mercoledì 30 giugno 2021 - Giovanni Pulvino

Scuola, una volta c’erano gli esami di Stato

In questi giorni si stanno per concludere, per decine di migliaia di docenti ed alunni i colloqui degli esami di Stato, ma hanno ancora un senso?

E’ ora di adempiere alle ultime formalità, inserire le schede dei candidati ed i verbali nel plico, sigillarlo con i bolli di ceralacca, compilare i registri riepilogativi, gli attestati e le certificazioni, preparare tutto il materiale da consegnare o riconsegnare alla scuola dove si sono svolti gli esami di Stato.

E’ una calda ed afosa giornata di giugno e decine di migliaia di professori, candidati e collaboratori della scuola stanno svolgendo la loro mansione con particolare attenzione, quella tipica di chi sa che sta eseguendo un compito delicato, che inciderà per sempre nella vita e nella memoria di esaminatori ed esaminati. Chi non ricorda i professori degli esami di Stato, l’elaborazione delle prove, il voto finale e le presunte o reali ingiustizie fatte dagli esaminatori?

Di questi giorni, oltre al voto finale rimarranno le titubanze e le gaffe fatte dai ragazzi e le facili ed inopportune ironie di chi, ormai adulto, non rammenta o fa finta di non rammentare gli errori commessi quando si è trovato nella medesima situazione.

Una volta c’erano le discussioni sulle valutazioni tra docenti ‘interni’, i professori cioè che hanno seguito i ragazzi per tutto l’anno ed in alcuni casi per tutto il percorso formativo della scuola superiore, e quelli ‘esterni’che invece giudicavano solo le prove dell’esame. L’opinione dei primi difficilmente coincideva con quella dei secondi ma una sintesi, anche se a volte era preceduta da estenuanti e spesso inutili discussioni, si trovava quasi sempre. Quest’anno questi contrasti non si ripeteranno e potrebbero non ripetersi mai più.

C’è chi ritiene, tra i docenti, che l’esame di Stato sia un inutile tour de force, un ‘rituale’ a cui si devono sottoporre alunni ed insegnanti delle scuole medie e di quelle superiori. Per altri invece è un importante passaggio verso il mondo degli adulti, verso la maturità.

I cambiamenti legislativi sulle sue modalità di svolgimento della prova lo hanno reso ancora più semplice. Qualcuno ritiene sia giunto il tempo di eliminare le prove scritte e di mantenere le commissioni composte esclusivamente da docenti interni. Niente più errori di ortografia o di grammatica, ne strafalcioni negli elaborati, resterebbe solo un’interrogazione con tutti i professori, nient’altro. Vedremo.

Intanto, migliaia di giovani stanno per conseguire il diploma di scuola superiore, quello che una volta era considerato un importante ‘pezzo di carta’, ma prima dovranno rispondere all’ultima fatidica domanda: cosa farai dopo aver conseguito il diploma? Questo quesito è posto per soddisfare la curiosità dei professori, ma non è un 'obbligo' imposto dal ministero ed i docenti, in questi tempi difficili in cui proseguire negli studi costa troppo e trovare un lavoro è quasi un terno al lotto, farebbero bene a porlo sottovoce e senza insistere troppo di fronte alle eventuali titubanze dei ragazzi. 

Fonte REDNEWS

REDNEWS

Foto da istruzione.it

Foto di Kevin Phillips da Pixabay 




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