giovedì 17 dicembre 2015 - Essere Sinistra

Salva-banche e dimissioni: per loro è del tutto normale

di Vincenzo G. PALIOTTI

Ma come si può pretendere che il ministro Boschi si dimetta per il conflitto d’interesse sorto nella questione “salva banche” che vede coinvolto il papà della stessa?

Non molleranno mai qualcosa che hanno conquistato, prima di tutto ignorando il destino di famiglie alle quali hanno portato via, in modo truffaldino, i risparmi di una vita intera.

Per una persona “normale” il rimorso e la morale, se l’avesse, lo porterebbe ad un passo indietro spontaneo, automatico anche per rispetto di chi è rimasto senza nulla.

Non si può quindi pretendere che questi individui compiano un atto che è peculiare di persone civili, oneste ed è quindi lungi da loro.

Emblematiche le parole del ministro delle finanze, Pier Carlo Padoan che, oltre al danno, arreca anche la beffa ai danneggiati apostrofandoli “ingenui”, ingenui di essersi fidati di gente che è esattamente uguale a lui che dispensa numeri fasulli ad ogni piè sospinto facendo credere che il Paese va, che la ripresa è in atto. Anche questa è un’altra forma di illegalità, di crimine, direi, senza sanzione penale..

La Maria Elena poi che si “sbraccia” nel dire a tutti: “ma, mio padre è una persona per bene”. Caro ministro, lei ha ragione a dire questo e magari il suo papà lo è davvero perbene.

La delinquenza non è solo di quelli che rapinano in jeans e maglietta, col passamontagna, che minacciano con le armi in pugno. La delinquenza dei “colletti bianchi” è quella che produce danni maggiori, che assicura i maggiori profitti raggiunti con l’inganno. Profitti più alti di quelle delle mafie.

Questa delinquenza, la peggiore, è fondata sull’aver carpito la fiducia e la buona fede di chi gli ha affidato tutti i risparmi faticosamente messi da parte per una vita intera, sapendo che glieli stava letteralmente sottraendo.

Fanno bene le opposizioni a chiedere quindi le dimissioni del ministro delle riforme Boschi, coinvolta in questo losco affare, anche se non ho molte speranze che la mozione di sfiducia vada in porto.

Questa governance aziendale finanziaria è talmente arrogante che considera del tutto normale l’evidente conflitto d’interesse, normale perché – nella loro megalomania – si considerano al di sopra anche della legge.

Lo hanno dimostrato in altri casi e lo sosterranno sempre, fino a quando non saranno cacciati via dai palazzi del potere.

Forse è ancora peggio la delinquenza consapevole, quella cioè che sa di arrecare danno a persone indifese ma che si “ripara” dietro alla “rispettabilità” del suo aspetto, del suo ruolo. Tutto inutile, sempre delinquenza è. E cosa c’è di peggio che indurre la vittima a farsi immolare, per proprio interesse, assicurandola di essere protetta, di non correre nessun rischio, come hanno fatto con quei risparmiatori che si sono rovinati l’esistenza perdendo tutto quello che avevano, e di questo, i “perbene”, come il papà della ministra ne erano a conoscenza, lo sapevano perfettamente: eppure, non si sono fermati.

Tutti siamo persone perbene ammesso però che si resti nei limiti stabiliti da leggi e regole che disciplinano la vita di ogni società civile. Se si oltrepassano questi limiti si può restare “per bene” ma si passa automaticamente in altra categoria: quella dei disonesti. Pure Al Capone, in fondo, aveva un cuore ma era un fuorilegge.




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