lunedì 22 luglio 2013 - Terenzio Davino

“Simplicity”, semplificare senza paure con coraggio e competenza

Nella mancanza di semplicità politica c’è tutta l’incapacità di non riuscire a semplificare in modo intelligente nel tempo impellente del fallimento italiano.

Come scultori appassionati la semplicità è un’arte che coglie un felice intuito che toglie ciò che è di troppo da ciò che appare complicato. Complicare ciò che è semplice è facile, semplificare ciò che è complesso è veramente difficile ma creativo, e da qui la necessità di dedicare cura e attenzione ai dettagli con il fine di ottenere un risultato eccellente di semplificazione intelligente. La semplicità richiede intelligenza e tradisce l’ignoranza di chi la applica male o non sa applicarla ai propri affari o nelle proprie azioni. Nel gesto della semplicità si nasconde l’arte dell’essenziale, l’asciuttezza di chi conosce e sa fare bene, e riesce a mostrare le linee della perfezione nei tratti intelligenti di un intelletto lucido e armonioso.

La semplicità è armonia nello stile libero di chi crea dal suo pensiero ispirato e brillante. Si dice che le migliori invenzioni che funzionano siano proprio quelle semplici e anche efficaci. Nel gesto del semplificare c’è l’ingegno di un’opera di sintesi che sa farsi comprendere e apprezzare da chiunque la legga e per questo merita il posto nella storia umana. Dentro e dietro la semplicità c’è di sicuro l’esperienza della sintesi creativa che ha saputo divincolarsi dai tentacoli della complessità farraginosa liberando tutto il potenziale della bellezza, armonia, amore, luce della “verità” nascosta.

La semplicità è sapienza che si traduce nel concreto agire nell’uomo e dell’umano tra gli uomini in armonia tra sapere, pensiero, parole e opere. Nella semplicità risiedono la verità dell’essere e non l'apparire, la purezza della perfezione e la rettitudine di una mente che assapora l’impegno all’unità con tutto ciò che la circonda e, nello stesso tempo, assapora il dono della felicità. La semplicità combatte superbia, timori, ansie, conflitti, dubbi, ambiguità, incertezze, contraddizioni, compromessi, antipatie, invidie e gelosie, materialismo e depressione. La pura semplicità impone la ricerca di soluzioni e azioni fluide, libere da condizionamenti mentali, fisici e dal tempo “tiranno”, che portano alla disponibilità ad aprirsi con il mondo intero.

Nella semplicità può risiedere il valore dell’educazione dell’adulto che s’impegna a rendere e non solo a prendere. L’Italia, gli italiani e la Politica italiana non sanno beneficiare del valore della semplicità, non si danno pace se non complicano tutto e non imbrigliano la fluida essenza del diretto e semplice che sa procurare efficaci risultati immediati e duraturi. Nel nostro Paese la complessità arringa nei palazzi del potere con le sue ragioni di poca trasparenza, di solidale difesa dei privilegi, di cocciuta ricerca di scuse per non decidere o tardare nel prendere decisioni utili per il bene comune. Nell’agire politico non v’è traccia della semplicità e nelle parole usate albergano i costrutti mentali più tortuosi in nome di abili performance di compromesso pseudo-diplomatico che sono in realtà mancanza di coraggio nell’affrontare i cambiamenti necessari e richiesti.

La semplicità offre l’opportunità di riappropriarsi degli spazi fisici e mentali, con essa s’impara a rispettare l’ambiente e il bene comune, giova allo spirito e all’umore e con il tempo esplorando le più valide scelte si riesce a creare i migliori rapporti di vicinanza con le persone.

 

Nulla è vero, se non ciò che è semplice” (Johann Goethe).

Se non lo sai spiegare semplicemente, non l’hai capito abbastanza bene” (Albert Einstein)




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