giovedì 31 marzo 2022 - Carmelo Musumeci

Scontare la pena

La Corte Costituzionale, con la sentenza del 15 aprile 2021, ha stabilito che la pena dell’ergastolo ostativo è incompatibile con la nostra Costituzione. Adesso a me sembra che, con la proposta di modifica in discussione al Parlamento, l’ergastolo ostativo diventi ancora più ostativo.

Forse è fuori luogo in questi brutti tempi di guerra scrivere di ergastolo, ma credo che sia comunque giusto farlo. Molte persone “perbene” pensano che si possa sconfiggere la guerra con le armi o facendo ancora più morti, altre pensano che si possa sconfiggere il male aggiungendo altro male. E una certa antimafia, da circa 30 anni, è convinta che si possono sconfiggere certi fenomeni criminali solo con l’ergastolo ostativo o con il regime di tortura democratico del 41 bis. Non sanno quanto si sbagliano, perché certi fenomeni non si sconfiggono solo militarmente, ma soprattutto culturalmente. Per esempio, ci sono alcune persone “perbene”, culturalmente con mentalità mafiosa, che non commettono reati ma creano le condizioni per farli commette agli altri. Per questo penso che forse un giorno riusciremo a sconfiggere la mafia, ma credo che sarà molto più difficile sconfiggere la devianza di una certa parte dell’antimafia che non ha nessun senso della misura e che da decenni non fa altro che produrre culturalmente altra mafia.

 

In questi giorni mi è venuto da riflettere sul verbo “scontare”, infatti si dice “scontare la pena”. Quindi è già insito nella parola stessa che “scontando una pena” questa diminuisca, infatti più sconti la pena e più la parte restante diminuisce. Quindi è già insito nella ratio del concetto giuridico di “scontare la pena” che la pena prima o poi si esaurisca proprio in virtù del fatto che con il passare degli anni la pena si sconta. Allora è assurdo e contraddittorio dire “sconta l’ergastolo ostativo” oppure “sta scontando l’ergastolo ostativo” perché nonostante il passare degli anni, la pena residua non diminuisce. Penso che l’ergastolo ostativo va persino contro la matematica e l’italiano.

La pena perpetua non ti toglie solo la libertà, ti strappa pure il futuro. Credo che lo Stato si possa prendere una parte di futuro, ma non tutto, se vuole essere migliore di un criminale. L’ergastolo ostativo è disumano, perché l’uomo per vivere e morire ha bisogno della speranza che la sua vita un giorno forse sarà diversa o migliore. La pena perpetua è un sacrilegio perché anticipa l’inferno sulla terra e la pena eterna senza possibilità di essere modificata è competenza solo di Dio (per chi crede). L’uomo è l’unico animale che può cambiare, per questo non potrebbe e non dovrebbe essere considerato cattivo e colpevole per sempre. La giustizia potrebbe, anche se non sono d’accordo, ammazzare un criminale quando è ancora cattivo, ma non dovrebbe più tenerlo in carcere quando non lo è più. O farlo uscire solo quando baratta la sua libertà con quella di qualcun altro collaborando e usando la giustizia. Se la pena è solo vendetta, sofferenza e odio, come può fare bene o guarire? Voglio ricordare che per chi ha commesso un crimine il perdono fa più male della vendetta, il perdono lo costringe a non trovare dentro di sé nessuna giustificazione per quello che ha fatto. Ecco perché converrebbe combattere il male con il bene, col perdono, con una pena equa e rieducativa. La pena dell’ergastolo ostativo ti lascia la vita, ma ti divora la mente, il cuore e l’anima.

 

Carmelo Musumeci

Marzo 2022




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