martedì 18 giugno 2019 - Camillo Pignata

Scoppiano le mine renziane sotto il PD

Qualche tempo fa scrivevo su questo giornale: "Un esercito in rotta dissemina il campo di mine, per intralciare il nemico che lo insegue, ed infliggergli più perdite possibili. E' quello che ha fatto Renzi, prima di lasciare il campo, ha disseminato il terreno di mine, per intralciare Zingaretti e distruggere la sinistra all’interno del PD".

Ora queste mine stanno scoppiando. Zingaretti l'ha capito, e così ha bonificato la direzione dalle scorie renziane. Ma non basta. Il problema non è una o più mele marce in un paniere. Il problema, è il paniere, che è marcio.

Il problema sono gli errori della sinistra dell'altro ieri, la cura Renzi di ieri, la sindrome dalemiana del potere ad ogni costo, il pragmatismo bersaniano, l'ossessione renziana per il moderatismo iperliberista, il suo odio distruttivo contro la sinistra. Tutti hanno prodotto una mutazione genetica del pd che ha investito la sua identità, la sua classe dirigente e la sua base.

Il PD non è più un partito, è un amalgama mal riuscito, una fabbrica del consenso, uno strumento di conquista del governo del paese, un comitato elettorale che ricerca tra i moderati i voti che già ha. Per questo non basta bonificare il partito dalla scorie renziane, non basta cambiare programma, andare qualche volta nelle periferie. Quella del pd, è una partita che si gioca sul tavolo dell'identità del partito, dei suoi principi ispiratori della sua ideologia.

L'obiettivo non è la riconquista dei voti. Non si possono ripercorrere le strade già battute della rincorsa del consenso, del potere ad ogni costo. Non si può reitarare un errore che tanti danni ha provocato al partito sul piano etico e del rapporto con gli iscritti e simpatizzanti. Non si puo sacrificare la morale al voto, il servizio alla gente alla conquista del potere. Non si può formare una classe dirigente, con uomini di marketing, che sanno fare pubblicità e non politica .

L'obiettivo è la riconquista delle coscienze. L'obiettivo è l'alternativa identitaria che si costruisce a partire dalla cancellazione della sindrome del consenso ad ogni costo, del pragmatismo e dalla rivitalizzazione della ideologia e con essa della lotta .

 



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