mercoledì 4 dicembre 2019 - Pompeo Maritati

Sconti per chi userà i pagamenti elettronici tracciabili. Quando ci costeranno? Serviranno?

Forse è la prima volta che un governo dimostra una sincera e ferrea volontà di combattere il tragico fenomeno dell’evasione fiscale. Alcuni enti di rilevazione statistica hanno avvalorato questo fenomeno a oltre 130 miliardi di euro. Quindi è intenzione del governo Conte-bis di mettere sul tavolo della finanziaria accorgimenti legislativi atti a contenere e combattere l’evasione.

Se ne son dette tante. Pare che siamo in dirittura d’arrivo e le proposte che probabilmente saranno approvate in questi giorni sono le seguenti:

  1. Riconoscere uno sconto tra il 3 e il 4% per tutti i pagamenti effettuati a mezzo bancomat e carte di credito;
  2. Le agevolazioni fiscali, quali detrazioni per spese sanitarie, ristrutturazioni ecc. saranno riconosciute solo se pagate con mezzi tracciabili e non in contante;
  3. Applicare una tassazione del 3% sugli importi superiori ai 1500 euro mensili prelevati dal bancomat;
  4. Riconoscimento ai negozianti di un rimborso forfettario delle spese annuali del POS;
  5. Eliminazione dei costi bancari per le operazioni al di sotto i 30 euro (aspetto questo che non mi pare sia stato digerito dal sistema bancario, che sta già provvedendo ad innalzare i costi della tenuta dei conti correnti).

Aldilà di alcuni aspetti di ordine costituzionale, plaudo a questa ferrea volontà di combattere l’evasione ma non vorrei che questa battaglia si trasformasse nella solita battaglia contro i mulini a vento.

Ritengo errata la convinzione che l’evasione, quella preoccupante per quantità e qualità, sia da combattere nei settori produttivi quali artigiani e piccoli commercianti. Non mi pare di aver intravisto tra le pieghe della finanziaria norme che regolino il commercio on line, soprattutto quello delle multinazionali con sedi all’estero e l’interscambio finanziario tra società appartenenti allo stesso gruppo.

Sta di fatto che già oggi i pagamenti effettuati in forma elettronica, quindi tracciabili, sono avvalorabili in circa 150 miliardi. Quindi per effetto di questa legge, lo stato dovrà far fronte ad un costo di oltre 4,5 miliardi, sperando che a questi 150 miliardi se ne aggiungano altrettanti che producano un nuovo gettito erariale, che vada a coprire questi 4,5 miliardi, più quel 3% sui restanti che andranno ad aggiungersi. Se ipotizziamo di raddoppiare questi 150 miliardi, avremo una ulteriore spesa di 9 miliardi.

A me pare una manovra senza senso, anche perché il 3 o il 4% di bonus è poca cosa sul risparmio che si otterrebbe se non fatturato ovviamente in nero. Solo per la mancata applicazione dell’IVA si risparmierebbe minimo un 20%, che non mi pare poca cosa.

E’ mio avviso che la manovra più importante è quella di vietare immediatamente pagamenti in contanti superiori ai 500 euro, per poi portare questa soglia a 100. Se non ricordo male fu Bersani che propose la soglia a 100 euro e fu deriso.

Non possiamo però tacere la cosa più importante, che la lotta all’evasione non si fa con questi mezzucci ma con nuove leggi più severe, con controlli più stringenti e adeguati alla problematica e poi che si applichi la cosa più ovvia del mondo che da noi in Italia non viene applicata: la certezza della pena, ovvero chi sbaglia paga e non che per centinaia di milioni di euro di evasione si vada semplicemente a fare 4 ore alla settimana ai servizi sociali. Questo altro non è che un incentivo ad evadere e quindi non penso di essere offensivo quando dico che chi sostiene ancora questo stato di diritto, è un complice degli evasori. 

Foto di flyerwerk da Pixabay 




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