martedì 11 dicembre 2018 - Aldo Funicelli

Report: Lega nel nome di Salvini, chi sono i nuovi leghisti?

L'inchiesta sulla nuova Lega, sui giudici di pace che lavorano gratis e, nell'anteprima, un servizio sulle auto che si guidano da sole: siamo pronti a lasciarci guidare da un algoritmo?

Salvini Report
 
Nel nome di Matteo – Claudia di Pasquale
 
Domenica a Piazza del Popolo Salvini parlava a nome di 60 ml di italiani: i nuovi leghisti non sono più i padani, ma persone che vengono dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Sardegna. Ma ci sono due partiti in questo momento: al sud i neo leghisti si sono iscritti alla Lega per Salvini premier, che si aggiunge alla Lega nord.
 
Per conoscere i nuovi leghisti Claudia di Pasquale ha girato il paese: a Parma alla festa della Lega ci si iscrive ancora alla Lega nord per l'indipendenza della Padania. A Bari all'assemblea della Lega pugliese si parla di Lega per Salvini: la parola nord è sparita e nello statuto della nuova Lega è la trasformazione in uno stato federale. Due partiti e un solo leader che non si sottrae al rito dei selfie.
 
Il deputato Zaccheri, eletto nel Lazio, parla di Daje Matté: è Salvini l'eletto premier anche se non lo ha deciso nessuno; eppure esiste ancora la Lega nord con Bossi presidente.
Il nuovo partito non ha organi federali, non ha fatto un congresso, ha un gruppo alla Camera e due gruppi al Senato.
 
Il cambio nome nasce a seguito dell'inchiesta sui fondi della Lega: secondo la procura di Genova le rendicontazioni dell'ex tesoriere Belsito erano false. I soldi del partito erano usati per la famiglia Bossi e così viene chiesto il sequestro dei beni del partito: è la storia dei 49ml di euro (di fondi elettorali) che la Lega deve restituire allo Stato in comode rate. Non è più Roma ladrona e non è più il tempo della secessione.
 
Del profitto della truffa, i finti rendiconti, parte di questi sono stati goduti anche dalla Lega quando, nel 2012-2014 il partito era nelle mani di Maroni e Salvini. Soldi che non ci sono, racconta Salvini: nei bilanci del partito oggi spuntano due voci, le donazioni e gli oneri diversi di gestione. Si parla di 30ml di euro che, chi ha studiati bilanci, non hanno giustificazione: sembrerebbe un modo elegante per far uscire dei soldi dal partito (soldi scappati in Lussemburgo?).
 
La Finanza ha perquisito ieri la sede dell'associazione Più Voci, del Populista, a Bergamo: la procura sta indagando sulle donazioni del costruttore Parnasi ad associazioni vicine alla Lega, con l'ipotesi che si sia trattato di un modo di finanziamento illecito ad un partito.
Come faceva Parnasi a conoscere l'associazione di Centemero, Più voci, che non ha nemmeno un sito?
 
Oggi la procura di Genova ha stretto un accordo con la Lega, per cui il partito darà 600mila euro l'anno per risarcire il danno. Ma la procura potrebbe non sequestrare i beni del nuovo partito, Lega per Salvini premier, perché si aprirebbero contenziosi lunghi anni.
 
Centemero non ha poi dato risposte alla giornalista, sulle associazioni e sul significato degli oneri. Vedremo se il nuovo partito che ora prende voti anche al sud, riuscirà a raccogliere altri soldi.
 
Prima gli italiani
 
Salvini si è fatto immortalare durante la demolizione di una villa di Casamonica, operazione fatta dalla regione Lazio: è la sua immagine, la ruspa, i fatti, la linea dura.
Nel Lazio e anche al sud nella Calabria: “combatteremo la camorra e la ndranghera che scompariranno da questa terra” ha promesso alle persone presenti al comizio.
A San Luca ha sciorinato l'ennesimo elenco di sequestri, arresti: ma il numero due in Calabria Furgiuele, di Lamezia Terme, dove i carabinieri pochi mesi fa hanno sequestrato i beni del genero Mazzei, condannato per il reato di estorsione.
Nei lavori della Salerno Reggio Calabria gli inquirenti sostengono che fosse il trait d'union tra le imprese e i clan: i carabinieri hanno sequestrato i beni a Mazzei e tra questi anche quelli intestati alla moglie di Furgiuele.
 
