giovedì 26 gennaio 2023 - Phastidio

Spoils system, se la fedeltà diventa merito

Come già tentato da altri in passato, il governo punta al ricambio "fiduciario" anche della dirigenza pubblica non apicale, col rischio di violare la terzietà che la costituzione prescrive

di Luigi Oliveri

Egregio Titolare,

in Italia esiste lo spoils system, cioè quel sistema che consente al Governo di cambiare i vertici massimi dei ministeri entro 90 giorni dalla fiducia al nuovo esecutivo, oltre alla possibilità di incaricare presidenti, direttori generali e componenti di consigli di amministrazione di enti pubblici economici, società a capitale pubblico, fondazioni pubbliche ed enti a nomina governativa.

La clamorosa scoperta dell’esistenza dello spoils system, Titolare, la si deve proprio in questi giorni al Partito Democratico. Infatti, gli esponenti del Pd, constatando che l’attuale Governo sta mettendo mano, entro i 90 giorni previsti dalla legge, ad una serie di incarichi di vertice, si sta molto adontando della circostanza che l’esecutivo stia per rimuovere molti alti dirigenti, allo scopo di sostituirli con altri, più vicini al “sentire politico” della maggioranza.

LA SCOPERTA DELLO SPOILS SYSTEM

Deve trattarsi, Titolare, di una scoperta sconvolgente: in questi giorni, infatti, i media sono letteralmente intasati di notizie e commenti sull’attivazione dello spoils system, proprio come se nessuno prima ne avesse mai intuito o sospettato la vigenza e come se mai fosse stato applicato.

Però, come Ella insegna, Titolare, al di là della “narrazione” c’è sempre la realtà. Impietosamente, la realtà svela sempre i fatti come stanno, senza gli effetti fumogeni e distorsivi del racconto. E cercando i fatti si scopre agevolmente che lo spoils system è stato introdotto e regolato la prima volta da un Governo di centro-sinistra, composto da quegli uomini e quelle forze politiche che anni dopo avrebbero costituito il Pd, mediante il d.lgs 29/1993, la prima delle “grandi riforme” della PA che si inseguono, si modificano, si riformano ulteriormente, si contraddicono e si avviluppano, da 30 anni ormai.

 

Ma, la sublimazione dello spoils system si ebbe nel 1997, con le riforme Bassanini, esponente di spicco del Governo di centro-sinistra dell’epoca. E il centro-sinistra si è fatto da sempre notare per aver praticato in maniera piena e profondissima lo spoils system, ogni volta che abbia avuto spazi nel Governo (e in questi anni le volte non sono state né poche, né sempre sorrette da vittorie elettorali).

Dunque, lo stupore, il disorientamento, la disapprovazione per la circostanza che l’attuale Governo, attuando norme che esistono da decine di anni (esattamente come hanno fatto tutti gli esecutivi precedenti) paiono oggettivamente fuori luogo e fuori bersaglio.

Chi introduce, regola e pratica da sempre lo spoils system dovrebbe ben sapere che di spoils system ferisce, di spoils system perisce.

Per altro, proprio il Pd, tra il 2014 e il 2016, fece di tutto per estendere lo spoils system della dirigenza pubblica fino all’inverosimile, con la riforma Madia, il cui scopo consisteva platealmente nel permettere di allargare lo spoils system dall’insieme ristretto dei dirigenti pubblici di massimo vertice, a tutta la dirigenza, anche quella aventi compiti strettamente gestionali ed operativi.

 

Una riforma che, fortunatamente, non passò, ma rimasta “nel cuore” di molti: è molto ghiotta per la politica la possibilità di insediare nei vertici della pubblica amministrazione persone di “fiducia”.

MERITO E MACHETE

Titolare, venendo allora al vero “dunque” le questioni che si pongono, rispetto allo spoils system non riguardano certo falsi stupori dovuti al suo impiego, quanto, invece, i modi, i limiti e gli scopi di questo sistema.

Fingere di adontarsi perché un nuovo Governo modifica gli apparati di vertice non è di nessuna utilità. Porsi, invece, il problema del corretto esercizio dello spoils system è tutt’altra cosa.

Ed eccoci al punto: il Governo appena insediatosi, Titolare, in molte circostanze e perfino modificando le denominazioni di alcuni ministeri, insiste molto sul “merito”. Non è, però, esercizio troppo complicato constatare che “merito” non fa rima con “machete”, lo strumento evocato in maniera certamente provocatoria e colorita dal Ministro della Difesa per dare metodo e giustificazione all’ondata di spoils system che sta giungendo a riva.

 




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