martedì 8 giugno 2021 - Aldo Funicelli

Report – i padroni del calcio

Prima dell'inizio degli europei, Report dedica una puntata al mondo del calcio oggi sempre più nelle meni di procuratori che, secondo un documento in possesso alla trasmissione, a volte sono anche legati a giri di scommesse.

A seguire un servizio sul grano che erroneamente viene chiamato di tipo Kamut, che è solo un marchio registrato. Ma cosa contiene dentro questo grano importato anche dal Canada?

Nell'anteprima un servizio di Claudia Di Pasquale su un immobile della Fisascat Cisl (di proprietà della Sole SRL) in via Benedetto Marcello a Milano, venduto nel 2015 ad una società immobiliare.

Il minimo sindacale di Claudia Di Pasquale

Non tutti i sindacalisti della Fisascat erano favorevoli a questa vendita, tra questi Stefano Galli, ex segretario: questa operazione strana ruota attorno ad un commercialista che è anche consulente del sindacato, su cui anche i dirigenti Cisl non ne vogliono parlare. E che fine han fatto i soldi della vendita?

L'acquirente ha pagato in 36 rate, ad una cifra molto bassa, una compravendita fatta ai minimi sindacali, racconta il consulente di Report Bellavia: a compare è l'immobiliarista Iacobino (tramite una sua società), uno dei commercialisti di fiducia della Cisl. 

Nulla di strano forse, ma Iacobino è finito indagato nell'inchiesta sulla Finlombarda e in una inchiesta per evasione fiscale di una società petrolifera (che avrebbe emesso fatture inesistenti). In quest'ultima indagine il carburante proveniva dalla Libia, tramite Malta: alla giornalista Iacobino ha preferito non rispondere.

Alla fine Iacobino vede la società che ha acquistato il palazzo alla Avion Finance, collegata alla Avion Petrol, che però si occupa di petrolio ed è questa che ci ha guadagnato alla fine in questa operazione perché si è ritrovata in regalo un immobile che era dei sindacati.

La Avion Petrol ha sede legale a Nocera Inferiore, lo stabilimento si trova ad Alessandria: ma è tutto chiuso, perché ora è in liquidazione, il suo liquidatore non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione “altrimenti chiamo i carabinieri”.

La società Il sole SRL è oggi di proprietà di un buttafuori a chiamata mentre l'attuale sede della Fisascat è oggi in ristrutturazione, lavori per cui la CISL si è dovuta indebitare, perché i fondi per i lavori sono finiti.

I padroni del calcio – Daniele Autieri

Sembra che ci sia in atto una guerra tra procuratori, che arriva fin dentro lo spogliatoio della nazionale: è il caso dell'abbandono di due calciatori del loro agente (Kulusevski e Scamacca), passati ad un nuovo agente, Lucci.

Secondo le voci riportate alla trasmissione, Lucci userebbe il carisma di suoi giocatori per far pressioni ad altri compagni di spogliatoio per passare con lui. Si fanno i nomi di De Rossi e Bonucci e si parla di soldi per prendersi le procure.

Succede anche questo, oggi: nessuno nel mondo del calcio ammette di aver ricevuto soldi o regalie, attorno al calcio e alla compravendita di calciatori. Dai tempi del sistema GEA di Moggi le cose sono peggiorate: il giornalista di Report entra in possesso di un documento, un pizzino, che contiene la mappa del potere occulto del calcio.

Società e uffici fittizi dentro cui passano milioni di euro, rapporti ambigui tra presidenti e procuratori, un direttore sportivo che è proprietario occulto di una società di calcio scommesse.

E un mediatore che incassa le commesse dei calciatori e dall'altra parte incassa i finanziamenti dei politici.

Report è venuta in possesso anche di un documento voluto dalla UEFA e commissionato al Cies: dentro due miliardi di transazioni che nascondono storie di corruzione.

Il calcio è oggi un'industria, è sparito lo sport, il sogno, la passione: in questa industria un ruolo importate lo hanno i procuratori, pochi per il numero di giocatori professionisti.

