sabato 29 ottobre 2016 - Marina Serafini

Segnali che orientano il respiro

E così, casualmente, alzo lo sguardo e mi accorgo che quella voce gentile si sta rivolgendo proprio alla mia persona. Ogni tanto accade: sono talmente assorbita dalle cose che faccio, dai ritmi incalzanti e dalla sciatteria fastidiosa che sovente mi trovo d'intorno, che quando mi sfiora un tono gentile trascendo, quasi commossa.

Rimango spiazzata, sorpresa della mia ottusità. Un filo di musica dolce nel clamore color del metallo. Un viso pulito, un gesto gentile, ed ecco che si rispiana la fronte, mentre un pensiero confuso mi si intromette inatteso: l'umanità è ancora... 

Alcuni ci sono: gentili, attenti, in ascolto. Persone che sanno calare se stesse sulla rena comune, ed hanno piacere nel fare le cose con gli altri. Persone che non devono ucciderne altre per riuscire a sentirsi importanti. 

Stamani osservavo individui parlare con altri, e ne percepivo il variare dello stato emotivo: la tensione che cambiava modificava gli spazi tra loro, e l'atteggiarsi di quei lineamenti. Avveniva una danza, scandita dai suoni e dai gesti: un po' più in qua, e poi un passo indietro, e l'altro con lui... Distanze che aumentano e poi si stringono, o si mantengono tali.

 Segnali che orientano il respiro. Ne siamo immersi e li notiamo appena, distratti da quanto è fuori di noi, e ci attrae, col richiamo roboante del nuovo. Che poi, di nuovo davvero, c'è sempre così poco...

Il corpo si espone esprimendo con le sue variazioni noi stessi. Lo fa di continuo, ignorato o studiato da altri. Esso ostenta la gioia e il dolore, la sanità e la sofferenza, giudicando nel suo accadere la nostra condotta. Quali sogni hai seguito per ottenere tanta bellezza? E quali hai ignorato, invece, per ridurti in tale disagio?

La malattia, lo sai, è il lungo lamento dell'anima. Ti dice che tu, in un certo modo, con le tue idee e le tue convinzioni, stai tradendo te stesso, ignorando la tua natura... Stai servendo il padrone sbagliato! Anche se la società tutta ti ammira. Abbandona i sogni degli altri e riprenditi i tuoi: ascolta cosa dici a te stesso e segui il percorso che più ti appartiene... I sogni ci portano immagini proprie: le nostre. Da tempo frequento una scuola che insegna ad apprenderne il senso. Il primo obbiettivo: me stessa. Il resto consegue da lì.

 

 

 




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