione dei ruoli era netta e non permetteva salti in avanti. Ma se - come dice ella stessa - la scrittura femminile è un filo conduttore, seguendo quel filo d'Arianna è stata capace di arrivare fino ad oggi, a raccontare quei tempi e quel pezzo di storia che non può essere dimentica e di cui urge dare testimonianza soprattutto ai giovani di questi anni di crisi degli ideali. Oggi infatti le braccia del sistema si sono allungate verso una calcolatrice con cui costruire teoremi finanziari che, in nome del mercato, uccidono creatività, intelligenza, poesia e arte.

Nonostante le tensioni e le difficoltà di quell’epoca, in cui era impensabile che una donna lavorando potesse guadagnare 200 mila lire al mese, era forte allora più di oggi il fervore culturale. A Roma Adele Cambria ebbe l’opportunità di conoscere un altro gigante di quei tempi, quel Pasolini, poeta, intellettuale uomo in perenne contraddizione con la sua umanità e la sua diversità, cosciente già ai suoi tempi di come si sarebbe evoluto il mondo. In una delle sue tante poesie Pasolini ebbe a descrivere come un giorno sulle coste di un sud povero e alla deriva, altri fratelli sarebbero giunti dal mare in cerca di riscatto e dignità.

Difficile che le esistenze della Cambria e di Pasolini rimanessero distanti. Incontrandosi hanno potuto insieme, la giornalista scrittrice e l'intellettuale scrittore, lasciare un’impronta, cercando di imprimere un cambio di direzione a quella società in continua evoluzione, sostenendo idee nuove, quali la fine della discriminazione a tutti i livelli, ivi compresa quella tra sessi. 

Icona del nostro tempo, di questo nostro tempo che sembra spegnersi, nel quale l'arte, la scrittura hanno ceduto il passo su tutti i piani ad una barbarie galoppante, Adele Cambria, con tutta la forza del suo essere donna non può che farci percorrere un pezzo di Storia, raccontata con occhi di donna passionale, che sa bene come si manovrare la nave e attraccarla in un Porto sicuro. 

Per dirla con Pasolini, «Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario».




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