Tra questi Mino Raiola: a lui Report vorrebbe chiedere conto del perché la giovane promessa Scamacca sia passato a Raiola, un passaggio su cui ha indagato anche la procura federale.

Mino Raiola, che ha costruito un impero economico costruito tra l'Italia e l'Olanda che però ha il suo baricentro tra Montecarlo, dove risiede, e Malta dove ha sede la sua società Three Sports: gli edifici di nuove aziende che hanno spostato la sede a Malta spuntano come funghi, racconta il servizio, complice la fiscalità agevolata.

Oggi a Malta esistono 100mila aziende su 500mila abitanti e nonostante l'isola abbia stretto le maglie e aumentato i controlli sono ancora tantissimi i furbi che aprono un'azienda senza avere mai messo piede sull'isola.

Avere un'azienda a Malta e non in Italia è un vantaggio competitivo importante, perché significa godere di una tassazione netta al 5%, ma bisognerebbe andare ad indagare su come si svolge veramente l'attività societaria: capire cioè se la società di Raiola che ha sede a Malta, è solo di facciata, mentre il lavoro è fatto altrove, in ambito internazionale.

A Malta la Three Sports ha uffici e dipendenti che lavorano su questi scambi di giocatori? Nel registro delle imprese la sede è dentro un palazzo d'epoca: Daniele Autieri si è presentato alla sede, cercando di incontrare qualcuno dei responsabili, ma non ha trovato nessuno.

E Report non è benvenuta in questo che sembra un domicilio fiscale per tante aziende: sempre a Malta ha sede la società di un altro procuratore, Pastorello, agente di Lukaku tra gli altri.

Ma dove a Malta dovrebbe esserci la sede della Sovi, c'è un'altra società, che ha il compito di aprire nuove fiduciarie.

E' legale avere uffici fittizi a Malta, per procuratori che lavorano in Italia?

In teoria si dovrebbe aprire una partita iva in Italia a pagare le tasse nel nostro paese.

Nel 2020 le mediazioni hanno raggiunto la cifra di 140ml di euro, ma non siamo in grado di risalire al giro di denaro, dai presidenti fino ai procuratori, per capire dove e quanto pagano le tasse.

Il giornalista ha incontrato l'europarlamentare portoghese Ana Gomes: il crimine organizzato è entrato nel calcio per riciclare il denaro e in questo sistema Malta ha un ruolo importante, è un hub del riciclaggio. Ma l'Europa non è in grado di attaccare questo hub della criminalità.

E i presidenti delle squadre di calcio non hanno voglia di rendere trasparente il mondo del calcio.

Philippe Renz è un avvocato svizzero: secondo il rapporto del Ciesammonterebbe a 2 miliardi il totale delle intermediazioni che derivano da riciclaggio e operazioni sporche.

La rivelazione più importante del servizio di Autieri è quella che riguarda il calcio scommesse e la società Tob Bast (che opera in questo settore), che sarebbe di proprietà del console albanese, fratello del DS della Lazio, dentro cui anni fa stavano per entrare anche i clan criminali di Bari, la ndrangheta e i catanesi.

L'affare salta perché alla fine non si arriva all'accordo coi clan albanesi, ma l'informativa del Gico su Igli Tare e il fratello non ha portato ad alcuna indagine.

Igli Tare lo scorso anno ha comprato un giocatore Muriqi per 18ml di euro: un bidone pazzesco, secondo Vincenzo Morabito, anche lui procuratore protagonista di tante operazioni con la Lazio di Cragnotti. Muriqi sarebbe stato un affare solo per i vari intermediari che si sono gestiti l'operazione, come i fratelli Giuffrida.

Racconta Daniele Autieri che “l'azienda calcio sembra un autocarro con le gomme bucate”, negli ultimi 5 anni ha perso 1,6 miliardi di euro e ogni anno si indebita sempre di più. Di questo ne parla Giorgio Pavesi, giornalista che segue gli aspetti finanziari delle squadre di calcio: “su circa 3,8 miliardi di fatturato per l'azienda calcio italiano, i debiti sono 4,6 miliardi di euro.”

