venerdì 10 giugno 2016 - Camillo Pignata

Riforma costituzionale: i numeri della Boschi

La signora Boschi ha dato i numeri: le riforme istituzionali valgono più 0,6%del PIL e la riforma costituzionale porterebbe a un risparmio di 500 milioni. Ma dove ha preso questi numeri il ministro?

Secondo la Ragioneria generale dello Stato e l’ufficio studi del Senato non si arriva a questi numeri e nemmeno ci si avvicina. Le riforme istituzionali, neanche compaiono nel Survey 2015 dell’OCSE. 

In un paese serio i suoi numeri in libertà e la sua superficialità avrebbero avuto conseguenze politiche. Sono numeri in libertà, ma non è questo il punto.

Il punto è che questi numeri sono il segno di un approccio aziendalistico alle riforme costituzionali. Quando il ministro considera il monocameralismo uno strumento di riduzione di costi, equipara il processo legislativo ad un processo produttivo e come tale suscettibile di tagli e di risparmi, quando sostiene che le riforme producono un aumento del PIL dello 0,6%, equipara la riforma della carta ad un atto di politica economica.

Accosta le riforme istituzionali e al PIL, ma che "c’azzecca"?

Non "c’azzecca", è evidente a tutti, anche all’OCSE.

Non è evidente alla signora Boschi, che non vede la differenza tra riforme economiche e riforme istituzionali. 

Secondo l’OCSE non sono le riforme istituzionali a determinare un aumento del PIL, sono le riforme economiche, quella fiscale a quella del lavoro, della PA e della Giustizia.

Le riforme istituzionali contribuiscono solo a definire meglio le politiche e le responsabilità istituzionali, ad evitare ritardi da parte dei governi locali nella implementazione delle leggi nazionali. Il valore strumentale di ogni riforma per una migliore realizzazione delle politiche economiche fiscali burocratiche è cosa nota. 

Il punto è il quadro di riferimenti, l'impostazione, data dalla "carta" al legislatore per definire politiche e responsabilità. E' un'impostazione in funzione dei diritti delle persone o delle compatibilità finanziarie, a misura d’uomo o a misura dei capitali?

Sono i nuovi articoli 81 e 119, il pareggio di bilancio, che danno l’impronta alle politiche statali e alle leggi. Questi articoli segnano la fine dell’autonomia politica delle istituzioni rappresentative, riducendole ad impiegati della Troika.

Questi articoli definiscono compiti e politiche, delle nostre istituzioni, tutte orientate al taglio dei servizi, delle spese sociali e di tutto ciò che occorre per assicurare il pareggio di bilancio e la soddisfazione dei creditori.

L'impostazione per la definizione di politiche e responsabilità è in funzione della sovranita del credito.




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