Un altro bene confiscato è una cava da cui è stato estratto il calcestruzzo per l'autostrada: dentro la cava ci sono imprese di Armando Mazzei cognato di Furgiuele, la Laterina Costruzioni, non sottoposta a sequestro.
 
Un rapporto da chiarire: “non fatemi fare i processi ai parenti” risponde Salvini, che non intende rispondere dei comportamenti del suo coordinatore in Calabria.
 
Nella Piana di Gioia Tauro troviamo le baracche dove vivono i migranti. Poco lontano Rosarno, paese delle cosche dei Bellocco.
“Salvini oggi non si vergogna più dei calabresi” raccontavano alla giornalista delle persone di Rosarno: qui Salvini ha preso dei voti, il coordinatore è un ex FDI, Gioffrè.
Come ha fatto la Lega ad arrivare al 14%?
Il pieno dei voti l'ha fatto però Forza Italia, il partito del difensore di Gioffrè, Saccomanno.
 
A Reggio Calabria ha preso al Senato più dell'8%: qui la candidata era una fedelissima di Scopelitti, oggi in carcere per una condanna a seguito dell'inchiesta sul buco di bilancio di Reggio.
Su Scopelliti ci sono altre ombre, essere nominato come sindaco grazie all'appoggio delle cosche.
Non sono pochi i sostenitori di Scopelliti che sono passati a Salvini.
 
La giornalista si è messa sulle tracce della sede reggina della Lega per Salvini premier: sarebbe in un palazzo dove però nessuno ne sa niente.
Nel coordinamento per Reggio si trova un ex del partito dei Verdi, il legale del senatore Matacena (oggi latitante), che però è un no euro e un no Europa, “di Salvini non me ne frega niente”.
In Calabria la Lega sta portandosi dentro quei politici che una volta accusava di aver male amministrato il sud: lo stesso è successo in Puglia.
Ex Forza Italia era l'attuale coordinatore Caroppo.
Ex fittiano il consigliere leghista di Bari.
L'unico senatore leghista in regione è un altro fittiano: oggi questo senatore è indagato in una inchiesta sull'assegnazione di case confiscate in cambio di voti.
 
La Lega è sbarcata anche ad Afragola in Campania, dove è stato eletto sindaco l'imprenditore Grillo sostenuto anche da Salvini: qui tra i salviniani anche la senatrice Castiello, una volta vicina all'ex senatore Nespoli (anche lui ex sindaco di Afragola ed ex pdl).
Nespoli è stato coinvolto in una inchiesta per riciclaggio.
 
Dietro la Lega campana si sospetta che ci sia l'ex senatore Nespoli: avrebbe fatto lui le liste e non il segretario regionale Cantalamessa, il deputato è un altro ex PDL.
 
Damiano Genovese è un sovranista, non un leghista della Lega di Bossi, ed è stato eletto in Campania; un altro sovranista è l'ex PDL Barbaro, oggi eletto nella Lega per Salvini.
 
La Lega in Sicilia.
 
Nel 2014 la sopravvivenza della Lega alla Camera è legata al passaggio dall'MPA verso la Lega di Attaguile: diventerà poi segretario del movimento di Salvini a cui consiglierà nuovi candidati.
Come Antonio Mazzeo, ex sindaco di Maletto, un piccolo comune vicino Catania.
Mazzeo è un parente di una persona condannata per mafia: non ho scelto io i miei parenti – è la risposta di Mazzeo, con cui non ha rapporti.
Attaguile è stato il primo deputato leghista alla Camera: ex DC, autonomista, il padre ex ministro DC, vicino a Lombardo.
Attaguile considera Lombardo un buon governatore, ma Lombardo ha lasciato una regione con 5 miliardi di euro, ha lasciato il problema dei rifiuti, ha autorizzato l'ampliamento di una discarica in una zona a rischio smottamento.
Discarica gestita dalla Oikos, dove lavorano parenti del sindaco leghista di Sant'Anastasia, Carrà.
 
Graniti nel messinese la Lega ha preso più del 30% con Lo Monte, altro politico di lungo corso che ha cambiato diversi partiti: vuole l'autonomia della Sicilia e non della Padania.
Qui siamo in Sicilia e non si può parlare di politica clientelare: spesso si è nelle condizioni per fare redistribuzione – così parla il deputato che è difensore di Cuffaro, come politico.
Avrebbe pure votato la fiducia al governo Gentiloni, al jobs act, all'Italicum.
Non un esempio di coerenza: ma il trasformismo è una qualità, dice alla giornalista.
 
