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Sanitari per Gaza: "Urgente il cessate il fuoco e la creazione di corridoi umanitari

Operatori sanitari riuniti in un’assemblea pubblica a Napoli lanciano raccolte firme per la mobilitazione nazionale in protezione dei colleghi e della popolazione civile della Palestina.

di Daniele Pallotta

Il 3 febbraio 2024 si è tenuta a Napoli un’assemblea pubblica della rete “Sanitari per Gaza”, in cui gli operatori sanitari partecipanti hanno lanciato un appello per il cessate il fuoco in Palestina e per l’apertura immediata di corridoi umanitari permanenti affinché siano create condizioni di sicurezza per il lavoro ospedaliero e di pronto soccorso.

Nella loro lettera aperta agli ordini delle professioni sanitarie, i partecipanti alla rete “Sanitari per Gaza” riportano i dati del massacro in corso da oltre tre mesi: “Al 30 dicembre 2023, tutti gli ospedali nel nord sono stati colpiti e alcuni assediati ed evacuati con la forza, Al Shifa, Indonesian, Al Awda, Al Aqsa, Al A Alhi, Al Nasser, al Rantisi, Turkish, Eye hospital, Al Wafa, Al Dura e delle 36 strutture esistenti solo 9 sono parzialmente operative, ma molte di quest’ultime sono state attaccate nell’ultima settimana. Al 23 gennaio 2024, 403 sanitari sono stati uccisi anche al lavoro. (…) Ambulanze, cortili degli ospedali e carovane dell’ONU che tentavano di distribuire medicine sono state colpite. Molti pazienti sono morti per mancanza di operatività̀ dei macchinari di cura intensiva tra cui almeno 14 neonati al Al Shifa e 4 al Al Nasser. Molti per mancanza di presidi medicali, molti hanno subito amputazioni che in condizioni normali sarebbero state evitate. Pazienti in dialisi sono morti e malati di cancro per mancanza di medicinali ed elettricità per i macchinari. Neonati fragili non hanno alcuna cura intensiva o nutrizione per loro ormai, e sono circa 500 ogni mese; molti muoiono.” Nei report si legge di oltre 26.000 vittime, complessivamente dal 7 ottobre , più di 10.000 dei quali bambini, e 60.000 feriti, si legge di malnutrizione per mancanza di risorse dall’esterno, mentre le agezie O.N.U. “sono impossibilitate ad intervenire e oltre 100 persone del loro personale sono morte nella striscia di Gaza a partire dal 7 ottobre.”

Nella lettera viene richiesta “la cessazione immediata e urgente dei combattimenti per creare una condizione tale che permetta ai colleghi l’assistenza ai feriti, ai malati cronici e di tumore, ai neonati a rischio, che sia pieno il ripristino delle comunicazioni da e verso i presidi sanitari e delle forniture di elettricità, acqua, cibo e soprattutto disinfettanti, dispositivi medicali e medicinali nella misura necessaria a salvare vite, e la sospensione della fornitura di armi.”

I destinatari della lettera sono in primo luogo gli Ordini Professionali, gli Organismi Accademici e le Aziende Sanitarie che possono mobilitarsi e fare pressione su tutte le istituzioni e gli organismi politici per un impegno concreto ad arrivare al cessate il fuoco e ad una soluzione politica.

In una situazione sanitaria devastata – prosegue la denuncia di Sanitari per Gaza – in cui si assiste parallelamente ai bombardamenti ed alla mancanza di forniture di cibo ed acqua, si apprende che la condizione rischia di aggravarsi ulteriormente in poco tempo a causa della sospensione dei finanziamenti per UNRWA disposta da nove Paesi, tra cui l’Italia.

In un documento adottato il 29 novembre 2023 dal Comitato Esecutivo di EPSU (La Federazione europea dei sindacati dei Servizi Pubblici) viene “condannato il brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre che ha provocato oltre mille morti e più di duecento ostaggi” e viene condannata “La reazione del governo israeliano che ha provocato una crisi umanitaria con un impatto devastante sulla popolazione che vive nella striscia di Gaza e in Cisgiordania.” EPSU condanna con forza tutte le forme di violenza che colpiscono le popolazioni civili e chiede un immediato e duraturo cessate il fuoco come stabilito nella Risoluzione approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 27 ottobre 2023. “L’Unione Europea, l’ONU e tutti gli attori in campo devono fermare le azioni militari, assicurare il rilascio degli ostaggi e dare protezione alle persone e ai lavoratori dei servizi pubblici – si legge nel documento.

Alla richiesta di fermare il genocidio si affianca l’ appello proveniente dal Geneva Global Health Hub, in cui si denunciano anche i rischi a lungo termine per la salute delle condizioni di deprivazione cui sono sottoposte le persone nella striscia di Gaza.

Nell’assemblea di Napoli sono intervenuti i membri di varie associazioni, movimenti, sindacati (FP CGIL, Ex Opg, Medicina Decoloniale) e persone singole, tutte riunite nella rete Sanitari per Gaza. Il loro invito è firmare le lettere e gli appelli pubblicati e di aderire e partecipare attivamente alla rete. 




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