martedì 14 febbraio 2023 - UAAR - A ragion veduta

Scampanio “selvaggio”: alcune storie di cittadini che si sono rivolti allo sportello SOS Laicità

Il disagio causato dalle campane rumorose ben oltre i limiti di legge è diffuso in tutta Italia. Come associazione riceviamo tantissime richieste di aiuto da persone esasperate allo sportello SOS Laicità. Talvolta parroci arroganti sono spalleggiati da sindaci “più papisti del papa” e le istituzioni che dovrebbero vigilare invece latitano. Paradossalmente sono le diocesi a essere più sensibili alla questione: recentemente il vescovo di Savona-Noli ha dato ad esempio disposizioni più rigide per i parroci “campanari”. Ma il problema si fa ancora molto sentire. Il segretario nazionale Uaar Roberto Grendene ha riportato nella sua rubrica “Impegnarsi a ragion veduta” sul numero 5/2022 della rivista Nessun Dogma


In quest’estate torrida tanti hanno deciso di agire per far cessare un altro tormento, l’inquinamento acustico prodotto dalle campane. O almeno per ridurlo in intensità e frequenza.

Tra questi E., R. e M. che si sono rivolti allo sportello SOS Laicità. Il loro impegno laico ha dovuto fare i conti non solo con burocrazia e privilegi normativi su base religiosa, ma anche con sindaci più papisti dei prelati e con preoccupanti segnali di ostilità da parte di un numero sempre più esiguo, ma probabilmente più agguerrito, di sostenitori dell’identità religiosa da imporre a suon di martellate su superfici metalliche.

Il solito Concordato assegna alle autorità ecclesiastiche una speciale libertà di manovra pure nel campo dei richiami acustici agli affiliati. Ma al di fuori dei momenti liturgici trovano applicazione le regole dei comuni mortali.

E così, a suon di esposti e di condanne per risarcimento danni, parroci e vescovi alla prima lamentela ricevuta si affrettano a interrompere le scampanate notturne e a ridurre frequenza e volume di quelle diurne. Come accaduto ad Alberona (FG) dopo la segnalazione da parte di alcuni turisti. Il sindaco ha accolto con favore l’accordo? Niente affatto, ha detto ai turisti che «possono scegliere un’altra località di villeggiatura» e ha invitato il parroco a riprendere con le emissioni rumorose «anche nelle ore notturne».

Ha invece colto l’occasione per migliorare a tutti la qualità della vita il referente Uaar per Foggia, Pio Savelli, che ha chiesto pubblicamente che anche nella vicina Panni cessi il tormento delle campane fatte suonare pure di notte a intervalli di 15 minuti.

Sindaci più clericali dei parroci che promuovono il turismo al di fuori dei confini del proprio comune possono far (amaramente) sorridere. Non altrettanto le testimonianze di E. e R., due situazioni in cui il disagio personale passa in secondo piano rispetto a quello causato ai propri figli piccoli.

In un caso con sveglia di soprassalto durante i sonnellini che dovrebbero caratterizzare pacificamente le giornate quando si hanno pochi mesi di vita; nell’altro con il manifestarsi di una vera e propria paura dell’ossessivo rumore delle campane.

Queste mamme hanno chiesto e ricevuto istruzioni e moduli dallo sportello SOS Laicità per chiedere al Comune di intervenire. Avrebbero potuto rivolgersi direttamente al parroco o al vescovo, visto che ad esempio nel caso dei turisti di Alberona qualche risultato è stato raggiunto? Forse. O forse sarebbero sorti problemi che un turista di passaggio non deve affrontare.

È il caso di M., che scrive una garbata lettera alla diocesi per evitare di essere bruscamente svegliato ogni mattina alle 6:45 dai trenta potenti rintocchi che per tre interminabili minuti provengono dal campanile di Fivizzano (MS). Con suo stupore il vescovo accoglie la richiesta e fa in modo che il parroco modifichi gli orari delle emissioni rumorose.

Ma da quel momento arrivano amare sorprese. Si ripete il triste copione del sindaco che scende in campo, promettendo pubblicamente di scrivere alle autorità religiose per ripristinare la situazione precedente, illegittima e dannosa per la salute pubblica.

Una pagina Facebook legata al territorio pubblica un articolo che dipinge M. come personaggio ostile alla comunità e alle tradizioni locali, raccontando di come il parroco si sia lamentato durante l’omelia e abbia fornito dettagli che potrebbero identificare chi ha scritto la lettera alla diocesi.

Tra i commenti all’articolo si possono leggere insulti e richieste di rendere pubblico il nome di questo “nemico della comunità”, oltre a minacce velate ed esplicite. Al neo socio M., che pur temendo ripercussioni continua a lottare per un paese laico e civile, vanno la nostra solidarietà, il nostro ringraziamento e l’impegno di essere al suo fianco.

Roberto Grendene

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