giovedì 16 febbraio 2012 - UAAR - A ragion veduta

“Sì a Ici su attività commerciali della Chiesa”. Parola di Monti

Dopo le indiscrezioni di martedì, ieri sera è arrivata la conferma. Il governo ha intenzione di togliere l’esenzione Ici sugli immobili commerciali che fanno capo alla Chiesa cattolica. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato al vicepresidente della Commissione Europea – nonché commissario per la concorrenza – Joaquin Almunia, la presentazione di un emendamento ad hoc.

L’Ici (o Imu), si legge nella nota del governo, tornerà quindi sugli immobili commerciali degli enti ecclesiastici. Nel caso delle strutture con attività ‘miste’ – in parte no profit e in parte commerciali – l’imposta sarà pagata solo per la frazione ad uso commerciale.

Nell’inchiesta UAAR I Costi della Chiesa è stato stimato a circa 500 milioni di euro annui il mancato introito per le casse dello Stato a causa dell’esenzione di cui gode la Chiesa. Con questa iniziativa, spiega Monti, si spera così di chiudere la procedura europea aperta contro l’Italia in materia di concorrenza proprio per i privilegi fiscali di cui gode la Chiesa.

Per la Commissione Europea la mossa del premier è un “buon progresso”. Ma va ricordato che l’emendamento dovrà passare in Parlamento, dove la classe politica mostra una certa sudditanza nei confronti della Chiesa. La Conferenza episcopale italiana è cauta, per il momento. Fa sapere tramite il portavoce mons. Domenico Pompili che qualsiasi intervento “volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”. Ma, aggiunge la Cei, “ci auguriamo che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit“.




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