martedì 14 aprile 2015 - angelo umana

Rita Atria

“Un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”.

Queste le parole che scrisse in un tema Rita Atria a 17 anni, poi collaboratrice di giustizia. Era figlia del mafioso Vito Atria, sorella di Nicola, anche lui nella criminalità (più o meno organizzata), ambedue ammazzati, e cognata di Piera Aiello, anch’essa collaboratrice di giustizia e autrice del libro Maledetta Mafia, dove il tema è riportato. Rita morì suicida dopo gli attentati a Falcone e Borsellino: si sentiva sola, “orfana” di “zio Paolo”.

Molti di coloro che sono in politica, e ne vivono abbondantemente, non si curano di parole così, salvo che negli annunci e nei discorsi pubblici, e continuano ad accordarsi con le criminalità organizzate. Anche l’italiano medio-cre, di cui quei molti politici sono espressione, continua ad arrangiarsi come può, qualche buona amicizia non guasta… Ma “forse ce la faremo”.

Foto: Wikimedia ("Rita Atria" - http://radionessundorma.com/rita-at.... Con licenza Pubblico dominio tramite Wikipedia - http://it.wikipedia.org/wiki/File:R...




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