Serie A: la tradizione al potere
Inter e Juventus prenotano un'avvincente sfida per la conquista di un Campionato che stavolta non dovrebbe prevedere intrusioni di team estranei al patriziato...
Le prime battute di questo nuovo Campionato ci suggeriscono che, contrariamente alle ultime stagioni, non sarà un torneo particolarmente incline ad accogliere il ceto medio ai piani elevati del signorile palazzo dorato, che dovrebbero tornare ad essere esclusivo appannaggio dell'alta aristocrazia. A partire dalla campionessa uscente dell'Inter e della rediviva Juventus. Per il resto delle aspiranti alla sommità della dimora aurea sembra proprio non esserci spazio, e rischiano di rimanere immobili sulla soglia della speranza, interdette dalla tronfia ostentazione di superiorità delle potenti altolocate. Fra le estranee alla nobiltà, le candidati principali ad acquartierarsi sull'attico delle beatitudini, intrufolandosi fra le blasonate designate, sarebbero dovute essere l'Atalanta - reduce da un quadriennio stellare culminato col trionfo in Europa - ed il Bologna, ritornato dall'ultima stagione con i prestigiosi gradi della qualificazione Champions ottenuta dopo un'eternità di attesa. Due squadre che avrebbero dovuto perciò proseguire sul sentiero della gloria il loro cammino sfarzoso, magari seguite a stretto giro dal Napoli (il cui terzo Scudetto di un paio d'anni fa non è certo bastato a farle mutare classe sociale) di A. Conte, la cui guida avrebbe dovuto far rinsavire in tutta fretta il team malaticcio dello scorso torneo. Ma la realtà si sta palesando in netto contrasto con quanto immaginato.
L'Atalanta di mago Gasperini pare aver smarrito quello spirito fatato che l'aveva contraddistinta sino allo scorso mese di giugno, permettendole persino di mutare il proprio status, traghettandola al di là della fantasia. Il Bologna, dal canto suo, appare la copia sbiadita e sgualcita del team da sogno che appena tre mesi fa veleggiava lietamente verso lidi proibiti. E il Napoli, a dispetto di quanto preventivato, rimane ancora un cantiere aperto, alle prese con numerosi problemi di vario genere che non lasciano prevedere che da qui a pochi mesi possa intrufolarsi con disinvoltura al gran ballo di Corte. Quanto alle altre possibili new entry in grado di intromettersi nel circolo del potentato, ad oggi non si vede chi possa aspirarvi seriamente. Non lo è la Fiorentina finalista dell'ultima Conference League, tanto meno lo sono le due romane, che sembrano faticare non poco per emergere dalla cronica mediocrità. Per una lunga serie di compagini, dalla Dea di Bergamo alla Viola di Firenze, che rischia seriamente di pagare marcatamente un mercato condotto eccessivamente al risparmio, con poca oculatezza e ancor meno programmazione. A tutto beneficio del patriziato.
Così Inter e Juve rimangono le principali indiziate per lo Scudetto, che dovrebbero contendersi indisturbate. Il Serpente lombardo può contare ancora sull'imponente ed affidabile blocco del 20° Titolo di Campione d'Italia, e l'ultima campagna acquisti, con innesti mirati e lungimiranti, ha, se possibile, rafforzato l'ipotesi che la vede in pole per la vittoria finale. Alle spalle dei nerazzurri di Simone Inzaghi si colloca la rinnovatissima Juventus di Thiago Motta, che fra i team più rinomati è quello che ha cambiato maggiormente la propria identità. In effetti la Zebra nell'ultima estate ha attuato una mutazione radicale, di quelle che a Torino non si vedevano da tempo. Una trasformazione che permette ai bianconeri di tornare prepotentemente a coltivare grandi ambizioni, ricollocandosi nella propria zona di alto lignaggio. Proprio i bianconeri dovrebbero essere perciò gli unici antagonisti credibili dell'Inter, conferendo al torneo quell'incertezza e quell'interesse che altrimenti, vista l'assenza di potenze emergenti, sarebbero stati impietosamente risucchiati dalla monotonia.