venerdì 4 settembre 2015 - antonio cianci 251039

Renzi: il grande bluff

Le nostre finanze pubbliche non ci consentono granché, causa lo stratosferico debito pubblico che le schiaccia. Ma i governi imperterriti continuano a fare proprio ciò che le condizioni dei nostri conti non permettono, pena ulteriore indebitamento.

Non fa eccezione il governo Renzi che promette la totale abolizione delle tasse sulla casa più quelle sui terreni agricoli. Non contento di ciò, ha varato una sedicente riforma della Scuola, che non è una riforma ma una sanatoria, simile a tante altre adottate nei 40 anni precedenti, che sta immettendo in ruolo, cioè assegnando un posto fisso a vita, senza considerare le esperienze politico-economiche precedenti, che hanno testimoniato che in caso di contrazione dei posti non puoi né spostare né licenziare nessuno, se gli hai assegnato il posto fisso. Ma la qualità dell’insegnamento dov’è? Le stesse considerazioni valgono per il Jobs act, valido solo per i nuovi assunti, non i vecchi e tantomeno per i pubblici impiegati. Il “pubblico” non si tocca!
 
I programmi di ogni governo parlano sempre di taglio della spesa “pubblica” e di abbassamento delle tasse. Programmi puntualmente disattesi, perché il consenso elettorale conta più del futuro del Paese, del suo ammodernamento, del rilancio della crescita economica.
I commissari per il taglio della spesa improduttiva, che comprende i molti privilegi e le sinecure della classe dirigente, sono stati regolarmente licenziati o sono andati via senza lasciar traccia.
 
Così pure tecnici, che quando stavano all’OCSE o al Fondo Monetario Internazionale, erano per il taglio della spesa e per l’abbattimento della pressione fiscale, divenuti ministri hanno cambiato parere, adeguandosi alla nuova situazione ed alla volontà della politica. Promette di privatizzare le Poste e di quotarle in borsa, ma subito il governo si affretta a precisare che il 60% rimarrà nelle mani dello Stato. Come si fa a scontentare Camusso, Salvini, Grillo, Fassina, Vendola e gli altri che la pensano allo stesso modo, e son quasi tutti!
 
Tutte le riforme riguardanti la pubblica amministrazione fatte negli anni, come per esempio l’abolizione dei Consigli provinciali, sono rimaste sulla carta o senza efficacia alcuna. Sapete dire che effetti ha avuto la riforma Brunetta o la riforma Gelmini; e quanti decreti attuativi bisogna fare di provvedimenti adottati dai governi Monti e Letta?
Tutte le forze politiche sfornano ricette miracolose, ma che non prevedono assolutamente il loro allontanamento dalla governance delle attività economiche e un forte ridimensionamento dell’intervento pubblico in molti ambiti della vita del Paese.
Il cancro che rode il nostro sistema è lo statalismo. Ma guai a pensare di poter cambiare le cose.
E poi fingono d’indignarsi per scandali come “Mafia capitale” o altri che quotidianamente scopriamo. È tutto un grande bluff la politica di questo che si crede un grande paese.
 
 



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