giovedì 23 luglio 2020 - Alberto SIGONA

Serie A: la novena della signora

Trascinata da un sontuoso C. Ronaldo, la Juventus supera la Lazio nello “spareggio” per il Tricolore, apprestandosi a vincere il nono Titolo italiano di seguito.

Da quasi un decennio la Zebra detta legge in maniera spietata, costringendo ogni avversario ad inchinarsi con la massima riverenza.

UNA SAGA INFINITA

Tutto principiò nel “lontano” 2011-'12. All'epoca la Juventus era reduce dal terremoto di Calciopoli del 2006, le cui scosse di assestamento avevano seguitato a condizionarne le prestazioni per diversi anni. Per rivivere i fasti d'antan la società s'era affidata ad Andrea Agnelli, che a sua volta aveva chiamato Antonio Conte in veste di trainer, con l'auspicio che potesse infondere alla squadra quello spirito vincente che oramai da quelle parti davano per disperso. Il tecnico pugliese non tradì le imponenti attese, innestando nel gruppo bianconero una mentalità da belva feroce che da lì a poco avrebbe reso la Signora uno squadrone di tutto rispetto, quel rispetto che negli anni “post catastrofe” era stato risucchiato dall'oscurità. Fu così che i bianconeri ritrovarono la gloria dei tempi remoti, ridando lustro e splendore a quel blasone impolverato, dando il “la” a quello che da lì a qualche anno sarebbe divenuto un ciclo memorabile. Dopo l'inatteso exploit del 2012 - quando il Titolo arrivò sul filo di lana, al termine di una contesa gomito a gomito col Milan - i bianconeri bissarono quel trionfo nel 2013, stavolta in tutta tranquillità, senza scomodare paure e trepidazioni, rifilando agli inermi “nemici” distacchi colossali, per quella che sarebbe diventata presto una noiosa consuetudine. Anche l'anno successivo, infatti, Madama confermerà la propria andatura insostenibile, edificando uno strapotere mai visto: 102 punti e tanti distinti saluti alla ciurma, annichilita in maniera inverosimile. Nel 2014-2015 (Max Allegri prende il posto di Conte) la sinfonia è più o meno la stessa: suadente per la Juve, mortifera per i rivali, che ormai sembrano rassegnati al loro “tragico” destino. Il 2015-2016 sembra l'anno della svolta. L'aereo zebrato non riesce proprio a decollare, e dopo un quarto di torneo le contendenti paiono scappare via, rischiando di diventare irraggiungibili. Poi lentamente le nubi si diradano, l'orchestra inizia a ricomporsi, ed alla fine dello show gli applausi saranno tutti per la banda di Allegri, che s'erge alla quota record di 5 Scudetti di fila: il Governo della massima serie è oramai trasformato in regime dittatoriale. Un dispotismo che negli anni appresso verrà consolidato in maniera considerevole. Sino a giungere ai giorni nostri.

 

PIU' FORTE DEL COVID

In questo campionato a provare a troncare la sovranità della Signora vi aveva pensato il più subdolo e temibile degli avversari, ma la compagine di Maurizio Sarri s'è mostrata persino più forte del Coronavirus. Di contro, la Lazio ne ha pagate le conseguenze a carissimo prezzo. Prima dello stop forzato dovuto alla pandemia, i biancocelesti di Simone Inzaghi apparivano spavaldi e lucenti come ai tempi di S. Goran Eriksson, ed il -1 dai piemontesi sembrava preannunciare derivazioni radiose. Ma dopo il...rientro in orbita, l'aquila ha stentato a prendere il volo, apparendo appesantita ed ammosciata, vulnerabile innanzi a qualsiasi attacco. Con i sentiti ringraziamenti della Zebra, che da par suo - trascinata da quell'extraterrestre di C. Ronaldo (30 partite, 30 gol!), che ha ulteriormente ingigantito un team già ciclopico di suo - ha dimostrato di essere un animale feroce, di quelli che sbranano la preda senza nemmeno curarsi di lasciare avanzi per la concorrenza, puntualmente dilaniata nel proprio orgoglio e nelle proprie speranze.

Il successo della Juventus nella “finale Scudetto” ha spazzato via le ultime residue possibilità che la concorrenza potesse usurparne il trono d'Italia, quel trono su cui Madama siede indisturbata da quasi un decennio, nel corso del quale ogni antagonista è stata ridotta a brandelli. Per un'egemonia nazionale che nella storia del calcio non ha eguali in Europa. Anche in questa stagione le rivali hanno dovuto riporre in soffitta ogni ambizione, rassegnandosi mestamente a ristagnare nella palude delle frustrazioni. Apprestandosi ad assistere all'ennesima opera teatrale sfarzosa e mirabolante di una compagine che in questi ultimi due lustri ha riscritto parzialmente la storia della Serie A, dando vita ad una vera e propria saga leggendaria. Nell'attesa che le prossime giornate ne prolunghino il finale.

Foto di jorono da Pixabay 

 

 

 




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