giovedì 15 novembre 2018 - Marco Scipolo

Revman, contro le mafie a ritmo di rap

Il messaggio di legalità di Sebastiano Vitale, poliziotto e rapper. 

               Nella foto: Sebastiano Vitale, in arte "Revman"

Fino a quando esisteranno giovani con la legalità e con la musica nel sangue come Revman, nome d’arte di Sebastiano Vitale, il nostro Paese ha ancora speranza di battere le mafie.

Sebastiano, 28 anni, è agente della Polizia di Stato a Milano. Ha scelto di indossare la divisa delle Forze dell’ordine, come suo padre Salvatore (che dal 1988 al 1997 è stato impegnato nei servizi di scorta a Palermo).

Il concorso vinto tre anni fa per entrare in Polizia, la formazione nella Scuola Allievi Agenti di Vibo Valentia, l’uniforme e la pistola per prevenire e reprimere reati.

Il suo senso dello Stato, il suo sentimento di giustizia e il suo spirito di servizio verso la collettività sono così forti che arrivano a pervadere la sua grande passione: la musica. Nel tempo libero infatti – quando smette gli abiti di poliziotto e trova l’ispirazione giusta – Sebastiano veste i panni di Revman: compone e canta canzoni profonde di genere rap.

I suoi testi fanno riflettere, i messaggi che comunica non lasciano indifferenti. Come la canzone intitolata MCLM (Musica Contro Le Mafie), uscita nei giorni scorsi e realizzata per partecipare alla nona edizione del Premio “Musica contro le mafie”, concorso organizzato sotto l’egida di Libera al quale prendono parte anche altri 342 artisti.

Parole e note, quelle di Revman, che parlano – con linguaggio diretto – di responsabilità, di denuncia, di lotta alla criminalità organizzata mafiosa e all’omertà («…non vedo non parlo non sento un concetto che non ha senso/ personalmente abituato a dire sempre quello che penso», «…non bisogna vivere nella paura ma cambiare questa cultura/ dove il silenzio ha il tempo che trova se ne hai abbattute le mura», e «…brutte storie da raccontare giornalisti con la protezione/ imprenditori finiti male per una presa di posizione/ vedere cose che gli altri non vedono mette in pericolo/ rispetto per chi ha rischiato la vita scrivendo un articolo»).

La canzone rivela che l’autore ha stima e memoria di chi ha combattuto le mafie: «…io credo nella giustizia non a questa immondizia/ con il tempo finisce tutto quello che inizia». Questa espressione, ad esempio, dimostra la sua conoscenza della storia dell’antimafia e dei suoi protagonisti. Si avverte l’eco, infatti, della famosa frase del magistrato Giovanni Falcone: «La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine». La canzone MCLM di Revman, attualmente in gara, può essere votata online (votazioni su Facebook aperte fino al 27 novembre).

Revman va in controtendenza, contro le mode del momento. Nell’estate di due anni fa, ha scritto Riduci la velocità, una canzone dedicata alle vittime degli incidenti stradali. Si tratta di un brano nel quale invita i giovani a guidare sobri e con prudenza moderando la velocità («…riduci la velocità troppa gente andata aldilà/ per avere voluto provare quella sensazione di libertà/ usa sempre la testa senza usare mezzi termini/ perché se arrivi al capolinea la tua vita termini»).

Del 2016 è pure la canzone Rifletti un attimo con cui Revman incoraggia i ragazzi a non perdersi d’animo davanti alle difficoltà, a pensare un po’ di più prima di prendere una decisione, a superare i momenti negativi anche attraverso la musica («…la musica ti salva ti aiuta se hai bisogno/ in quei momenti no in cui non hai nessuno intorno»).

Attraverso il suo talento artistico, attento ai temi sociali, egli prosegue e completa, in un certo senso, la missione che porta avanti in divisa: promuovere la cultura della legalità che, dunque, è il suo abito naturale. Un impegno civile encomiabile. Con la musica, che è cultura, contribuisce a contrastare la mentalità mafiosa, a far meditare i suoi coetanei sul prezioso valore della vita.

Sebastiano è nato a Palermo, terra troppe volte macchiata – purtroppo – dal sangue di eroici servitori dello Stato uccisi da Cosa nostra, ed è cresciuto nel Salento. Sua madre, Catia, venne immortalata giovanissima, nel 1980 nel capoluogo siciliano, dalla celebre fotografa antimafia Letizia Battaglia in quello che diventò poi lo “scatto” più noto della fotoreporter: “Bambina con il pallone”.

Abitare questi territori – Sicilia e Puglia – e decidere di stare dalla parte della legge (fino ad esserne addirittura uno dei tutori) è, forse, meno facile che altrove. La testimonianza di Sebastiano, perciò, è anche la dimostrazione della possibilità e della capacità di riscatto di questi luoghi da parte dei suoi figli più liberi e altruisti. Sebastiano “Revman” Vitale è un esempio, concreto e limpido, dell’Italia migliore.




Lasciare un commento