martedì 25 settembre 2018 - Fabio Della Pergola

Scoprire l’Ur-Antifascismo

Quello che si profila all'orizzonte non è facilmente liquidabile come "fascismo", casomai è una nuova forma di autoritarismo politico che si propone un ritorno alla "tradizione sacra" di ogni popolo in chiave antimodernista, ma con molte sfumature di grigio, di nero e di rosso(bruno).

Casomai possiamo leggerlo come Ur-fascismo, come lo definì Umberto Eco:
 
«Per l'Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il "popolo" è concepito come una qualità, un'entità monolitica che esprime la "volontà comune". Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete (...) ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del parlamento perché non rappresenta più la "voce del popolo", possiamo sentire l'odore di Ur-Fascismo».
 
Nella prima frase si sente l'eco del salvinismo e di certo grillismo, nella seconda la protervia casaleggiana sulla ormai prevedibile inutilità del Parlamento.
 
Parlare di "fascismo" provoca quindi la facile irridente risposta di essere antifascisti "in assenza di fascismo" (cit. Fusaro su Il Fatto Quotidiano, ahinoi), perché le categorie di fascismo e antifascismo sarebbero ormai superate (cit. tutti, dai 5stelle fino a Casapound). A parte qualche folkloristico nostalgico in camicia nera sarebbe una falsificazione della situazione politica contemporanea.
 
Così come la xenofobia (declinata politicamente come "ogni popolo stia a casa sua") non è immediatamente equiparabile al razzismo, oggi più spesso definito "suprematismo" (anche se stanno a casa loro certi determinati popoli sono definiti come "inferiori"). La prima cammuffa spesso il secondo, ma l'autodifesa di un sovranista dalle accuse di razzismo è facile.
 
Le armi dialettiche dell'Ur-fascismo contemporaneo sono facilitate dall'uso prevedibile delle spuntate armi dialettiche dell'antifascismo storico (cioè legato ad un preciso periodo storico).
 
«L'Ur-Fascismo - scriveva Eco - è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: "Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!" Ahimè, la vita non è così facile. L'Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme».
 
Non sarebbe più logico perciò - anziché adottare le categorie e simboli della Resistenza (che scaldano i cuori di una minoranza, ma non incidono più su un elettorato scettico) - cercare di definire i contorni di un Ur-Antifascismo andando alle radici di un nuovo umanesimo?
 
Vignetta: Mauro Biani
 



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