Roma 2024: il medagliere dell’Italia ai Campionati d’Europa di Atletica
Un'Italia da favola dà vita ad una straordinaria kermesse, degna di una grande potenza dell'Atletica.
LA NUOVA ERA DELL'ATLETICA ITALIANA
I tempi in cui bivaccavamo nell'oscurità fra le comprimarie, sbavando per un misero piazzamento fra le retrovie del gruppo, ci sembrano ormai lontani anni luce... L'Italia ammirata al Campionato d'Europa di Roma appena consegnato in archivio ci ha fatto strabuzzare gli occhi. I nostri meravigliosi atleti (o dovremmo chiamarli eroi?) sono riusciti a realizzare l'inimmaginabile, toccando picchi inesplorati che sino a poco tempo fa dimoravano esclusivamente nelle fantasie più ipotetiche ed azzardate. La delegazione guidata dal Presidente della FIDAL, Stefano Mei, in questa rassegna continentale ha mostrato una superiorità inedita, inverosimile, da autentica potenza, essa, che una vera potenza non lo è quasi mai stata, se non ai tempi fulgidi degli Anni Ottanta. A Roma sono arrivate medaglie ad iosa, sono crollati record a grappoli, sono stati centrati obiettivi a go-go. Abbiamo palesato una versatilità senza precedenti e senza eguali nell'intero panorama internazionale, mostrandoci a nostro agio in quasi ogni gara ed in svariate specialità, persino in quelle da sempre estranee alla nostra familiarità, spaziando dalla velocità al mezzofondo, dai concorsi ai lanci, dalla pista alla strada, sia in ambito uomini, sia in ambito donne. Per un Europeo che potrebbe aver reciso le catene che ci tenevano ancorate da troppi anni alla mediocrità, e che potrebbe fungere da rampa di lancio per prossimi traguardi idilliaci, avviando una nuova era per l'Atletica italiana. Magari a partire dalle imminenti Olimpiadi di Parigi, in cui potrebbero confluire gran parte delle straordinarie performance sfoderate dai nostri esponenti tricolori, che potrebbero trovare in terra francese il valido riscontro alle loro potenzialità.
UN NUOVO CORSO INIZIATO NEL 2021
Dicevamo delle prossime Olimpiadi, in cui la nostra Italia cercherà di confermare le splendide premesse lanciate in questi Europei. Ma in realtà il nuovo corso avviato dagli azzurri parte proprio da una rassegna a cinque cerchi, e ci riferiamo ovviamente ai Giochi di Tokyo 2020 (tenutisi nel 2021). In terra nipponica la nostra delegazione era riuscita a derogare alla recente consuetudine che ci vedeva regolarmente bivaccare nell'oscurità. Tuttavia gli eventi internazionali che ne erano seguiti non avevano ribadito cotanta grazia, lasciandoci supporre che gli exploit olimpici non avessero rappresentato quel tanto auspicato cambio di rotta, ma un semplice ed isolato lampo destinato a squarciare le tenebre in via passeggera, per poi spegnersi nel volgere di un amen. E gli esperti ed appassionati che avevano intravisto nelle imprese olimpiche l'avvio di una nuova era dell'Atletica azzurra, si erano dovuti ricredere in tutta fretta. Ma si sa, la crescita di un movimento non è sempre lineare, la sua maturazione non può essere sempre costante. Specialmente quando si deve affrontare un percorso evolutivo partendo quasi dal nulla, occorre mettere in preventivo gli intoppi, gli imprevisti, le decelerazioni. E non è raro che ad accompagnare il processo di sviluppo vi siano le delusioni, il senso d'impotenza, la paura di non potercela fare, l'impressione di essere inadeguati a perseguire gli obiettivi prefissati. Oggi, col senno di poi, possiamo invece asserire che l'Italia la sua rinascita, il suo nuovo corso, lo ha avviato proprio in quelle famose Olimpiadi giapponesi, e gli ultimi Europei, in cui abbiamo letteralmente spadroneggiato, rappresentano il prolungamento di una lunga e travagliata fase di crescita destinata probabilmente a mutare completamente la storia dell'atletica nostrana. Una storia che finalmente potrebbe vederci recitare la parte da protagonista, come accaduto nell'ultimo trionfale campionato continentale, in cui è andata in scena un'Italia mai vista, totalmente irriconoscibile.
