lunedì 13 febbraio 2017 - angelo umana

Silence, di Martin Scorsese

Al grido di “Dio lo vuole” i crociati della cristianità massacrarono i “non credenti”. In questo film ci sono i “non credenti” giapponesi della prima metà del secolo XVII che nel loro Stato non accettano si professi il cristianesimo e tantomeno tollerano la presenza di preti cristiani. Lo Stato lo volle, ma del resto anche il “Dio lo vuole” fu cosa da uomini, non soprannaturale. Gli uomini hanno snaturato le parole dei vari dei e le hanno acconciate o adattate alle loro pretese: rese “a loro immagine e somiglianza”.

Martin Scorsese ha impiegato quasi trent'anni per portare sul grande schermo il romanzo "Silenzio" dello scrittore giapponese di religione cristiana Shusaku Endo (frase tratta dal sito di mymovies) e pare che abbia preso le mosse da fatti recenti nei quali dei musulmani hanno ucciso chiunque si dichiarasse d’un’altra religione. Un tema attuale: vale la pena perdere la vita per un Dio professato oppure vivere rinnegando la propria religione e, per i ministri di quel culto, peccando di apostasia?

Per chi scrive il film fa pensare a Il villaggio di cartone o a Cento Chiodi di Ermanno Olmi, film di accusa ai nonsense delle religioni, non perdendo di vista che esse sono “costruite” da uomini, o forse inventate da essi. Due preti partono per il Giappone alla ricerca dell’uomo che fu il loro maestro (Liam Neeson), che si dice sia ancora vivo e che abbia rinnegato la sua religione pur di avere salva la vita e diventare un ascoltato maestro del buddismo. Accusa incredibile per i due giovani preti pieni di ardore per Dio e per il loro maestro.

In Giappone scoprono che esistono ancora seguaci della religione cristiana, in segreto catacombale, ricercati avversati torturati e messi a morte dallo Stato, a meno che non si dichiarino non cristiani e calpestino l’effige del loro Dio, un atto molto semplice da compiere alla presenza dei notabili del luogo. La morte toccherà ad uno dei due giovani preti, che non rinnega il suo Dio, ma per quella “superbia” intransigente vedranno tante morti di povera gente che peccava del reato di cristianità. Film violento e teso, e lungo, monumentale, di grande accusa a tutti gli integralismi, religiosi ma sempre cosa da uomini. Silence è quello di Dio che non si manifesta ai due preti, non dice loro se rinnegarlo oppure no, sono soli con la loro coscienza e con il peso del silenzio; mostra il nonsenso della confessione, che pare poter assolvere qualsiasi peccato, mentre fa parte di riti umani anch’essi inventati. E’ proprio uno dei due preti a dire dei cristiani giapponesi, Ho paura che diano più valore a questi segni di fede che alla fede stessa: le manifestazioni pagane della fede come talismani o dimostrazioni del credere.




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