Ad Aci Castello il sindaco Drago (ex UDC con Lombardo e Cuffaro) è passato con Salvini.
Ma ora è stato allontanato, dal gruppo dirigente siciliano dove, parola di Drago, è un tutto contro tutti ..
 
Chissà se Salvini le sa queste cose.
La politica che Salvini ha sempre criticato è oggi la sua politica.
I bilanci della Lega per Salvini in Sicilia non ci sono.
Nel 2017 la Lega per Salvini è stata commissariata, dopo le elezioni regionali: l'ex deputato regionale Caputo, ha fatto campagna elettorale per il fratello, per la lista di Nello Musumeci.
Grazie ai suoi voti la Lega ha superato il 5%: l'ideatore di questa scelta (quella di Caputo) è del deputato Pagano, vicepresidente della Lega alla Camera.
Anche lui è un ex PDL ed ex centro destra con Alfano.
Ora è approdato alla Lega, “in modo naturale”.
 
Pagano non è più coordinatore e Salvini ha mandato qui il sottosegretario Candiani: ma non sembra che siano cambiate le cose. Ad Enna a coordinare c'è un ex DC con due persone che hanno militato nel pd.
Un ex Alfaniano ad Agrigento. A Palermo un ex m5s. Il responsabile enti locali a Catania ex PDL …
IL partito della Lega sembra il carro dei vincitori su cui stanno salendo ex dei vari partiti e partitini che hanno fatto politica in Sicilia.
“Hanno cambiato opinione come San Paolo sulla strada di Damasco” cerca di giustificare Candiani.
Come Tony Rizzotto, unico deputato regionale della Lega, presidente di un ente di formazione dove sono successe cose brutte, ma a sua insaputa. Così dice.
Ente che riceveva fondi europei e regionali ma che non avrebbe pagato i dipendenti.
“I soldi non li ho presi io” - spiega Rizzotto - “questo è importante”.
 
C'è un codice etico che esclude dalla candidature persone condannate per reati contro la pubblica amministrazione, la legalità prima di tutto: ma poi ci sono persone condannate in primo grado per peculato nella Lega, in Piemonte.
Strano.
 
La Lega al sud non sembra nulla di diverso dalla vecchia politica di una volta. Nessun cambiamento, nessuna lotta al clientelismo, nessuna coerenza nella lotta alla mafia.
L'auto fantasma – Lucina Paternesi
 
L'auto a guida autonoma è quasi realtà: auto con mille sensori per muovere volante e pedali e il futuro è l'auto senza autista, come quella di Google.
Ci sono report che dicono che tra 10 anni queste auto saranno almeno il 20%, un settore su cui stanno investendo i big dell'auto e dell'high tech.
Con la guida autonoma potrebbe abbassarsi il numero di incidenti, causati dall'errore umano, ma significa anche rivoluzionare le nostre strade e le nostre città.
In attesa di nuove infrastrutture dobbiamo accontentarci della guida assistita: a seconda del livello di autonomia, l'autista ha sempre meno compiti.
In Italia a Parma ,avevamo brevettato già nel 1998 un'auto a guida autonoma, che però ha avuto bisogno di un'azienda americana per partire.
 
Elon Musk di Tesla sta investendo su questo settore, con un'auto che segue la strada andando a monitorare i segni delle corsie.
In Europa la guida senza autista è vietata dalla convezione di Vienna: il governo ha recentemente varato una legge per ammodernare le strade, ma siamo ben lontani da permettere una guida autonoma.
 
La guida autonoma è gestita da un software che sarà più responsabile di un guidatore medio, ma già oggi ci sono stati degli incidenti (con dei morti) durante la sperimentazione di queste auto. Di chi è la colpa? Del guidatore o del software?
 
Mario Nobile, DG dei sistemi informativi del MIT tira in ballo questioni di etica: come si dovrebbe comportare l'algoritmo in situazioni che prevedono più gradi di rischio? Che rischio dovrebbe accettare il sw?
Qual è la soluzione più giusta?
 
Nel frattempo dobbiamo almeno aggiornare le nostre strade.



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