ITALIA PADRONA ASSOLUTA D'EUROPA
In effetti l'Italia esibitasi in questi Campionati d'Europa (tornati nel nostro Paese dopo mezzo secolo!) è stata la dominatrice indiscussa, surclassando tutte le altre Nazioni, anche le più insidiose e quelle dalla tradizione più favorevole (dalla Gran Bretagna alla Germania). Per renderci conto appieno del capolavoro che siamo riusciti a realizzare, basta pensare che il nostro primato di Ori apparteneva a Spalato 1990. In Jugoslavia, ormai oltre 30 anni fa, ci fregiammo di 5 Titoli, un bottino per noi esorbitante, e che per decenni aveva rappresentato l'apogeo ineguagliabile delle nostre ambizioni e potenzialità, per una rassegna continentale che era coincisa con la fine di un'epoca irripetibile (in cui aveva appena finito di sguazzare gente del calibro di Pietro Mennea o Sara Simeoni). Ebbene, a Roma abbiamo disintegrato ogni raffronto col passato, spingendo le nostre mire al di là delle nostre aspirazioni e facoltà. Il nostro record di 5 Ori è stato a dir poco sbriciolato, raddoppiando, anzi di più, quel nostro lauto inarrivabile gruzzolo, impreziosendo il nostro forziere con addirittura 11 Ori (sì, avete capito bene), salendo per la prima volta sul podio del medagliere, occupandone - incredibile ma vero - il gradino più alto, avvalendoci di campioni di assoluto valore (atleti dalla fama già conclamata, come la marciatrice Antonella Palmisano, campioni in attesa della consacrazione, come il pesista Leo Fabbri, e giovani leve pronte a spiccare il volo, come il velocista Luca Sito o il lunghista M. Furlani, enfant prodige capace di portare a casa uno splendido Argento) che hanno le carte in regola per soppiantare la nostra recente tradizione non particolarmente idonea al successo. Fra le vittorie più entusiasmanti e significative meritano una citazione particolare quelle della mezzofondista trentina Nadia Battocletti, autrice di una straordinaria doppietta fra 5.000 e 10.000 (gli altri azzurri capaci di concedere il bis in una singola edizione erano stati lo sprinter Pietro Mennea nel 1978 e il mezzofondista Salvatore Antibo nel 1990); del giovanissimo ostacolista L. Simonelli, da urlo nei 110 hs; di M. Jacobs nei 100 piani, con la nostra superstar che sta via via ritrovando la condizione che 3 anni fa lo proiettò sulla cima dell'Olimpo; di G. Tamberi nel Salto in alto con l'egregia misura di 2,37 metri (al terzo Titolo continentale come il discobolo A. Consolini ed il celeberrimo Mennea) e soprattutto della staffetta 4x100 (composta in finale da Tortu, Jacobs, Patta e Melluzzo) - primo Oro all time in ambito europeo -, su cui sono riposte le maggiori speranze dorate in chiave futura. Una staffetta che s'erge ad icona della nuova era da fiaba avviata dall'Atletica italiana.
Medagliere
Posizione | Paese | ![]() |
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1 | ![]() |
11 | 9 | 4 | 24 |
2 | ![]() |
4 | 5 | 7 | 16 |
3 | ![]() |
4 | 4 | 5 | 13 |
4 | ![]() |
4 | 2 | 1 | 7 |
5 | ![]() |
4 | 1 | 4 | 9 |
6 | ![]() |
3 | 4 | 5 | 12 |
7 | ![]() |
3 | 1 | 2 | 6 |