venerdì 29 marzo 2019 - Emilia Urso Anfuso

Revenge porn: i politici litigano. La soluzione esiste: non girate filmini porno

Revenge porn. Tradotto significa “vendetta pornografica”. Un tema molto attuale – purtroppo – e che ha provocato il suicidio di alcune donne, in tempi recenti. Come nel caso di Tiziana Cantone, suicidatasi nel 2016.

 

Di cosa si tratta? Durante i rapporti sessuali, alcuni decidono di riprendere le scene di sesso. Oggi attraverso qualsiasi cellulare è un’azione fattibile per tutti. Costoro devono trovare particolarmente eccitante la pratica di perder tempo col telefonino invece di trastullarsi sessualmente.

Ok, ognuno tra le lenzuola, sui tavoli della cucina, in bagno o dove vuole, quando gli ormoni scattano e il rapporto sessuale è impellente, può fare ciò che meglio crede. Tranne, a mio parere, mettere in pericolo la propria dignità e, in alcuni casi, la propria vita.

Perché scrivo questo? Perché quando si decide scientemente di prestare la propria immagine a una telecamera mentre si compiono atti sessuali di vario genere, si dovrebbe anche mettere in cantiere che non sempre questa decisione può essere innocua.

Un video pornografico privato, oggi, può diventare un’arma letale. In special modo se l’incontro sessuale avviene tra persone che si conoscono da poco, cosa sempre più frequente nella società attuale. Ma attenzione: non è detto che un rapporto di coppia consolidato non possa nascondere, un giorno, il rischio di vedere diffusi - sui social o su WhattsApp - i video delle proprie imprese sessuali. Oggi vi amate alla follia. Domani potreste tirarvi il servizio di piatti in testa e ritrovarvi pure con un dispetto da trogloditi dell’era 3.0: il filmino porno diffuso in rete a macchia d’olio.

Non lo farebbe mai”! Sono certa che lo state pensando. Lo potrebbe fare, chiunque, in un momento di devianza mentale, di odio scellerato, di caduta dei neuroni, di ubriacatura alcolica o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Per dispetto, per rabbia, per incapacità intellettiva, per pura cattiveria, per superficialità.

In queste ore il governo sta litigando – che novità! – proprio su una legge per contrastare la violenza, genericamente contro le donne, ma non solo.

Tra le misure di cui stanno discutendo c’è anche il tema del revenge porn. Ebbene: dalla Sinistra era arrivato un emendamento per inasprire le pene contro chiunque si azzardi a diffondere video pornografici privati. Che fanno Lega e M5S? Votano contro l’emendamento. Il motivo? Dicono che vogliono prendere decisioni autonome sulla Legge. Incomprensibile.

La Lega che fa? Propone una legge sulla castrazione chimica per chi si macchi del reato di violenza sessuale. Accontentiamoci del fatto che non abbiano proposto la castrazione fisica.

Alla fine giungono alla conclusione che non è una conclusione coerente: trattiamo. A Sinistra propongono: voi della Lega ritirate la proposta di castrazione chimica e troviamo un accordo sul revenge porn. La vita delle persone non è la priorità. Lo scazzottamento politico e le elezioni europee sempre più vicine, si.

Insomma: come diamine si dipana la questione? Come risolvere il problema dell’eventuale diffusione non autorizzata dei filmini porno amatoriali? Ho la soluzione. Non accettare mai, e dico mai, di diventare protagonisti di un filmino porno. È l’unica soluzione coerente e condivisibile. Se aspettate che la politica trovi la quadra a questa questione state freschi. A parte questo: come potrebbero risolvere il problema alla fonte? Non saranno certo le eventuali condanne a superare il problema della diffusione dei filmat. In ogni caso si rischia la diffusione. E' un dato di fatto.

D’altra parte, a meno che non lo facciate per mestiere, ma che ve ne frega di farvi filmare mentre…




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