Se fosse un'industria normale sarebbe fallita da tempo, avrebbe portato i libri in tribunale: “la voce importante che aiuta a limitare i danni sono le famose plusvalenze dei giocatori, cioè il calciomercato. Nel campionato 2018-19 l'ultimo prima del Covid, su quei 3,8 miliardi di fatturato, le plusvalenze sono valse per 800ml di euro.”

Soldi che passano di mano tra procuratori, in una scia che la Federcalcio dice che non è in grado di seguire: a Lugano nello stesso palazzo dove ha sede la società del procuratore Morabito si trova la Futura 2 SA, società di scouting fondata da Antonino Imborgia, ex giocatore del Genoa e legato a doppio filo col presidente Preziosi. Il figlio del presidente, Matteo, risulta socio di Imborgia e direttore della stessa Futura 2 SA, un enorme conflitto di interessi che trova conferma in una chat tra Imborgia e un mediatore intenzionato a chiudere una operazione col Genoa.

Gli scambi dei giocatori sono vitali per il Genoa di Preziosi che proprio alle plusvalenze del mercato lega la sua stessa sopravvivenza, come scrivono i revisori dei conti del bilancio del club.

Sempre Pavesi spiega cosa sta dietro: “lui chiude il bilancio a dicembre e a gennaio fa il calciomercato, spesso fa plusvalenze, con questo meccanismo riesce a tamponare bilanci che altrimenti andrebbero sempre in perdita.”

Il Genoa non ha comprato calciatori dalla società del figlio, ma bisognerebbe controllare le triangolazioni dei giocatori.

A gennaio è la Juve che soccorre i bilanci di Preziosi acquistando dal Genoa Nicolò Rovella al prezzo di 18 ml di euro, una quotazione altissima per un centrocampista di 19 anni, ma quanto ha pagato la Juve?

“Non c'è stato scambio di denaro” commenta Pavesi “perché il Genoa l'ha venduto alla Juve per 18ml contemporaneamente la Juve ha girato due cartellini di due giocatori giovani per il valore di 18 ml, quindi le due cifre combaciano e anche in questo caso non c'è nessuna entrata di denaro ma c'è solo una scrittura contabile.”

L'operazione che salva il bilancio del Genoa viene portata avanti dal procuratore Giuseppe Riso che da un lato tutela gli interessi della Juve che lo incarica della mediazione, dall'altro quelli del calciatore, di cui è l'agente, in un conflitto di interessi dichiarato dallo stesso Riso, come emerge dal mandato siglato tra la squadra e l'agente, in cui la Juve riconosce a Riso un compenso di 1,7ml di euro per la mediazione coi pagamenti spalmati in cinque anni.

“C'è una nuova generazione di agenti che diventa il referente delle squadre di calcio” è l'opinione di Pippo Russo, sociologo e giornalista, “che tesse relazioni diplomatiche, che di fatto ha preso in appalto un segmento dell'economia delle società di calcio.”

Di questa nuova generazione fa parte Beppe Riso che ha iniziato in un ristorante dove cenavano diversi calciatori: è un mediatore di quelli in buoni rapporti coi presidenti, perché in questi anni la professionalità è stata sostituita dal potere dei soldi, soldi che attirano gli interessi della criminalità.

Soldi fittizi, con plusvalenze fittizie per tenere in piedi i bilanci delle squadre, che non sono in ordine, gli unici soldi veri sono quelli delle commissioni, quegli 800ml che finiscono nelle tasche degli intermediari, funzionali al tenere in piedi questo sistema.

Ci sono poi i rapporti con la politica.

Daniele Autieri ha intervistato Salvatore Buzzi, l'uomo della terra di mezzo e del business dei migranti, condannato nel processo di “mafia capitale”: racconta dell'acquisto da parte della Roma di Ante Coric dalla Dinamo Zagabria presentato come giovane promessa ma che nella Roma ha giocato solo poche partite per essere poi venduto all'Almeria.

