martedì 7 giugno 2022 - Aldo Funicelli

Report: la due diligence al Movimento 5 Stelle

Il doppio compleanno dell'Eliseo – di Giulia Presutti

Se tutti i manager teatrali fossero come Barbareschi, ex politico ma nemmeno troppo, i nostri teatri sarebbero tutti in salute.

Perché prendere 13 milioni di euro di fondi pubblici non è da tutti: su quei soldi ora deve esprimersi la corte costituzionale.

I costi dell'Eliseo che, secondo Barbareschi, sono sotto controllo del ministero, non sono stati consegnati a Report.

Stelle cadenti di Danilo Procaccianti

Era il 12 febbraio 2018 e Grillo porta in piazza la battaglia dei marittimi, contro gli armatori italiani: gli argomenti del suo discorso gli erano arrivati da un altro armatore, Vincenzo Onorato, che poi scrive anche un post sul blog di Grillo.

Luigi Di Maio era andato ad una manifestazioni di marittimi a Torre del Greco, che poi si rivelò un bacino elettorale per le elezioni: a poche settimane Onorato firmò un contratto di collaborazione di Onorato con Grillo, per 10mila euro al mese. Un accordo che è passato anche da articoli pubblicati sul blog.
Quegli articoli e quell'accordo è ora al vaglio dei magistrati che stanno indagando Grillo per traffico di influenze, assieme a Onorato, armatore della Moby (Report si era occupata di lui già per la vicenda dalla Moby Prince).

L'avvicinamento a Grillo sarebbe legato alle convenzione dell'armatore, che erano in scadenza: Grillo si sarebbe appoggiato ai ministri Patuanelli e Toninelli. Anche con Casaleggio c'è stato un contratto.

Nel 2016 i grillini chiesero la testa della ministra Guidi, governo Renzi, per l'uscita di intercettazioni tra lei (non indagata) e il compagno: oggi la stessa storia accade con Grillo, per il contratto con Onorato (e gli articoli a pagamento). Come sono cambiati i grillini in pochi anni: gli eletti a cinque stelle, intervistati dal giornalista, prendono tempo, evitano di dare giudizi tranchant come nel passato, l'unico che lo difende è proprio Conte.

Onorato aveva debiti con lo stato, ma nel frattempo incassa le concessioni dallo stesso Stato: i commissari della Moby volevano bloccarle, ma nelle chat emerge l'interesse di Grillo per l'armatore, “questo dobbiamo trattarlo bene”.

Patuanelli rassicura, nessuna pressione da Grillo per facilitare Onorato. E le concessioni, scadute a luglio 2020, sono state concesse a Moby senza gare pubbliche (sono state prorogate perché il ministero dei trasporti non aveva fatto in tempo a fare le gare nel 2019).

L'ipotesi dei pm milanesi è che Grillo, che si è messo in contatto con Onorato, si sarebbe mosso sul ministro Toninelli (che smentisce) per la proroga delle concessioni.
Esiste una mail tra Carla Ruocco e Grillo, su una legge che riguardava proprio gli armatori: che ci fosse un contratto in corso, non imbarazza la parlamentare grillina.

Oggi Grillo è garante del m5s: il nuovo movimento di Conte oggi paga una consulenza a Grillo per 300mila euro l'anno, con un doppio ruolo da consulente e garante.

Tutto questo è in linea coi valori del suo movimento?

Onorato ha finanziato tanti politici e consulenti di politici, da Mercuri alla fondazione Open, il comitato Change di Toti, 90mila euro a singoli deputati PD, 10mila euro a FDI. Tutti finanziamenti pubblici.

Il ruolo di Casaleggio dentro il m5s: anche la sede della Casaleggio è stata perquisita nel corso dell'inchiesta su Grillo, nelle carte i magistrati hanno trovato carte dove si parla di benefici fiscali per gli stakeholder, in questo caso la Onorato.
I bonifici di Onorato a Casaleggio sono stati segnalati dalla Banca d'Italia, in quanto quest'ultimo è una persona politicamente esposta.
Il ruolo di Casaleggio nel movimento è sempre stato oscuro: non è un semplice attivista, è il presidente della piattaforma Rousseau da cui passano tutte le decisioni importanti del movimento.

Il controllo della piattaforma fu sancito con una firma di fronte al notaio, pochi giorni prima della morte del fondatore Gianroberto.

