giovedì 17 dicembre 2015 - Emilia Urso Anfuso

Renzi il rottamatore. Dell’Italia...

Cittadini italiani: di cosa vi lamentate? Il premier Renzi, famoso per le sue campagne di propaganda politica pre-designazione, attraverso le quali si diceva sostenitore della rottamazione dei vecchi politici incollati alla poltrona, ai soldi pubblici e al potere, strenuo difensore dei lavoratori, artefice – qualora nominato Premier – di riforme atte a sviluppare l’economia del paese e delle famiglie, di fatto, sta rottamando.

Ha iniziato subito, non appena insediato a Palazzo Chigi, rottamando uno dei “patti con gli italiani”, il famoso “game over” contro Berlusconi, stringendo patti e contro patti, ancor oggi di oscuro contenuto col Silvio nazionale. Ha poi continuato, rottamando i diritti del lavoratori, faticosamente conquistati in più di un secolo di lotte, cancellando l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, e generando – attraverso il Jobs Act – un’infame guazzabuglio, attraverso il quale sembra che si creino nuovi posti di lavoro, quando nella realtà dei fatti, le aziende non fanno altro che riconvertire contratti precari in contratti a “tempo indeterminato” che però, diventano contratto a scadenza, visto che - grazie alle nuove regole – scaduti tre anni, quelli che fanno comodo ai datori di lavoro per ottenere fino a 8.000 euro l’anno di facilitazioni fiscali, questi avranno tutto il diritto di buttare fuori i lavoratori senza nemmeno dover dare una spiegazione.

Sul fronte delle tasse e delle imposte, che dire? Renzi è bravissimo a fare il gioco delle tre carte: con una mano da, con l’altra prende. I famosi 80 euro in busta paga, sono l’esempio supremo. Gli italiani, che capiscono solo “manciata di euro in più: buono”, ma non sono capaci di far di conto e si perdono nei meandri della presa per i fondelli governativa, per qualche mese hanno persino pensato che si, Renzi tutto sommato è il Premier della speranza. Pensa un po’: 80 euro al mese. 20 chili di pane. Ma di quello semplice. Una famiglia di quattro persone, ne spende di più per acquistare questa derrata alimentare.

Con gli 80 euro al mese, doveva risorgere l’economia. Ma chi li scrive i discorsi del Ministro delle Finanze e del Premier? 80 euro al mese, ai lavoratori – considerando che uno dei problemi principali in Italia è proprio la carenza di lavoratori e con contratto a norma di Legge – avrebbero dovuto dare ossigeno all’economia nazionale? E la gente ci ha pure creduto, vendendosi la dignità per 20 chili di pane semplice.

Nel frattempo, il livello di arroganza da parte del governo è cresciuto a dismisura. No al dialogo. No alle proposte delle opposizioni. No alle istanze dei cittadini. No. Punto.

E qui comando io, e questa è casa mia” canta il governo dal giorno del suo insediamento. Trasformandoci tutti in ospiti. Paganti. A casa nostra.

Velo pietoso sulle storie familiari: Tiziano Renzi, padre del premier, con la sua bancarotta fraudolenta fatta pagare al popolo – e ti pareva! – avrebbe fatto perdere la faccia a qualsiasi premier di qualsiasi altra nazione. Non a Renzi, che della faccia tosta ha fatto l’emblema della sua amministrazione.

Sorvoliamo sui voli di Stato utilizzati per scopi privati – trovatemi un solo politico italiano che non l’abbia fatto – e sorvoliamo sui soldi spesi per aumentare auto blu, scorte, acquisto di aerei di lusso e tutto il resto.

Non possiamo sorvolare sul colpo di mano del decreto salva banche, che giunge peraltro in un periodo di scarsa affezione dei contribuenti/elettori italiani alla politica nazionale. Possibile che Renzi si sia sentito tanto potente da far cadere in disgrazia migliaia di cittadini/correntisti/obbligazionisti/contribuenti/elettori e pensare di farla franca?

C’è qualcosa che non torna. Così come non torna la violenza con cui Renzi sta continuando a difendere a spada tratta l’indifendibile e onnipresente Ministro Boschi, e l’operato del governo, imponendosi ancora una volta all’intera nazione, e palesando un totale menefreghismo nei confronti dei cittadini che, pur senza aver potuto scegliere, rappresenta.

E’ pur vero che questa popolazione rasenta la santità o la demenza, per ciò che riguarda l’assoluta incapacità di ribellarsi ai sistemi dittatoriali, ma questo rottamatore dell’Italia, è giunto il tempo che venga rottamato.

Dalle opposizioni? Quando mai…Dalla magistratura? Nemmeno. Ancora una volta, sarebbero i cittadini della nazione a dover dire l’ultima parola. E se non lo faranno nemmeno stavolta, con i risparmi volati via e – probabilmente – senza ritorno, e con i conti dei bilanci dell'Italia in rosso stabile che non fanno presagire nulla di buono, oltre ai mille dubbi che alle 4 banche salvate se ne aggiungeranno presto altre, beh, allora non c’è nulla da fare.

Che dittatura sia, ma zitti cortesemente, senza fiatare…

 

Foto: palazzo chigi/Flickr




Lasciare un commento