Per questo acquisto fu pagata una commissione da 1,2ml di euro che la Roma paga a Giuseppe Cionci: su questa operazione la procura di Zagabria ha aperto un'inchiesta in cui Cionci è stato sentito come persona informata sui fatti.

Salvatore Buzzi racconta il passato di Cionci: era un mediatore, era l'uomo che lo chiamava quando c'erano delle campagne elettorali da finanziare, perché aveva rapporti con tutto il mondo politico e imprenditoriale capitolino. Anche con Parnasi, il costruttore romano.

Cionci è stato coinvolto anche in una indagine sul faccendiere Maurizio Centofanti per una serie di fatture false e inoltre sui suoi conti, nel 2015, vengono trovati due versamenti che fanno riferimento a Luca Parnasi, l'imprenditore che avrebbe dovuto costruire lo stadio della Roma: i magistrati sospettano che anche l'intermediazione per Coric sia legata all'approvazione del progetto stadio da parte della regione Lazio ovvero che Cionci fosse il collettore tra la società Roma, il costruttore dello stadio e i politici che avrebbero dovuto dare l'ok alla costruzione.

Cionci al giornalista nega queste ricostruzione e anzi spiega di aspettare ancora dei soldi dalla Roma e di aver dovuto fare un decreto ingiuntivo.

La Roma fa sapere di aver pagato tutto eccetto l'ultima tranche, perché l'iter giudiziario non si è concluso.

Buzzi racconta di finanziamenti fatti a Cionci, per la campagna elettorale di Zingaretti e Marino: Cionci ha querelato Buzzi, ma è stato archiviato tutti.

E i soldi di Parnasi sarebbero solo stati un regalo, un regalo da 300mila euro.

Se noi sappiamo che ci sono 150ml di commissioni pagate per i calciatori è grazie alla trasparenza del presidente Gravina: ora tocca rendere trasparente le fatture, sapere da dove si fattura (se da Malta o Dubai) e a chi si fattura, se vogliamo tener fuori la criminalità dal calcio.

Il Kamut non esiste

Il grano di qualità Kamut non esiste: è un marchio di una azienda americana, da cui importiamo grano ogni anno.

L'equivoco tra qualità e marchio, dentro cui è caduta anche l'UE, ha fatto la fortuna di questo marchio, su cui c'è una leggenda non vera secondo cui l'origine deriverebbe da una tomba egiziana.

E' un grano biologico, dice il presidente, non dovrebbe essere presente nemmeno il glifosato, molto usato in Canada: in Italia importiamo tanto grano dalla Kamut, ma spesso non si indicava che il grano era prodotto in paesi non UE. Non c'è scritto da nessuna parte che questo grano arriva dal Canada, con poco rispetto per il consumatore.

Ma il grano di marchio Kamut è veramente biologico?

Esiste una allerta glifosato lanciato da Federbio nel 2017: grano che era dichiararo conforme alle norme Bio, ma che in realtà era contaminato dal glifosato.

In una lettera di Kamut si ammette però che il problema esiste, “di cosa vi stupite” c'è scritto.

Perché c'è glifosato ogni volta che c'è agricoltura convenzionale ed è dunque normale che ci siano delle contaminazioni.

Dopo l'allerta di Federbio, non è stata fatta alcuna indagine e sul mercato è arrivato il marchio Kamut non più biologico, ma “convenzionale”.

Così De Cecco ha tolto la scritta biologico accanto a Kamut, risparmiando pure 500mila euro per l'azienda (così racconta un ex dirigente).

Alce Nero ha smesso di vendere Kamut, dopo l'allarme di Federbio con le tracce di glifosato.

E Natura Si sta prendendo la stessa strada, abbandonare Kamut per preferire grani italiani.

E pensare che il grano Khorasan è un buon grano, ben tollerato, hanno una funzione antiossidante, come anche altri grani antichi.

Si produce anche in Italia, nelle Marche, in Toscana, da diversi anni: in Sicilia si chiama “perciasacchi”, per la sua forma allungata.




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