Nel 2017 Casaleggio era fondatore del movimento e anche tesoriere/presidente della fondazione: partecipava a dei vertici, aveva le mani sui fondi, indirizzava le politiche e le alleanze.


Metteva becco anche sulle feste del movimento: lo racconta la senatrice Fattori, riferendosi ad una festa del 2017, dove Casaleggio chiedeva alla senatrice di contribuire alla raccolta di fondi a Marino. La senatrice risponde che i “meetup non possono trasformarci in bancomat”. A questo punto Casaleggio le risponde di non occuparsi più della festa, lasciando intendere forse di farsi da parte.
Casaleggio le avrebbe anche chiesto di incontrare un imprenditore agricolo, nel momento in cui si stava scrivendo il programma, anche in ambito agricolo.

Il corto circuito tra Casaleggio e Movimento si ha nel 2018 con la stipula di due contratti, il primo con la Moby e il secondo con la Philip Morris: non eravamo mai in una situazione da conflitto di interessi – risponde oggi Casaleggio a Report.
Ma il server de I furiosi – un sito di comunicazione per Philip Morris, che promuoveva l'utilizzo del tabacco riscaldato era in comune a quello di Casaleggio: anche su questo c'è un'indagine a Milano al momento senza indagati.
Si ipotizza che per favorire Philip Morris siano saltati le leggi che volevano alzare le tasse per le multinazionali del tabacco, per le sigarette elettroniche: come avranno votato i parlamentari a 5 stelle, sapendo che Philip Morris lavorava con Casaleggio?

Ci sono alcuni fatti: nel primo anno di governo il fatturato di Casaleggio è aumentato di 1ml di euro; che gli accordi con PM e le consulenze per promuovere il tabacco riscaldato erano contestuali agli sforzi del movimento per alzare le tasse a quest'ultimo. Vito Crimi racconta che Casaleggio aveva scritto di sua mano i quesiti su Rousseau, in merito alla alleanze. Per poi andarsene via quando gli iscritti votarono contro le sue scelte.

Nel 2018 si votò su Rousseau per la scelta dei candidati: in quei giorni girava un audio di un candidato che raccontava della rete segreta che cercava di epurare certi candidati.
La voce è di un parlamentare a 5 stelle che si lamenta della piattaforma del voto: quei problemi erano precise scelte segrete – racconta Enrica Sabatini (socia di Casaleggio): questa rete non legittimata dalla base avrebbe filtrato chi poi sarebbe stato eletto.

Della valutazione del capo politico parla oggi anche Vito Crimi, tirando in ballo Di Maio.

Un attivista che ha scelto di rimanere anomino ha raccontato la sua storia: era stato estromesso dal voto pur avendo i requisiti, perché il partito aveva i suoi protetti da far nominare, per questo erano state tolte delle candidature.
Tutta colpa di Di Maio o di Vito Crimi, che hanno tolto la spunta sui nomi?

Nel 2020 il capo politico, dopo le dimissioni di Di Maio, doveva essere eletto: ci fu una riunione con Casaleggio in proposito, per cercare di non far vincere Di Battista come capo politico, dopo la reggenza di Vito Crimi.
LE elezioni del capo politico furono rimandate, anche per la pandemia, fino ad ottobre 2020: anziché il capo politico, ci sarà un organo collegiale.

E poi arriva Draghi: a decidere sull'appoggio all'ex banchiere fu Grillo che impose la linea al movimento.
Conte doveva essere il leader del movimento, su scelta dello stesso fondatore nell'aprile 2021: ma tra i due c'è prima una rottura e poi un riavvicinamento.
Finché a giugno 2021 Casaleggio si separa dal movimento portandosi via Rousseau: Conte ottiene una maggioranza bulgara per il suo statuto, ma anche questa elezione viene contestata dagli iscritti, perché nella votazione alla fine c'era un solo nome da scegliere, quello di Conte.

L'uno vale uno non vale più: come spiega lo stesso ex presidente del Consiglio, serve la competenza e l'onestà, per un incarico di vertice.

Nemmeno la rielezione di Conte è andata liscia: anche quest'ultima è stata contestata, per la non contendibilità della leadership.

Dal movimento oggi si sono sfilati via via Grillo, oggi consulente, Casaleggio, Di Maio, Di Battista a Morra.
Il movimento e il suo futuro saranno decisi domani dal Tribunale di Napoli. Se questa volta dovesse perdere il ricorso, a Conte rimane solo la strada del partito personale.




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