giovedì 2 settembre 2010 -
Rom: ancora tensioni tra Francia e Romania

Una telefonata tra i ministri degli esteri Bernard Kouchner e Teodor Baconschi stempera un po’ la tensione ma i falchi del governo Fillon insistono
Torna altissima, al limite dell’irreparabile incidente diplomatico, la tensione tra Francia e Romania dopo le dichiarazioni di ieri l’altro del primo ministro transalpino François Fillon, che gode come prevede la Costituzione francese dell’incondizionata fiducia del Presidente Sarkozy, che ha affermato come a Parigi il 15% della criminalità sia costituita da romeni e di come ormai due terzi delle prostitute che esercitano nella Nazione da lui governata provengano proprio dal paese neo- comunitario.
Il Sindaco della capitale francese, il socialista Bertrand Delanoe, ed il Prefetto di Polizia della capitale comunque non confermano assolutamente la circostanza ed anzi forniscono in materia dati sensibilmente minori. Fillon, però, rincara la dose ricordando che “da quando la Romania è entrata nell’Unione europea il crimine in Francia, tra quella particolare comunità di immigrati, è aumentato del 300%”. A gettare ulteriore benzina sul fuoco è poi il Ministro all’immigrazione Eric Bresson secondo il quale per il Diritto francese i Rom non sono un popolo ma vanno considerati solamente come cittadini del paese da cui provengono.
Ecco perché i romeni, cioè gli abitanti della nazione da cui arriva il maggior numero di zingari, sono considerati in Francia tra tutti gli immigrati i più indesiderati, peggio ancora della celebre “racaille”, è un termine che usò l’allora Ministro degli interni Nikolas Sarkozy, maghrebina ed africana che abita nella Banlieue ribelle. Bucarest dal canto suo ha risposto con durezza alle dichiarazioni dei vari componenti il governo Fillon, che tra l’altro ora vuole espellere anche chi, tra gli stranieri, si macchia pure di minimi reati come il taccheggio nei supermercati o chi si limita a chiedere l’elemosina, e, per bocca del Sottosegretario di Stato agli affari europei, Bogdan Aurescu, ha dichiarato che “Bucarest non tollererà nessuna violazione alla dignità dei cittadini romeni, senza differenza di etnia, o qualsiasi diminuzione dei loro diritti fondamentali in quanto cittadini comunitari. Non sarà neppure tollerato alcun attacco alla Romania come stato membro dell’Unione”.
La spassionata difesa del proprio paese Aurescu l’ha fatta a Bruxelles nella sede della Commissione, considerato che il Vice presidente dell’organismo comunitario, la lussemburghese Viviane Reding che ha già fortemente criticato l’atteggiamento di Parigi accompagnata dalla collega responsabile degli Interni, Cecilia Malmstroem, ha inteso ascoltarlo dopo aver ricevuto il ministro francese per l’Immigrazione Eric Bresson e quello titolare degli affari europei Pierre Lellouche. Il fine è quello di appurare l’esistenza di eventuali infrazioni al diritto comunitario e di cercare di dipanare la questione tra due Stati membri che è poco conveniente che giungano ai ferri corti in tal modo. La Malmstroem ha commentato molto negativamente i provvedimenti anti- romeni presi da Sarkozy e dai suoi scherani affermando che: "Bruxelles non approva l’approccio poco comunitario di Parigi su un tema di tale interesse generale". Alla fine Bruxelles ha disposto nuovi accertamenti richiedendo ulteriori informazioni a Besson e Lellouche. Intanto in un colloquio telefonico svoltosi nella tarda serata di ieri il Ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ed il suo omologo romeno Teodor Baconschi hanno concordato di attenuare la tensione esistente tra Bucarest e Parigi al fine di evitare l’incidente diplomatico. I due capi delle rispettive diplomazie hanno concordato di cercare soluzioni comuni ai gravi problemi che spingono la popolazione romena, specialmente quella di etnia rom a lasciare il paese danubiano. Il fatto è che Kouchner, fondatore di “ Medicines sans frontieres”, già deputato socialista, a Palais Matignon conta come il due di picche e quindi non è dato conoscere quanto siano credibili le sue promesse a Baconschi. “Solamente per soddisfare la sua boria personale Kouchner si è svenduto alla destra ed è entrato nel governo Fillon ma facendo così ha posto il suo indelebile marchio sulla politica razzista di Sarkozy” hanno sentenziato implacabili i suoi ex compagni socialisti. Il premier romeno Boc, intanto, ieri da Bucarest ha fatto sapere che al suo governo risulta che non tutti i romeni espulsi da Parigi fossero pregiudicati ma che molti di essi siano stati costretti a lasciare la Francia per il solo fatto di essere romeni, cioè della nazionalità considerata da molti francesi, ivi compresi gli immigrati di seconda generazione come il magiaro Nikolas Sarkozy, la più repellente al mondo.