Ritrovarsi a Tokyo

Una ragazzina ora 12enne che ricorda i litigi dei suoi genitori quando di anni ne aveva 3 e lei a sentire quelle discussioni se ne andava sul balcone aspettando che smettessero.
Una meticcia, così chiamata dalle sue compagne di scuola, figlia di un francese che da giovanissimo andò a vivere a Tokyo, faceva il cuoco e così conobbe la futura moglie giapponese. Da cuoco lo ritroviamo autista di taxi, uno molto ligio alle regole, del resto è un gaijin (persona non nativa del Giappone) ed oggi parte della sua paga gli viene prelevata per pagare gli alimenti alla moglie separata e le tasse scolastiche della figlia che vive con la mamma.
Ora fà il taxista perché, chissà, forse è l'unico modo per ritrovare sua figlia, cosa improbabile in una metropoli di 40 milioni di abitanti. Ecco perché il film diretto da Guillaume Senez (che ne è anche sceneggiatore) s'intitola Ritrovarsi a Tokyo, più propriamente in francese Une part manquante. La parte mancante è lei, Lilly: ne conserva in casa ancora la sua cameretta di bambina. La potrà vedere, secondo le leggi giapponesi, solo ai 18 anni di lei. Non ha quasi più speranza. Da parenti della moglie, in un incontro vicino all'ufficio del pubblico ministero, gli vien detto che Lilly non si ricorda nemmeno di te, Ti ha dimenticato.
Nella pubblicità del film è detto che il protagonista Romain Duris recita in “stato di grazia”, e l'attore realmente lo è, sembra tenere da parte la sua tristezza e vive, comunque. Ha amici e relazioni, pure un'amica francese, gaijin pure lei e pure lei separata dal marito giapponese e dal figlio dei due. I due francesi si fanno compagnia sporadica, ballano in locali e bevono e ... sperano. Ci viene in un loro incontro fatta sentire una storica canzone di Johny Halliday, Que je t'aime, nostalgia del 1969! Siamo di nuovo a Tokyo, dove di recente eravamo stati con Wim Wenders e il suo Perfect days: rivediamo i bagni pubblici e la sauna, ma in quest'ultimo film apprendiamo che è vietato mostrare i propri tatuaggi, riassaporiamo l'amore per la lettura di libri.
Tra gli “utenti” del taxi c'è una ragazza dell'età di Lilly, lui la porta spesso a scuola e la “studia”, fà la seconda media ed ha un tutore alla gamba per una frattura, scoprono pian piano di essere padre e figlia: Mio padre era francese, gli ha detto lei. Vanno in spiaggia col taxi, si ritrovano ma per la legge è un “rapimento”. Papà deve scegliere: o 10 anni di prigione oppure un biglietto aereo di sola andata per Parigi. Quest'ultima è la scelta, dovrà aspettare, ma coi moderni mezzi telefonici ... non è lontano questo lontano (queste sono parole di una canzone di Roberto Vecchioni).