mercoledì 13 maggio 2020 - Antonietta Chiodo

Siti pedopornografici in aumento durante la quarantena: la denuncia delle forze dell’ordine

Nel sito delle Politiche dipartimento per la famiglia, sito istituzionale del Governo a tutela dei minori, vengono analizzate e monitorate differenti soluzioni su come raccontare ed informare tutelando i nostri bambini sul coronavirus. 

 Cosa sta accadendo realmente in questo periodo di pandemia nel pericoloso ed ambiguo mondo del Dark Cyber? Dovremmo preoccuparci solamente che i bambini percepiscano nella maniera corretta ciò che stiamo attraversando a livello pandemico, oppure questa volta c’è un nemico più potente del Covid-19 che si insinua soprattutto in internet?

L’Internet Watch Foundation (IWF), un’organizzazione che identifica i contenuti di abuso sessuale sui minori online, lancia una denuncia chiara e precisa chiedendo di poter vegliare sui nostri bambini e di conseguire così la caccia ai pedofili, potendo continuare a tutelare i propri collaboratori nonostante l’ isolamento globale.

L’ente benefico con sede nel Regno Unito ha segnalato una riduzione dell’89% di questi tipi di pagine Web rimosse, nel periodo da marzo ad aprile 2020 rispetto al mese precedente, passando da 14.947 a 1498 URL.

Gravissimo momento per la lotta alla pedofilia, un argomento erroneamente sottovalutato, come viene dichiarato attraverso le denunce pubbliche di Susie Hargreaves, amministratore delegato dell’IWF, lasciando dubbi e preoccupazioni per il futuro.

Citata nel quotidiano The Guardian, Susie Hargreaves dichiara: "Anche se i nostri analisti stanno lavorando normalmente per trovare questo contenuto malvagio, rimane disponibile più a lungo, anche dopo averlo segnalato. Ciò significa che c’è più possibilità per i predatori sessuali di vederlo e condividerlo".

Spesso ci concentriamo sul bambino ed il pedofilo, ma attenzione, sottovalutiamo erroneamente l’importanza di supportare psicologicamente chi si occupa di distruggere la strada degli orchi per poter arrivare alla divulgazione ed alla creazione di materiale pedopornografico, come asserisce in queste dichiarazioni il portavoce di EsetJake Moore, specialista della cibersicurezza: "Non sarebbe solo pratico per gli investigatori di abusi su minori lavorare da casa, sarebbe in realtà contrario alle linee guida. La visualizzazione di immagini indecenti deve essere condotta in condizioni di laboratorio rigorose con i dipendenti nelle vicinanze. Queste condizioni sono in atto per aiutare a proteggere le vittime e gli altri che non dovrebbero entrare in contatto con tali immagini. Sarebbe socialmente inaccettabile che chiunque lavori per le forze dell’ordine o un ente di beneficenza sia in grado di visualizzare questi contenuti da solo o da soli".

Per combattere sufficientemente le immagini degli abusi sui minori durante la pandemia, questi investigatori devono essere considerati lavoratori chiave e individuare l’attività illegale dal laboratorio. Tuttavia, sarà naturalmente condotto a una velocità ridotta .

La polizia postale lancia infatti un allarme chiaro, anzi, chiarissimo, con dati alla mano in conformità con le associazioni mondiali per la tutela dei minori, dichiarando esplicitamente che in questi due mesi di isolamento globale, le pagine gestite da gruppi di pedofili per poter avvicinare i minori in rete risultano gravemente aumentate. A causa del Covid le forze dell’ ordine che si occupano di monitorare questo tipo di abuso, si sono ritrovate a dover lavorare al proprio domicilio, gravissimo atto da parte del governo perché non tutela minimamente la psiche dell’ operatore e della famiglia dello stesso. Si chiede quindi che in questi giorni vengano modificate le linee guida in periodo di pandemia, consentendo così anche a loro di poter collaborare ed essere quindi supportati da colleghi e professionisti.




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